Amici deportati nel lager, abbraccio tra le famiglie foto

“Non le nascondo che è già del tempo che sono tornato, avrei dovuto scrivere subito, ma non ne ho avuto il coraggio”.
Ci sono storie che restano anni sepolte dalla polvere, ma poi, quando meno ce lo aspettiamo, tornano alla luce e regalano colpi al cuore. E questa è una frase tratta da una lettera datata 19 novembre 1945, lettera grazie alla quale si è potuta ricostruire la dolcissima storia di Giuseppe Lelli e Tolmino Carmignani, due giovani uomini del distretto toscano del Cuoio che durante i terribili anni della seconda guerra mondiale si sono ritrovati prigionieri nello stesso lager, a Bockeweitz, nella zona est della Germania.

Una lettera trovata per caso, come spiega la pronipote Ilaria Nieri – coordinatrice della consulta territoriale di San Miniato Basso – durante una ricerca nell’archivio storico comunale su storie di partigiani. E quando si è trovata tra le mani quel foglio ingiallito con scritto sopra il nome di quel familiare di cui da anni cercava notizie, è stato un vero colpo. La lettere fu scritta da Tolmino, che durante il periodo di prigionia nel lager strinse una grandissima amicizia con il compagno Giuseppe, che purtroppo, là tra quelle baracche, ci ha perso la vita a colpi di bastonate. Troppo malato per lavorare e troppo inutile, quindi, per il terzo Reich. Un’amicizia legata non solo da grande affetto ma da una grande, immensa promessa: “Se uscirai vivo da qui – disse Giuseppe all’amico – ti prego di portare a mamma il mio orologio”. E così, quando finalmente la Germania fu lontana e Tolmino tornò a casa, tra le sue colline pistoiesi, andò, in sella alla sua bicicletta dalla Lima fino a Poggio a Isola, nel comune di San Miniato, per mantenere la promessa fatta a quel grande amico che la guerra si era portato via. La stessa Ilaria, con immensa emozione, si è messa subito alla ricerca di quel nome scritto in fondo alla lettera, prima interessando i comuni di Piteglio e San Marcello Pistoiese, senza però ricevere nessuna risposta. Ma facebook, che spesso viene utilizzato per ‘gioco’, come afferma lei stessa, per una volta è servito anche a cose utili: pubblicando l’articolo della scoperta della lettera sul gruppo “Sei di San Marcello se…”, una signora, Michela Teodori – oggi residente a Ponte a Moriano – leggendo il nome di Tolmino, un amico di famiglia tanto caro, ha subito contattato Ilaria.
“Quando ho trovato quella lettera ho avuto un tuffo al cuore – spiega Ilaria – quando poi ho letto il commento della signora Michela e poco dopo ho sentito il telefono squillare, ho provato una sensazione davvero strana da poter descrivere”.
E da qui, grazie ai social network, le due famiglie si sono oggi (18 novembre) potute finalmente abbracciare, dopo più di settant’anni da quella triste vicenda che in qualche modo li ha uniti per sempre. Le famiglie dei due amici si sono incontrate, alla presenza del sindaco Alessandro Tambellini e del primo cittadino di San Miniato Vittorio Gabbanini, nelle sale del comune di Lucca. Tanta commozione ma anche grande orgoglio di aver conosciuto quelle persone, e anche se il nipote di Giuseppe, il signor Virgilio Lelli, oggi riesce a raccontare con fatica quel poco che ricorda, gli occhi lucidi finiscono quelle frasi che lui stesso non sa terminare per l’emozione.
Già in passato, alla fine degli anni ’80, la famiglia di Giuseppe Lelli aveva cercato di avere notizie almeno del suo corpo, credendolo sepolto nel cimitero ‘dei soldati’ di Gemeindefrienhof Kleinleipish e cercando di avviare le procedure per lo spostamento della salma qui, in Italia. Solo grazie alla lettera del signor Tolmino, che adesso giace nel cimitero di Mulerna, nei pressi di Ponte a Moriano dove si era trasferito con la famiglia dopo la guerra, si sa che purtroppo Giuseppe è finito, come molti in quel triste periodo, in una fossa comune. I familiari avrebbero tanto voluto portare fiori e preghiere alla sua tomba, ma da oggi pomeriggio almeno potranno avere il piacere di salutare il suo vecchio amico che si fece tutti quei chilometri in bicicletta solo per mantenere una promessa. Un cerchio che finalmente si chiude, una famiglia che finalmente è riuscita a far pace con la storia ma, soprattutto, un’amicizia che vive ancora, nonostante gli anni e le atrocità della guerra che porta via ogni cosa, ma non la verità.

Giulia Prete

 

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