Il disavanzo tecnico nel mirino della Corte dei Conti

17 ottobre 2016 | 16:28
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Il disavanzo tecnico nel mirino della Corte dei Conti

Un disavanzo importante e “straordinario” di oltre 19 milioni di euro, che, come noto, il Comune di Lucca ha prima dovuto accertare “scandagliando” i bilanci delle passate gestioni e poi pianificato di colmare attraverso 30 rate annuali da poco più di 600 mila euro ciascuna. Una strada obbligatoria quanto necessaria, fanno notare in Comune, sia per tenere conto delle nuove norme in materia di bilanci, sia per risolvere la situazione debitoria dell’ente senza grosse ripercussioni sugli esercizi annuali. Tuttavia ora quell’atto varato dal consiglio comunale il 15 luglio di un anno fa, in ossequio alle nuove normative entrate in vigore nel gennaio del 2015 (Leggi), è finito sotto la lente della Corte dei Conti che ha ripreso l’amministrazione comunale, invitando, con una nota del settembre scorso, ad effettuare ulteriori approfondimenti e ad assumere eventuali correttivi alla manovra, pur riconoscendola modellata sui nuovi principi dell’armonizzazione dei bilanci.

Non è infatti la decisione di procedere nella rateizzazione trentennale del disavanzo “tecnico” ad essere finita nel mirino, ma la cospicua cifra dell’accertamento straordinario dei residui attivi e passivi: si tratta in sostanza di cifre relative a crediti o debiti contratti dall’amministrazione, ma il problema, come aveva spiegato lo stesso assessore al bilancio Enrico Cecchetti in consiglio comunale, è che molti non sono ormai più esigibili. E’ il problema di quasi tutte le amministrazioni pubbliche, che si trovano a fronteggiare un contesto di crisi generale e tagli delle risorse.
Nel suo parere la Corte dei Conti, esaminando il bilancio consuntivo 2014 dell’ente, mette nel mirino anche il capitolo dei debiti fuori bilancio, sostenendo che almeno 732.852 euro della somma complessiva di 3 milioni e 103.405 euro non abbiano trovato copertura alla fine dell’esercizio. Ma quella situazione è stata già sanata agli inizi del 2015, come spiega l’assessore Enrico Cecchetti: “Si trattava di debiti fuori bilancio relativi a somme urgenze per eventi alluvionali: il problema è derivato da un ritardo nell’erogazione dei mutui che erano stati attivati e i cui importi non sono risultati disponibili alla fine dell’esercizio, ma lo sono stati già a gennaio 2015. Per cui la situazione è assolutamente già risolta”.
E’ quanto ai magistrati della sezione del controllo della Corte dei Conti Toscana fa comunque notare l’amministrazione, nella lettera di replica firmata dal sindaco Alessandro Tambellini.
Diverso il discorso relativo al disavanzo di oltre 19 milioni di euro “accertato” in via straordinaria all’atto di approvazione del consuntivo 2014. L’amministrazione comunale, nonostante i rilievi della magistratura contabile difende l’operazione: “Abbiamo agito nel pieno rispetto delle nuove normative, dando loro seguito”, spiega l’assessore Enrico Cecchetti.
Per la Corte dei Conti, tuttavia, la somma potrebbe celare per gli esercizi precedenti “passività potenziali o situazioni debitorie latenti per le quali la legislazione oggi vigente richiede la costituzione di accantonamenti nei fondi rischi”. “L’accertamento di un risultato negativo di amministrazione nei termini sopra indicati – scrive l’organo di controllo riferendosi al disavanzo straordinario – anche se conseguente all’applicazione dei nuovi principi introdotti dal processo di armonizzazione contabile, è da considerarsi grave in quanto espressione di situazioni sottostanti contrarie ai principi di sana gestione e sostenibilità finanziaria. Ad eccezione della quota di disavanzo determinata dalla cancellazione di residui attivi e passivi da reimputare ad esercizi successivi, il risultato negativo ha infatti alla base la sussistenza di residui attivi inesigibili o di dubbia e incerta esigibilità, mantenuti in bilancio negli esercizi precedenti e per i quali è oggi richiesta in modo puntuale la cancellazione o l’accantonamento nell’apposito fondo, ovvero la presenza di passività potenziali o situazioni debitorie latenti per le quali la legislazione oggi vigente richiede la costituzione di accantonamenti nei fondi rischi”. “La Corte dei Conti ci richiama a prestare attenzione perché il disavanzo tecnico è di una cifra importante – sottolinea l’assessore alle finanze -, ma di questo eravamo e siamo più che consapevoli. Purtroppo, la situazione è comune a molti enti pubblici. In passato, evidentemente, sono state inserite troppo spesso in bilancio entrate che poi non si sono concretizzate e che hanno portato a questa cifra considerevole. Dopo aver compiuto l’accertamento straordinario di questa somma, così come è stato previsto ai fini dell’armonizzazione, abbiamo deciso di spalmare il disavanzo su 30 anni: allo stato attuale è l’unico modo per affrontare la situazione in modo razionale e per risolverla definitivamente”. Ed è quello che si è tentato di spiegare nella replica alla Corte dei Conti, ricapitolando ancora una volta la situazione e l’obiettivo della manovra.

Rob. Sal.