Corte Ghiri, il cantiere nel mirino degli abitanti

20 gennaio 2017 | 09:01
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Corte Ghiri, il cantiere nel mirino degli abitanti

Gli abitanti di Corte Ghiri a Sant’Alessio sono sul piede di guerra. Nel mirino finisce quella che, stando a quanto denunciato in una lettera inviata al sindaco Alessandro Tambellini da Monica Lorenzini, avrebbe dovuto essere una ristrutturazione di un vecchio fienile e che invece è arrivata a “stravolgere l’atmosfera” della corte. Per questo i cittadini chiedono al Comune di verificare e intervenire per fermare lo scempio.

“Consapevole dell’importanza storica per la persistenza e la tutela della memoria contadina di corte Ghiri, documento esemplare dell’assetto perduto delle tante altre corti sparse nel nostro contado ormai quasi tutte irrimediabilmente stravolte da regolamenti urbanistici scellerati – scrive Lorenzini al sindaco -, rimango allibita di fronte all’edificio che si va costruendo nel campo confinante l’aia, dove pochi mesi fa c’era solo un piccolo fienile. Era un fienile non proprio antico ma la cui forma appariva congrua al contesto”.
“Agli abitanti della corte – racconta – era stato detto che tale edificio sarebbe stato ricostruito uguale spostandolo di poco. Ora che lo scheletro del nuovo edificio ha raggiunto il tetto appare chiaro quanto questa struttura si configuri totalmente estranea al contesto paesaggistico per collocazione, materiale, mole, altezza e tipologia edilizia. La mole a cui è arrivata l’ossatura in cemento armato svilisce e mortifica ormai l’eleganza e l’imponenza della corte. La collocazione, a pelo di Via dei Piaggesi, incombente sulla corte, toglie la luce del pomeriggio ad un’aia che è posizionata a sud proprio per avere luce tutto il giorno. Ci si chiede come sia stato possibile autorizzare tale costruzione entro un contesto paesaggistico tanto importante. L’edifico che si sta costruendo mina l’integrità paesaggistica di un luogo che aveva resistito ai tempi e il cui valore culturale trascende i confini della nostra città”.

“La corte privata del proprio contesto rimane morto e freddo monumento e niente più – sostiene Lorenzini nella lettera-denuncia -. L’importanza di Corte Ghiri stava nell’essere riuscita a rimanere quasi pressoché integra e isolata entro un contesto agricolo con campi e rustici intorno. La vicina zona industriale pensavamo fosse stato il parto di un periodo ormai lontano di cieca pianificazione del territorio, invece il danno più grave alla corte è stato fatto oggi. Nel vecchio fienile, che ancora ospitava i carri e altri attrezzi agricoli del lavoro di corte, fino a pochi decenni fa si riunivano tante donne di corte a sgranare i fagioli coltivati nei campi intorno. Niente vietava al proprietario di ricavarne un’abitazione. Tanti erano i modi possibili per ristrutturare senza impattare e stravolgere l’assetto paesaggistico peculiare del luogo. Come abitante di Corte Ghiri, attenta a non sostituire nemmeno la porta d’ingresso della casa in cui vivo, rispettosa dell’aia antica in cotto e dell’integrità di ciò che ancora rimane della morfologia originaria dell’intero complesso, rimango sbalordita e incredula nel constatare la totale assenza di vincoli paesaggistici di un così importante e fragile contesto. Osservo dalla finestra le facce incredule di chi, passando per andare a passeggiare lungo il fiume, vede il cantiere. Ascolto i tanti commenti sbalorditi di fronte all’impatto negativo di tale costruzione sull’equilibrio del luogo. Chi ha permesso questo? E’ la domanda ricorrente. Lo stravolgimento dell’atmosfera che si respirava in questa corte, la modifica del suo profilo, l’aia privata per sempre della vista del tramonto è cosa tristissima per chi ci abita da tempo e ha imparato ad amare e rispettare questo luogo silenzioso, ma è una perdita ancora più grave per il patrimonio di bellezza condiviso dai lucchesi con il resto del mondo. Forse il prossimo articolo riservato a Corte Ghiri su una rivista di architettura o di urbanistica non sarà più all’insegna della lode ma del degrado e le guide che ogni settimana d’estate portano i cicloturisti lungo il parco fluviale con tappa obbligata in Corte Ghiri mostrata sempre con orgoglio come spiegheranno e come giustificheranno l’invasività dell’intervento? L’aggressione a questo luogo, la mancanza di attenzione e la superficialità manifestata da chi doveva vigilare peserà di sicuro negativamente sul livello di civiltà di tutta la comunità lucchese. Chiedo, pertanto al sindaco, che tale scelta di localizzazione di un edificio incongruo al contesto paesaggistico e storico di via dei Piaggesi a San Alessio venga totalmente rivista e riconsiderata e si ponga immediato rimedio al danno paesaggistico”.