Pasto da casa, posizioni ancora lontane

30 settembre 2016 | 16:50
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Pasto da casa, posizioni ancora lontane
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Pasto da casa, posizioni ancora lontane
Pasto da casa, posizioni ancora lontane
Pasto da casa, posizioni ancora lontane
Pasto da casa, posizioni ancora lontane

Soluzioni operative per mettere tutti d’accordo al momento non ci sono ancora ma le intenzioni sono quelle di dare risposte certe a “ quelle famiglie che intendono avvalersi del diritto riconosciuto di dare al proprio figlio il pranzo da casa. Per fare questo è importante che ognuno dei soggetti chiamati a intervenire faccia la propria parte con buonsenso, correttezza e responsabilità”. Sono queste le parole con cui il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini ha aperto la riunione sul tema del pasto da casa nelle scuole e a cui erano invitati genitori, dirigenti scolastici, la Asl ed ex Provveditorato.

Le posizioni delle parti sembrano infatti ancora distanti: i genitori che non usuifruiscono della mensa chiedono che sia consentito ai figli di mangiare il pasto da casa nel refettorio, insieme agli altri bambini. Oggi, invece, la responsabile dell’Asl intervenuta ha spiegato che allo stato sono necessari locali separati. Non solo: anche nel caso in cui i bimbi consumino il cibo domestico in una apposita aula, c’è da definire la figura che dovrà occuparsi della pulizia del locale stesso. Per il comitato La scuola che vogliamo era presente l’avvocato Vecchione, che ha curato i ricorsi presentati dalle famiglie torinesi, da cui il caso è poi diventato nazionale. Secondo il legale e secondo quanto spiegato dai rappresentanti dei genitori non esiste alcun motivo per impedire agli alunni di consumare il pasto preparato a casa nel refettorio, contemporaneamente agli altri. Di diverso avviso sono apparsi gli interventi di altri rappresentanti delle istituzioni locali.
La riunione, che si è svolta a palazzo Santini, è andata avanti comunque per circa due ore ed ha registrato tutta una serie di interventi di molti dei genitori presenti in sala, sia a favore del servizio mensa sia a favore del pasto da casa.
Il sindaco Alessandro Tambellini, nel suo intervento iniziale, ha chiarito in maniera molto netta i termini della questione e la posizione dell’amministrazione comunale.
“Riteniamo, e non da oggi – ha detto Tambellini – che il momento della mensa rappresenti un momento formativo essenziale della scuola, che riguarda la socializzazione e l’educazione alimentare. La sentenza di Torino ha introdotto un elemento nuovo, vale a dire il riconoscimento di un diritto individuale di scelta che non vogliamo in nessun modo disconoscere, pure in una fase ancora non definita dal punto di vista normativo. Quindi, considerando che negli anni il Comune si è strutturato per fornire un servizio mensa uguale per tutti gli utenti delle nostre scuole, oggi siamo chiamati a dare comunque delle risposte a quelle famiglie che intendono avvalersi del diritto riconosciuto di dare al proprio figlio il pranzo da casa. Per fare questo è importante che ognuno dei soggetti chiamati a intervenire faccia la propria parte con buonsenso, correttezza e responsabilità”.
Nel corso della riunione, sono emersi anche alcuni ostacoli da superare per attuare quanto chiedono dal comitato La scuola che vogliamo: non solo garantire il diritto del pasto da casa, ma garantirne la consumazione nei refettori. Al riguardo, la dottoressa Ida Aragona del dipartimento sicurezza alimentare ha messo in evidenza l’orientamento della Asl Nord Ovest che è quello secondo cui “il consumo del pasto della mensa scolastica e del pasto da casa non possa avvenire nello stesso locale per problemi legati alla responsabilità nel caso di complicazioni che dovessero insorgere nel consumo dei cibi – si legge in una noa del Comune – in sostanza, se un bambino che mangia a mensa o un bambino che consuma il pasto da casa dovesse sentirsi male, di chi sarebbe la responsabilità? Oltre al fatto – si spiega – che non è chiaro quale tipo di pasto possa essere portato da casa e a chi debba spettare la pulizia e la sanificazione di eventuali locali diversi dal refettorio dove si consumi un pasto”.
Dal canto suo il provveditore agli studi Donatella Buonriposi ha sottolineato che il tema, ormai di carattere nazionale, necessita della collaborazione delle parti: da un lato le scuole, in tempo di autonomia, sono chiamate a sciogliere certe questioni internamente al proprio istituto, ricercando le migliori soluzioni per far convivere i diritti di tutti gli utenti; dall’altra i genitori devono tenere conto delle difficoltà che la scuola sta attraversando in questa fase.
“Sarà importante in questa fase transitoria – ha concluso il sindaco Tambellini – che si trovi un punto di incontro fra i dirigenti scolastici e il fornitore dei pasti. Come amministrazione stiamo anche cercando di raccogliere le esperienze degli altri comuni, per esperire le migliori soluzioni al fine di garantire il diritto di tutti i bambini nelle nostre scuole. A questo proposito stiamo organizzando a Lucca per il prossimo 19 ottobre un dibattito pubblico con Anci Toscana che ritengo ci darà la possibilità di avere un ulteriore sguardo d’insieme sul tema”.
FOTO – La riunione a Palazzo Santini (di D. Bertuccelli)