Alluvione ’66, vescovo Castellani fu angelo del fango

Una messa solenne per ricordare le vittime dell’alluvione del 1966 e il dramma vissuto dalla città di Firenze. Sono trascorsi 50 anni ma il ricordo di quei giorni è ancora vivido, non solo per la città ma per tutta l’Italia. E da tutto il paese, infatti, in quei giorni di caos non arrivarono solo parole di conforto ma anche aiuti e braccia altruiste, i poi soprannominati ‘angeli del fango’. Ed è proprio tra questi angeli del fango che si legge il nome del nostro vescovo, il monsignor Italo Castellani, che insieme a molti altri giovani, di chiesa e non, diede una mano per far rialzare da terra Firenze.
La funzione sarà celebrata alle 11,30 il prossimo 4 novembre – giorno dell’anniversario – nella basilica di Santa Croce, una delle chiese simbolo dei danni al patrimonio artistico e storico. Alla celebrazione, presieduta dall’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, parteciperanno, oltre al vescovo Castellani, altri vescovi che come lui furono angeli. A fianco di Betori ci sarà l’arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, che nel 1966 era cappellano nella chiesa di San Salvi a Firenze. Lo stesso Bassetti, insieme ad alcuni giovani parrocchiani, la mattina del 4 novembre 1966 mise in salvo il quartiere aprendo 60 bidoni di idrocarburi stipati illegalmente in un magazzino ed evitando che scoppiassero (cosa che successe poco lontano, in via Scipione Ammirato dove ci fu anche una vittima). In Santa Croce arriveranno anche l’attuale vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari e l’emerito di Como, monsignor Diego Coletti, che con Betori e un’altra decina di seminaristi e giovani sacerdoti partirono dal Seminario Lombardo di Roma. Angeli del fango, e presenti per il cinquantenario, furono anche il vescovo di Civitavecchia, monsignor Luigi Marrucci e l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, che fu tra i giovani arrivati a Firenze.