
Il Comune non dovrà sborsare a Gesam Energia i quasi tre milioni di euro che l’ex presidenza Magnani aveva presentato in conto, per i conguagli dei contratti Sinergo e Calore, dal 2010 al 2015. Palazzo Orsetti pagherà una cifra notevolmente più piccola, perfino inferiore a quella che era già stata accantonata di 700mila euro. Secondo infatti l’analisi dei conti (e dei contenziosi) operata dagli uffici e con la consulenza della Pkf, l’amministrazione deve a Gesam Energia “soltanto” 570mila euro, più l’Iva: che porta la somma in linea con la previsione che era stata fatta di circa 622mila euro da versare alla società.
La cifra compare nell’accordo transattivo a cui la giunta Tambellini ha di recente dato l’ok, chiudendo il capitolo del contenzioso aperto con la presidenza di Giovanni Magnani, l’ex numero uno di Gesam Energia che aveva presentato il salatissimo conto all’amministrazione comunale aprendo una fase di grande tensione che si era risolta con la sua destituzione.
La pratica non è di poco conto, se si considera quanto c’è in ballo. Non da ultimo il futuro riassetto delle società del gruppo e le osservazioni dell’Anac che pendono ancora sull’intera operazione. Al centro della diatriba sorta anche a livello squisitamente economico-finanziario, lo si ricorderà, i contratti Sinergo e Calore, che l’Anac ha già bollato come illegittimi perché affidati a Gesam al di fuori delle attribuzioni e dei compiti previsti dallo stesso statuto. Ma questo è un altro capitolo e il nodo dovrà essere dipanato nei prossimi mesi.
Tornando ai conti, bisogna cominciare dalle verifiche disposte dall’amministrazione comunale su fatture e conguagli. Sulla cifra complessiva dei due milioni e 900mila euro, vengono sottratti 365.000 di adeguamenti Istat (Cas e Cae) che per gli uffici non troverebbero riscontro nei prezzi stabiliti da Consip: questo fa già scendere la cifra ai due milioni e 600mila euro più qualche spicciolo. Poi c’è il capitolo Sinergo (il contratto per la gestione dell’illuminazione pubblica). Secondo i dati e l’analisi degli uffici comunali, infatti, dalla sottoscrizione del contratto e fino al 31 dicembre 2016, gli interventi di manutenzione straordinaria non eseguiti da Gesam Energia spa sarebbero inferiori a un milione e 977.539 euro, rispetto a quanto indicato nel Pef dalla società: togliendoci quanto già oggi corrisposto dal Comune, la valorizzazione di quanto non realizzato sul periodo in esame, ammonta gli uffici, ad un milione 417.874 euro. Sempre quanto a Sinergo, c’è il capitolo della “revisione” degli ammortamenti per gli anni dal 2011 al 2015, per i quali risulta un saldo a favore del Comune di 204.271 euro all’anno. A questa cifra va aggiunta quella dei 55mila euro di ammortamenti relativi al contratto Calore e che sono stati effettivamente iscritti nel bilancio di Gesam Energia: il totale a cui il Comune ha diritto alla restituzione, secondo l’accordo, ammonta dunque a un milione e 21.355 euro.
Infine, zoom sul capitolo “Calore”. Secondo l’amministrazione, infatti, il differenziale tra i conguagli per le manutenzioni straordinarie effettuate (secondo gli uffici 349.337 euro) e il complesso della riduzione del canone per la corretta applicazione degli ammortamenti relativi al periodo 2012/2015 (1.021.355 euro) ammonterebbe a 672.018 euro “mentre – si legge nella delibera della giunta, su altro piano, la valorizzazione dei mancati interventi di normalizzazione e manutenzione straordinaria della rete di illuminazione e degli impianti elettrici degli edifici comunali previsti nel Contratto Sinergo e relativi al periodo 2010/2015 – qualora riconosciuta – non potrebbe essere superiore alla cifra di 1.417.874,10 euro. La sottrazione fra i due milioni e 600mila euro di conguagli ritenuti “dovuti”, i 672.018 euro di ammortamenti dovuti e la cifra di 1.417.874 di manutenzioni straordinarie non effettuate ma previste dal contratto Sinergo porta 520.743,90 euro, cifra inferiore di 49.256,10 euro a quella proposta per la transazione.