
Disagi infiniti al pronto soccorso, a Lucca ma anche in Versilia: i sindacati sono pronti alla mobilitazione se non saranno trovate soluzioni. Lo dicono Fabrizio Simonetti, segretario provinciale Cgil e Giovanna Lo Zopone, segretaria generale Funzione Pubblica Cgil che analizzano la situazione, definendo sbagliato il modello della sanità toscana, auspicando un confronto sulle soluzioni.
“Una persona, magari anziana e che non ha nessuno a casa ad assisterla, si sente male, ha la febbre alta e accusa forti dolori. Allora si reca al pronto soccorso e qui aspetta sei ore prima di essere visitata e altrettante, se non di più, se sta talmente male che necessita di ricovero. In Versilia – spiegano i sindacati – sembra che, non essendoci più posti, le barelle siano state sistemate anche per terra. I giornali parlano di “emergenza sanità”, ma più che di un’emergenza si tratta della conseguenza logica e banalmente prevedibile dei continui tagli operati negli ultimi anni alla sanità pubblica. Si sostiene che ci sono state le ferie natalizie del personale, l’influenza e la meningite. Ma il piano ferie non viene presentato e concordato per tempo con l’azienda? L’influenza non è una malattia che si presenta tutti gli inverni e quest’anno aveva già dato da tempo i segnali della propria virulenza? Il timore della meningite non era prevedibile dopo le allarmanti notizie apparse recentemente sulla stampa?”.
“Cosa fanno i dirigenti, ben pagati con i soldi pubblici – proseguono i sindacati – , che hanno il compito di dirigere le strutture loro assegnate, ossia di prevedere le situazioni critiche che si possono presentare e mettere in atto i necessari provvedimenti? Cosa fanno i politici, dopo averci detto per anni che il nuovo modello di sanità, anche nella nostra regione, era il migliore possibile e, comunque, sicuramente in grado di fornire adeguate prestazioni assistenziali. Ora, invece, come da noi più volte denunciato, si scopre che i posti letto non sono sufficienti, così come non lo sono gli operatori sanitari, medici e infermieri, chiamati a turni di lavoro massacranti. Un giorno si scoprirà anche, improvvisamente, che l’età media della popolazione aumenta e che gli anziani, di solito, hanno più bisogno dei giovani di assistenza sanitaria, ossia di medici e di ospedali. Sta di fatto che il livello di assistenza che gli ospedali riescono a fornire è inadeguato rispetto alle esigenze della popolazione. Le scene che si continuano a vedere nei nostri ospedali sono indegne di un Paese civile e, soprattutto, a farne le spese sono i soggetti più deboli, che si trovano ad affrontare la malattia, spesso anziani e soli. La nostra Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, non è quindi un servizio qualsiasi, che lo Stato può fornire o meno, sulla base delle compatibilità economiche. Si deve prendere atto, responsabilmente e ragionevolmente, che il modello di assistenza sanitaria così com’è non funziona ed ha bisogno di correttivi. In mancanza di più risorse vuol dire che quelle che ci sono devono essere spese diversamente e meglio.
E quali sono, invece, le proposte della Regione? Più straordinari e assunzione di personale per due mesi? Ma chi dovrebbe fare questo straordinario? Quel personale che spesso non riesce neanche a rispettare i tempi di riposo? È così evidente che quello che sta succedendo in questi giorni è solo la “punta dell’iceberg” di un sistema sanitario che sta mostrando tutte le sue falle. La Cgil, come sempre, è pronta a fare la sua parte ed a confrontarsi su queste problematiche per ricercare le possibili soluzioni, ma se ciò non avverrà saremo anche pronti ad utilizzare qualsiasi strumento per difendere il diritto dei cittadini alla salvaguardia della propria salute e quello delle lavoratrici e lavoratori del comparto ad operare con mezzi adeguati e nel rispetto dei contratti di lavoro”.