Pronto soccorso, un’emergenza continua

3 gennaio 2017 | 12:44
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Pronto soccorso, un’emergenza continua
Pronto soccorso, un’emergenza continua
Pronto soccorso, un’emergenza continua
Pronto soccorso, un’emergenza continua
Pronto soccorso, un’emergenza continua
Pronto soccorso, un’emergenza continua

Code interminabili al Pronto soccorso dell’ospedale San Luca di Lucca: anche oggi (3 gennaio), dopo i disagi di Capodanno (Leggi), la saletta d’attesa è affollata quasi in ogni ordine di posto e la gente, inevitabilmente, si lamenta. Verso mezzogiorno la situazione è totalmente congestionata: i tabelloni luminosi riportano di 13 codici gialli, 11 verdi e 5 azzurri. Campeggia inoltre, ininterrotta, la scritta ‘Emergenze in corso’, a segnalare il motivo dei ritardi. C’è però chi è in attesa addirittura dalle prime luci dell’alba e, sfiancato, si sfoga: “Mi sono sentita male stanotte – commenta una signora che tiene una borsa del ghiaccio premuta contro una tempia – a causa di un mal di testa insistente: il dolore mi ha fatto quasi svenire, ma nonostante mi sia presentata qui alle sei del mattino, sono ancora in attesa”.

La saletta contiene pazienti di ogni età: due bambini, molti adulti e qualche anziano. In prima fila c’è un’altra signora con un taglio profondo sulla fronte ed il sangue che è sceso lungo il volto. Dietro, una coppia di anziani che sbotta: “E’ cambiato l’anno – commentano amari – ma qui al pronto soccorso la situazione resta la solita. Purtroppo è la terza volta che siamo costretti a venire e, in ogni occasione, dobbiamo sobbarcarci almeno tre o quattro ore di attesa”. Alcuni parenti denunciano casi di anziani non ancora trasferiti in reparto perché non ci sarebbero posti disponibili. E’ il caso in particolare di una pensionata arrivata ieri attorno alle 13 al pronto soccorso con una bronchite acuta.
In tutto questo c’è anche chi individua responsabili ed offre soluzioni: quasi tutti sono concordi nell’affermare che le lunghe attese sono dettate dalla carenza di personale medico. “Non è possibile tollerare ancora a lungo questa situazione – afferma un padre che ha accompagnato alle otto del mattino la figlia, bisognosa di cure – anche perché sappiamo tutti benissimo qual è il problema: la mancanza di personale. L’azienda dovrebbe sbrigarsi ad assumere nuovi medici, perché non possiamo aspettare ore per essere visitati. Se il tempo di attesa si prolunga un codice azzurro può anche diventare giallo”.
Oltre a questo, i pazienti si lamentano anche per una questione annosa: quella degli spazi eccessivamente ristretti nella sala d’attesa. “Qui stanno a contatto persone con problemi molto diversi tra loro – spiega un ragazzo – e quando dico ‘stare a contatto’ intendo proprio fianco a fianco, perché non c’è posto (in effetti a mezzogiorno ci sono soltanto tre sedute libere): questo aumenta il rischio di contagi e, in generale, di peggiorare il proprio quadro clinico”. E ad un giovane che ha fatto accesso alle 10 del mattino in giornata è arrivata l’amara sentenza: non sarà visitato prima delle 22.

Paolo Lazzari