Sistema Ambiente: “Ricapitalizzazione necessaria per le morosità”

20 ottobre 2016 | 09:20
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Sistema Ambiente: “Ricapitalizzazione necessaria per le morosità”

Una ricapitalizzazione “necessaria”, perché il socio privato è in ginocchio: troppi morosi e troppi crediti ancora in riscossione per cartelle che risalgono addirittura al 2003. E’ quanto emerso nel nuovo round nelle commissioni riunite partecipate e bilancio convocate per discutere e votare il testo della delibera che deve scaturire dalla richiesta di aumento di capitale da parte di Sistema Ambiente: la seduta si è conclusa con 3 voti favorevoli, 1 astenuto (Pagliaro) e nessun voto contrario. Oggi (20 ottobre) a palazzo Santini era presente anche il socio privato, Daneco Spa, nella persona del dottor Valerio Bertuccelli, insieme anche al presidente di Sistema Ambiente Matteo Romani.

Le ragioni della richiesta di ricapitalizzazione da parte degli amministratori, per altro già illustrate, emergono di nuovo nitidamente e con maggior dovizia di particolari: è necessaria per immettere liquidità nella società, a fronte di un numero di insoluti che deriva direttamente dal mancato pagamento della tariffa da parte dei cittadini lucchesi. I crediti ancora in riscossione, secondo Bertuccelli, ammontano ad 11 milioni di euro e, alcuni, risalgono addirittura al 2003. Ma il punto non è soltanto ottenere denaro fresco: i soldi, principalmente, serviranno per restituire fiducia al sistema bancario, in modo da garantire l’efficienza del servizio nel tempo ed attivare una serie di investimenti necessari (attuale sede di Nave, successivo cambio sede ed isole ecologiche in primis).
Questo è quanto emerge dopo che la commissione ha inteso recepire – per quanto si tratti di una modalità inusuale – la richiesta di delucidazioni espressa dal consigliere di Alternativa civica centrodestra Nicola Buchignani, il quale ha invitato “alla massima trasparenza in vista di una decisione estremamente importante” e, inoltre, ha chiesto specificamente al socio provato “come cambia l’assetto societario in vista della ricapitalizzazione”.
In apertura, l’assessore Giovanni Lemucchi rammenta come la richiesta di aumento di capitale sia racchiusa nel passaggio dall’attuale 1,065 milioni a 3 milioni di euro. Inoltre Lemucchi ha evidenziato come il sistema della raccolta rifiuti, per Lucca, sia in salvaguardia fino al 2029. “Il Comune – commenta – intende aderire alla richiesta di aumento di capitale per rafforzare patrimonialmente la società, anche in vista di investimenti da fare a breve termine. Penso alle isole ecologiche, agli interventi sulla sede di Nave per ottemperare alla prescrizioni Usl ed alla necessità poi di una nuova sede. Inoltre, deriva dai problemi di liquidità mostrati da parte del sistema bancario: vogliamo dare loro un segnale importante”.
Sul tema interviene anche Andrea Bortoli, presidente di Lucca Holding: “Il presidente della società si è rivolto alla Holding per sapere se c’era una disponibilità di massima per un aumento di capitale. Io ho risposto che la Holding non ha questa competenza, che ricade invece sul Consiglio comunale: per questo ho consigliato tale percorso. Se gli indirizzi saranno positivi Sistema ambiente potrà aprire un’assemblea straordinaria”.
Quindi prende la parola Bertuccelli: “In 14 anni – osserva – da quando abbiamo acquisito le quote è soltanto la seconda volta che ci confrontiamo con rappresentanti del Consiglio comunale, quindi è una sorta di data storica. Certo, la sede per entrare nel merito di questo aumento di capitale è l’assemblea dei soci, ma proviamo a tratteggiare un quadro d’insieme. Il fatturato della società è di circa 25 milioni di euro, per 40mila utenze coperte. Noi abbiamo 11 milioni di crediti delle tariffe degli anni precedenti: questi sono insoluti oggetto di recupero credito. Dal 2012 al 2015 il rischio liquidità è venuto meno, perché abbiamo fatturato direttamente al Comune, che ha pagato regolarmente. Dal 2016 ci risulta che ci mancano gli incassi che derivano dall’emissione delle fatture, che siamo tornati a fare direttamente. Non c’è dubbio che ci devono essere dati, ma c’è una enorme lentezza nel recupero credito, che non si sposa con le esigenze di liquidità della società: pensate che stiamo ancora ricevendo delle rateizzazioni risalenti al 2003”.
E’ quindi la carenza di liquidità, derivante dai cittadini lucchesi che non pagano la tariffa, a dettare la necessità di aumento di capitale da parte di una società che, ad oggi, non produce utili. Certo, come detto, non basta immettere denari: la liquidità deve essere gestita per raccogliere poi maggiore fiducia dal sistema bancario, per poi operare nuovi investimenti.
Su questo punto, tuttavia, l’assessore Raspini domanda cosa abbiano fatto i soci per incentivare la riscossione dei tributi nel tempo, al fine di contrastare la mancanza di adesioni spontanee: la risposta è che la società si è affidata ad Equitalia, come quasi tutte le altre del settore, con le lungaggini che ne derivano.
La questione quindi, posta anche dal consigliere Francesco Battistini, è perché si sia arrivati ad “una situazione ‘incancrenita’ senza avere adottato soluzioni idonee in precedenza”. Non solo: i consiglieri domandano anche perché, durante il periodo di incertezza, siano stati divisi gli utili e chiedono quale sia, ad oggi, il reale rischio corso da parte del socio privato. Bertuccelli replica che il privato ha investito, di tasca sua, quasi 3 milioni di euro senza che quella somma sia ancora stata coperta e ricorda che nell’ultimo quadriennio è fermata la divisione degli utili.
Il timore, di fronte alla mancanza di liquidità, è soprattutto che Sistema Ambiente possa venire meno agli investimenti necessari indicati in precedenza: “Per una serie di motivi – commenta Romani – la società si trova nella condizione di dover finanziare la spesa corrente. Non è che i soldi che entrano basteranno per gli investimenti: daranno però maggiore fiducia al sistema bancario”.
Non tutti però sono convinti. C’è anche chi, come il consigliere Lucio Pagliario, esprime tutte le sue perplessità in ordine alla reale necessità di ricapitalizzazione da parte di una società che non produce utili, ma Bortoli rammenta che i rischi esistono: “Non siamo di fronte ad un grido d’allarme strumentale – commenta – perché ho letto i numeri e l’esposizione è reale. Il rischio concreto è la capacità di spesa da parte degli utenti: gli amministratori hanno fatto presente che potrebbero non rispondere più della corretta gestione a fronte della criticità presente”. Oltre a questo, come ribadiscono Raspini e Lemucchi, in mancanza di liquidità non è possibile aderire alle prescrizioni Asl per l’attuale sede di Nave e viene messa a rischio la corretta gestione di uno dei principali e più evidenti servizi pubblici.

Paolo Lazzari