Sindacati: “S. Luca, Asl chiude medicina d’urgenza”

25 novembre 2016 | 17:33
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Sindacati: “S. Luca, Asl chiude medicina d’urgenza”

E’ braccio di ferro tra Asl e sindacati sul piano di riorganizzazione del pronto soccorso dell’ospedale San Luca di Lucca e sulla proposta di ridurre i posti letto della medicina d’urgenza per aggiungerne altri 4 al pronto soccorso. Sono soltanto alcuni dei nodi su cui sarà difficile trovare l’accordo, nonostante il tentativo della prefettura di mediare al tavolo delle trattative fra l’Asl Toscana nord ovest e i rappresentanti dei lavoratori. E proprio riguardo all’ultimo incontro, Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fp e Ana Assomed spiegano che la discussione si è conclusa “con posizioni discordanti con l’azienda e con la riserva di valutare la riorganizzazione presentata: purtroppo le organizzazioni sindacali e l’azienda Usl Toscana nord ovest non parlano la stessa lingua”.

Tanti i punti che dividono le parti, spiegano ancora le sigle. Questione preliminare la “mancanza di informazione come prevista dalla vigente normativa”. “Infatti – spiegano i sindacati – negli ultimi 110 giorni la stessa azienda non ha avuto quella correttezza aggiuntiva nei rapporti istituzionali nonostante fosse stata sensibilizzata dal prefetto stesso il 4 agosto scorso. Lo stesso progetto riorganizzativo era stato presentato alle stesse organizzazioni sindacali a meno di 24 ore dall’incontro in Prefettura e solo dietro insistente richiesta delle stesse”.
Poi c’è il nodo posti letto: i sindacati sostengono che “al termine di questa operazione”, “aumenteranno al S. Luca di sole sei unità di degenza ordinaria passando dagli attuali 321 a 327, dato questo sempre molto lontano dai 410 promessi. Inoltre – spiegano ancora le sigle – gli ulteriori 4 posti letto, per arrivare ai 10 dichiarati dall’azienda, non sono altro che letti tecnici che verranno attivati all’interno dell’area di osservazione del pronto soccorso e che l’azienda vuole far passare come letti di degenza ordinaria per non dire che ha chiuso la medicina d’urgenza”.
“Risulterebbe veritiero – aggiungono le sigle -, che riorganizzazione eviti la pericolosa dispersione dei pazienti tra area medica e area chirurgica. Le organizzazioni sindacali nutrono forti perplessità riguardo anche alla riorganizzazione e ridistribuzione degli operatori perché, a prima vista, si evidenziano delle criticità tali da non garantire alti livelli di sicurezza come richiesti dall’attuale mondo lavorativo; questo sarebbe confermato dal fatto che si continua a collocare minimo personale al fine di evitare ulteriori assunzioni recuperando quello eccedente risultante dalla ristrutturazione. Sta di fatto che l’operazione in corso che vede coinvolte nella medicina d’urgenza pronto soccorso e area medica è a bassissimo costo grazie al fatto che si basa essenzialmente su recupero del personale”.
Ma nel mirino finiscono anche i 4 posti letti che l’azienda vorrebbe destinare ai pazienti in dimissione (discharge –room) “sia perché – spiegano le sigle – il modello è naufragato anni fa nel vecchio ospedale sia perché il paziente viene spostato da una camera ad un’altra in attesa del trasferimento a domicilio. Infine il nodo più grosso sono i 4 posti letto sub intensivi che l’azienda con questa chiusura della medici d’urgenza trasferisce al pronto soccorso che a parere delle organizzazioni sindacali. Vanno ad appesantire una situazione già fortemente critica con riflessi sulla gestione e sulle responsabilità degli operatori sanitari già fortemente sollecitate. Su questo argomento sono mesi che chiediamo insistentemente l’attivazione di 2 posti letto di terapia intensiva/subintensiva per arrivare ai 30 posti letto promessi e mai aperti e che sarebbero una grossa boccata di ossigeno per i pazienti critici che arrivano al pronto soccorso e sono costretti a stazionarvi in barella anche delle ore/giorni in attesa che si liberi un posto letto”. Ma non finisce qui. Pomo della discordia anche “il concorso per primario che si sta dilatando nel tempo ed ancora non c’è un termine e gli stessi 3 medici mancanti e promessi da tempo”, spiegano le sigle.