Cgil: pronto soccorso, piano Asl non risolve problemi

22 dicembre 2016 | 15:54
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Cgil: pronto soccorso, piano Asl non risolve problemi

Il pronto soccorso continua a “scoppiare”, e per Fp Cgil il piano proposto dall’Asl non sarà risolutivo, perché – spiega la segretaria Giovanna Lo Zopone – “non risponde ai problemi che andiamo denunciando ormai da anni”. “Anche se abbiamo apprezzato la volontà dell’azienda ad affrontare le questioni, dobbiamo evidenziare che non si risolvono appieno i problemi del pronto soccorso: iperafflusso, tempi di attesa lunghi, pazienti barellati in attesa, senza intervenire sul complesso dell’offerta sanitaria, sia essa preospedaliera che intraospedaliera ed in ultimo la postospedaliera”.

Insomma, secondo il sindacato che lancia un appello ai sindaci perché intervengano e prendano posizione, i disagi che si sono registrati negli ultimi giorni e che hanno portato a temporanee interruzioni e “deviazioni” dei pazienti negli ospedali limitrofi, rischiano di ripresentarsi.
“Stante l’attuale organizzazione dei servizi sanitari locali l’emergenza pronto soccorso deve prevedere innanzitutto – sostiene Lo Zopone – l’ampliamento dei servizi ospedalieri comunque offerti, con in primis l’aumento dei posti letto nelle terapie intensive e subintensive e nell’area medica, con tutto quello che ciò comporta (aumento di personale infermieristico, Oss e medico nei suddetti settori); non riteniamo sufficiente l’apertura (e con quel personale?) di pochi letti in Area Medica mentre le terapie intensive e subintensive rimarranno affollate e con numero di letti insufficienti. La contrazione (per non dire la chiusura) della medicina di urgenza prevista dal piano riorganizzativo dell’azienda, con il trasferimento di 4 letti intensivi nei locali dell’osservazione breve, combinata con il venir meno di un medico dedicato ad essi, riversa un carico di lavoro pericolosamente carente oltre che insostenibile sull’Obi stesso: per questo siamo preoccupati e decisamente contrari. Stante il numero di accessi al pronto soccorso di Lucca attualmente registrato (che da molto tempo richiede un quotidiano incremento di orario da parte del personale), non è accettabile che la riorganizzazione del pronto soccorso comporti nel suo insieme la riduzione dell’organico medico come previsto dal progetto aziendale, e che ci si limiti ad un modesto rafforzamento nell’assistenza infermieristica, peraltro non ancora ben previsto, data l’effettiva mancanza di personale in ruolo e il dimezzamento del personale Oss. Stiamo molto attenti anche quando si inseriscono i tempi determinati senza una formazione adeguata. Diamo pertanto un giudizio negativo sul piano riorganizzativo del pronto soccorso di Lucca presentato dall’azienda Asl, proprio perché non interviene se non misura minima sulla dotazione organica ed anzi peggiora la qualità dell’assistenza fornita in quel settore con conseguenti ricadute negative sia sull’utenza che sugli operatori del pronto soccorso, ed anche perché l’intervento sulla globalità dei posti letto ospedalieri appare risibile ed assolutamente inadeguato alle esigenze, senza che con ciò si contribuisca a sanare in modo sostanziale quelle difficoltà che continueranno a rimanere a carico del pronto soccorso.
Ci dichiariamo inoltre insoddisfatti dalle risposte che l’azienda ha dato alle varie richiesta sindacali riguardo alla mancata assegnazione di un nuovo direttore del pronto soccorso, del mancato passaggio alla dipendenza di personale medico convenzionato, della mancanza di un regolamento che limiti il ricorso all’orario straordinario del personale in pronta disponibilità”.
“Non ci può soddisfare – prosegue il sindacato – il fatto che l’azienda ci continui a ripetere che il numero del personale medico e del comparto sia lo stesso di altri pronto soccorso dell’Asl nord ovest, visto che sempre più spesso bisogna bloccare gli accessi e mandare i pazienti ad altri ospedali vicini. Chiunque ha avuto modo, purtroppo, di accedere al pronto soccorso del San Luca può riferire che il personale si dà da fare moltissimo ma non riesce a dare tutte le risposte nei tempi e nei modi dovuti. I lavoratori stanno ripiegando in una sorta di rassegnazione e questo sappiamo bene che sarebbe ancora più grave e pericoloso sia per l’azienda che per i cittadini. Facciamo appello all’intervento dei sindaci: non è più accettabile questo silenzio assordante da parte loro. Siamo consapevoli che l’organizzazione è una prerogativa aziendale ma noi continueremo la nostra battaglia e vigileremo e chiediamo anche alla stampa di fare altrettanto”.