Tutela beni culturali, ministri chiudono convegno Imt

4 febbraio 2017 | 13:31
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Tutela beni culturali, ministri chiudono convegno Imt
Tutela beni culturali, ministri chiudono convegno Imt
Tutela beni culturali, ministri chiudono convegno Imt
Tutela beni culturali, ministri chiudono convegno Imt
Tutela beni culturali, ministri chiudono convegno Imt
Tutela beni culturali, ministri chiudono convegno Imt

Il rilancio dell’Italia quale paese capofila nella protezione del patrimonio culturale e nella lotta ai traffici illeciti passa anche da Lucca, attraverso le dichiarazioni dei ministri Orlando e Franceschini. Il percorso di elaborazione della Convenzione internazionale in materia di reati relativi ai beni culturali promossa dal Consiglio d’Europa e prossima all’approvazione ha infatti fatto tappa anche in città, nell’ambito del seminario internazionale Nuove prospettive della tutela penale dei beni culturali organizzato dalla scuola Imt, che ha avuto luogo nel complesso di San Francesco.

La mattinata di oggi (4 febbraio) è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione normativa italiana ed europea sul tema della tutela penale dei beni culturali e valutarne le prospettive future. Ad intervenire, fra i vari ospiti internazionali, sono stati anche il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini e il ministro della giustizia, Andrea Orlando, principali autori del disegno di legge licenziato dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi, inerente una nuova disciplina sanzionatoria per i reati legati al traffico di beni culturali.
“Questa Convenzione – ha dichiarato Franceschini – rappresenta un grande passo in avanti nella costruzione di una base comune per quanto riguarda i criteri di tutela del patrimonio culturale, sapendo che ci sono ancora grandi limiti e diversità fra Paesi che hanno accumulato legislazioni e gradi di consapevolezza dell’opinione pubblica differenziati. L’Italia è protagonista di questo processo con la sua legislazione molto antica ed avanzata, accompagnata da strutture radicate sul territorio. Nel nostro Paese l’opera d’arte ha un valore più alto rispetto alla proprietà privata, ma non è così in altre realtà. Il ruolo dell’Italia nei lavori della Convenzione è un ruolo di traino, per trovare una base condivisa che consenta al documento di essere approvato in tutti gli Stati. Siamo ben disponibili ad ospitarne la firma e a svolgere una successiva funzione di monitoraggio. Dobbiamo restare avanti e stiamo cercando di farlo anche con norme nazionali: il disegno di legge approvato nei giorni scorsi gode di ampia condivisione, lavoreremo per farlo diventare legge, per compiere un ulteriore passo in avanti. La nuova disciplina introduce infatti, fra gli altri, il reato specifico di furto dei beni culturali, un’aggravante per il delitto di devastazione e saccheggio, una nuova figura di reato per illecita detenzione di beni culturali, un’aggravante per la ricettazione.
“Queste misure – ha proseguito – si muovono parallelamente ad una regolamentazione più moderna ed aperta rispetto all’esportazione dei beni culturali, perché uno dei problemi legati all’arte contemporanea è il fatto di essere rimasta troppo chiusa all’interno dei confini nazionali, senza conoscere una giusta diffusione. Un altro aspetto di rilievo è la condivisione di informazioni: ci stiamo muovendo verso un’idea di carta identità del bene, poiché uno dei problemi dei furti nelle abitazioni private è proprio l’assenza di documentazione per recuperarli. Infine dedicheremo particolare attenzione alla promozione dell’educazione, che è lo strumento migliore per formare la sensibilità dell’opinione pubblica sulla tutela mondiale dei beni culturali”.
Le tematiche affrontate in questi due giorni a Lucca saranno oggetto di dibattito nel corso del primo G7 dei Ministri della cultura che avrà luogo a Firenze il 30 e 31 marzo e sarà incentrato sulle questioni della protezione del patrimonio culturale, del traffico illecito di beni e della cultura quale strumento di dialogo fra i popoli.
“Oggi la sfida che sta di fronte alla giurisdizione – ha affermato Orlando – è la capacità di immaginare la sua dimensione sovranazionale. Non esiste fenomeno di impatto economico e sociale che non trovi risposta nella legislazione sovranazionale, ma ancora continuano ad essere utilizzati strumenti nazionali. L’Italia si pone all’avanguardia in questo campo grazie ad un’impostazione che ha puntato e punta sulla cooperazione giudiziaria come elemento distintivo della sua giurisdizione. Nella legislazione sovranazionale gli interventi in quest’ambito sono percepiti come interventi a garanzia dei diritti fondamentali degli individui: il bene culturale non solo ha un valore economico, ma è anche un segno di identificazione culturale. Questa impostazione ha necessariamente riflessi in ambito penale e ritengo che dovrà averne anche nell’ambito del diritto civile e di proprietà. Un apporto fondamentale nella lotta traffici illeciti è infine fornito da oltre quarant’anni dall’Arma dei carabinieri, che svolge anche un ruolo centrale nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’Unesco dei caschi blu della cultura”.