Urbanistica, scontro in commissione sui maxi recuperi

30 settembre 2016 | 11:54
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Urbanistica, scontro in commissione sui maxi recuperi

Un altro passo avanti per riportare a nuova vita l’ex palazzo Bertolli e l’ex oleificio Borella. Anzi no. I lavori della commissione urbanistica di questa mattina (30 settembre), convocata per esaminare la variante al regolamento urbanistico necessaria al raggiungimento di questo obiettivo, si sono conclusi senza votazione.

In apertura la commissione, presieduta dal consigliere Lucio Pagliaro, ha voluto fare il punto sul metodo di lavoro da condividere per l’esame delle 411 richieste di osservazione al piano strutturale adottato: “Vorremmo iniziare a breve perché è nostro obiettivo portare il piano in approvazione – ha detto Pagliaro – e chiedo ai commissari di minoranza di garantire la loro presenza per questa importante discussione”. Invito raccolto dal consigliere Piero Angelini, che si è impegnato a garantire il numero legale in commissione anche al momento del voto. L’assessore all’urbanistica Serena Mammini ha dunque proposto di iniziare il lavoro dall’esame delle osservazioni ricevute da parte degli enti pubblici – già presenti sui rispettivi siti istituzionali – non appena sarà formulato il parere tecnico da parte del gruppo di lavoro: “Guardiamo alle osservazioni ricevute con apertura ed è nostra intenzione accogliere tutti quei contributi che di fatto migliorano il piano”.
La commissione è quindi entrata nel merito della variante al regolamento urbanistico vigente per cambiare destinazione d’uso ai due importanti edifici in stato di abbandono della prima espansione della città a ridosso delle mura: l’ex palazzo Bertolli, situato appena fuori porta San Pietro, a ridosso di piazzale Risorgimento, e l’ex oleificio Borella di via di Pulia. Un passaggio necessario per una riqualificazione funzionale del primo anello di città oltre le mura, che consente a questi immobili, interni al perimetro del territorio urbanizzato, di accogliere funzioni congue al futuro sviluppo e maggiormente attrattive. Ad oggi, infatti, sarebbero consentiti solo interventi di manutenzione con possibile cambio di destinazione d’uso pari al 25 per cento del volume complessivo. Direzionale e commerciale le attuali funzioni dell’ex palazzo Bertolli, produttivo (dopo che il progetto norma è decaduto) quella dell’ex Borella. A variante approvata, invece, le destinazioni d’uso possibili saranno più ampie: residenze, uffici, esercizi commerciali di vicinato, caffetterie, ristoranti; ma anche attrazzature di servizio per le attività culturali, scolastiche, sociali, sanitarie, associative, ricreative. “La variante è un tentativo di attrarre nuove opportunità per due edifici in avanzato stato di degrado – commenta l’assessore Serena Mammini – e che sono patrimonio dell’intera città. In particolare penso all’ex palazzo Bertolli, con le sue caratteristiche di interesse storico e artistico, ma anche identitario: adesso che anche piazzale Risorgimento è tornato a nuova vita, obiettivo al quale tenevamo molto, è nell’interesse della città facilitare l’insediamento di nuove funzioni nel palazzo che, nel tempo, è stato anche sede della guardia di finanza”.
Ma al consigliere Angelini non convince la scelta dell’amministrazione di procedere con variante semplificata, prevista dalla legge regionale quando la variante ha per oggetto previsioni interne al perimetro del territorio urbanizzato che quindi non comportano nuovo impegno di suolo: “Il dimensionamento del piano strutturale vigente, per il residenziale, è esaurito. Se si vuole procedere con il cambio di destinazioni d’uso occorre una variante ordinaria. Il Comune non è un’immobiliare che deve fare affari con i propri beni”. Pronta e lapidaria la risposta dell’assessore Mammini: “Esatto, il comune non è un’immobiliare, ma si è posto come tale con la passata amministrazione che lei aiutò a far eleggere”.
Una variante semplificata, una volta trascorsi 30 giorni dalla sua adozione, in assenza di osservazioni si considera approvata e viene pubblicata sul Burt senza ritornare in consiglio comunale. Critico anche il consigliere Roberto Lenzi, che concorda con Angelini nel richiedere un aggiornamento della commissione alla prossima settimana, per consentire al consulente giuridico dell’ufficio urbanistica di elaborare un parere sulla questione sollevata. Niente da eccepire, insomma, sulle nuove funzioni che la variante aprirebbe per i due immobili: la battaglia è tutta sulla legittimità dell’iter amministrativo. “Prima di approdare in commissione urbanistica e poi in consiglio comunale, ogni atto ha già acquisito il parere favorevole da parte delle molte professionalità deputate a validarlo, tra cui quelle legali, – spiega l’assessore Mammini – ed è accompagnato dalla relazione del responsabile unico del procedimento, che ne è garante”. I commissari, convinti comunque che sia necessaria una precisazione giuridica, hanno deciso di riaggiornare la votazione alla prossima settimana. La variante non approderà quindi in consiglio comunale il 4 ottobre, come inizialmente previsto anche se già l’assessore al patrimonio Antonio Sichi aveva previsto un possibile slittamento alla metà del prossimo mese.