Morto Luciano Franchi, un pezzo di storia del sindacato

Lutto nel mondo del sindacato. E’ scomparso Luciano Franchi, storico segretario della Fiom Cgil di Lucca dalla fine degli anni ’70 fino al 1986. Lunga la sua militanza in Cgil, cui approdò da quella nel consiglio di fabbrica della Smi di Fornaci di Barga (oggi Kme), prima come dirigente sindacale del sindacato dei cartari lucchesi, per poi arrivare alla Fiom e infine ultimare il suo percorso trentennale nel sindacato dei Pensionati.
Cordoglio arriva dalla Fiom Cgil: “Ricordiamo di lui il prezioso lavoro di costruzione del sindacato unitario dei metalmeccanici, la Flm lucchese, cui contribuì fattivamente nel 1981 dotandola di una sede fissa in via Cairoli nei pressi della stazione ferroviaria, oltre alle numerose vertenze locali per la conquista degli istituti salariali e normativi di cui ancora oggi godono molti lavoratori della provincia di Lucca, tra questi l’istituzione delle mense aziendali. Grande sostenitore della democrazia dal basso, a partire dai luoghi di lavoro e di un confronto continuo tra gruppo dirigente e lavoratori, principi questi che, anche dal suo insegnamento cerchiamo di perseguire nell’attività quotidiana dove ogni scelta dirimente viene a seguito del confronto e della consultazione dei lavoratori interessati. La Fiom provinciale – prosegue il sindacato – ricorda Luciano come un uomo dal forte carattere e dalla personalità espansiva, orientato al bene comune ed al miglioramento delle condizioni dei lavoratori, cui ha dedicato gran parte della propria vita. Lo salutiamo con un forte abbraccio alla sua famiglia dalla nostra famiglia, la Fiom di Lucca, oggi in lutto per la perdita di un compagno della cui esperienza ancora oggi ci sarebbe un grande bisogno”.
Di lui traccia un ricordo anche il segretario comunale del Pd di Lucca Francesco Bambini.
“È’ impensabile – dice Bambini – in poche righe ricordare la figura di Luciano Franchi e cosa ha rappresentato per il sindacato lucchese e per la sinistra in particolare. Lo è per il fatto che ci troviamo di fronte ad un impegno ed una militanza durata oltre 50 anni, che ha attraversato periodi significativi e difficili per la storia del sindacato, della Cgil e più in generale del paese, e poi per il ruolo che Luciano ha avuto nella gestione di alcune vertenze, nella direzione di alcune categorie”.
“Un impegno ed una militanza iniziati nelle commissioni interne della Smi di Fornaci di Barga dove ha lavorato prima di entrare a tempo pieno nella Cgil di Lucca, poi nella direzione della Filpc (il sindacato cartai-cartotecnici) negli anni in cui questo comparto registro’ la crescita che lo ha portato ad avere un ruolo leader a livello nazionale: gli anni dei consigli e della contrattazione aziendale con le prime importanti conquiste sindacali. Infine nella direzione della Fiom e come protagonista nella nascita della Flm (unica esperienza, poi tramontata nel nostro territorio di sindacato unitario Cgil, Cisl e Uil). Per ultimo nella direzione del sindacato pensionati Cgil con le prime significative esperienze di “contrattazione sociale” e la nascita delle leghe dei pensionati. Luciano si trovo a gestire alcune grandi vertenze sindacali, conseguenti a situazioni di crisi aziendali, su tutte la vertenza scaturita a seguito del fallimento del Gruppo Cardella, per la quale, a seguito di una memorabile mobilitazione, furono definiti accordi che consentirono la continuità aziendale con il subentro di nuovi imprenditori e la tutela dell’occupazione”.
“Sono anni – prosegue Bambini – segnati sul piano nazionale dalle vicende legate alla strage di Piazza Fontana, alla nascita e alla recrudescenza del terrorismo, all’omicidio di Guido Rossa. Giornate che culminarono nel rapimento e uccisione di Aldo Moro, ed infine nella strage alla stazione di Bologna. Vicende caratterizzate da una forte mobilitazione del sindacato, da manifestazioni nelle quali i sindacati lucchesi ed in particolare le strutture dirette da Luciano ebbero sempre un ruolo da protagoniste. L’elemento che caratterizzò l’azione e l’impegno di Luciano e l’eredità importante che ci lascia sono costituiti dalla sua grande passione, dal sentimento di appartenenza che lo legava al sindacato, alla Cgil ed infine ai partiti della sinistra, a partire dal Pci per arrivare al Partito Democratico in cui ha militato fino alla sua scomparsa. Per ultimo mi preme ricordare l’amore che lo ha legato alla moglie, che per un periodo lo ha seguito nell’impegno sindacale, e ai figli, che gli sono stati vicini e lo hanno accudito negli ultimi anni, segnati da problemi di salute e dalla malattia”.