
In Toscana non c’è solo il nodo fiorentino dell’alta velocità a far discutere. A pochi mesi dall’apertura dei cantieri torna in alto mare anche il raddoppio della linea Pistoia-Montecatini-Lucca, che prevede anche la soppressione di 17 passaggi a livello e l’adeguamento delle stazioni. Lo afferma in una nota la Fit-Cisl Toscana.
“Tra contestazioni, localismi e progetti alternativi che spuntano come funghi – dice Stefano Boni, segretario della Fit-Cisl Toscana – si rimette in discussione e ritarda un’opera attesa da 40 anni. A tutto danno dei pendolari che ogni giorno usano il treno e dei posti di lavoro che si potrebbero creare”.
“Ormai – dice Boni – per le ferrovie toscane ci sono più progetti che binari. E dire che solo nella primavera scorsa governo e istituzioni toscane avevano dettato i tempi (primo lotto Pistoia-Montecatini inizio lavori ad aprile 2016; progetto definitivo per la Montecatini-Lucca gennaio 2017; termine dell’intera opera entro il 2019) e stanziato le risorse: 200 milioni dal governo e 235 dalla Regione”.
“Ma dopo pochi mesi dall’apertura dei cantieri – aggiunge il segretario Fit – ecco i primi dubbi, di singoli cittadini, comitati e degli stessi comuni interessati, su costi/benefici, tracciato, disagi, eccetera. Il Comune di Montecatini Terme, dove la ferrovia passa in mezzo alla città, si è espresso contro il raddoppio ‘a raso’ e ha chiesto alle Ferrovie di rifare l’intero progetto prevedendo una ferrovia a doppio binario in sopraelevata che dovrebbe seguire il tracciato attuale. A seguire il Comune di Pieve a Nievole ha chiesto che venga fatto in sopraelevata anche il tratto Pieve-Montecatini. Con tempi di realizzazione molto più lunghi e costi maggiori (la sopraelevata di Montecatini dovrebbe costare circa 30 milioni, il tratto Pieve-Montecatini circa 90 milioni) completamente da finanziare. Senza contare che se si scegliesse questa ipotesi l’attuale linea ferroviaria dovrebbe rimanere chiusa per almeno due anni, con aumento di traffico, inquinamento e disagi a non finire per i lavoratori, pendolari studenti e tutti quelli che saranno costretti ad utilizzare il mezzo privato”.