Bovenzi: “S.Luca? Un’opportunità da difendere”

16 febbraio 2017 | 16:11
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Bovenzi: “S.Luca? Un’opportunità da difendere”

Un questione di cuore. Che riguarda, ogni anno, migliaia di persone che sul nostro territorio si trovano a dover affrontare problematiche sanitarie legate alla cardiologia. E Francesco Bovenzi è il direttore della cardiologia dell’Ospedale San Luca di Lucca e Santa Croce di Castelnuovo Garfagnana. Dal 2004 dirige a Lucca uno dei primi reparti di cardiologia aperti in Italia negli anni Sesttanta per la cura dell’infarto. Con la sua guida culturale, organizzativa e scientifica, dopo cinquanta anni il progresso assistenziale cardiologico al San Luca è divenuto all’avanguardia. Lo testimonia il fervore culturale delle iniziative di ricerca clinica e formazione, come il prossimo Meeting CardioLucca 2017, dal titolo New frontiers in cardiovascular disease, che si terrà a Palazzo Ducale dal 2 al 4 marzo, con l’attesa partecipazione di centinai di cardiologi italiani.

Quanti sono i cardiopatici con malattia coronarica tra la Piana e la Valle del Serchio?
Ricoveriamo e curiamo ogni anno circa 2000 pazienti, due terzi dei quali con problemi coronarici, ma stimiamo che sono oltre 6.000 i cittadini, tra la Piana e la Valle del Serchio, che soffrono per una cardiopatia ischemica. Di questi, ogni anno cica 200 si ricoverano nel nostro reparto con infarto grave evolvente di quelli che vanno trattati in emergenza con angioplastica coronarica primaria. Un progresso straordinario frutto della nostra organizzazione interna attiva 24 ore su 24, con costante doppia guardia in reparto e reperibilità. Alle spalle una Rete inter-ospedaliera che da anni è efficiente nella nostra realtà, di esempio per molti, risultata tra le prime in termini di risultati in campo nazionale. Impiantiamo complessivamente oltre 250 tra pacemaker e defibrillatori salvavita di ogni tipo. Garantiamo ai cittadini annualmente oltre 30.000 prestazioni ambulatoriali e circa 500 esami ecocardiografici di secondo livello.
Quale il segreto dei buoni risultati del reparto di cardiologia del San Luca?
Quando nel 2004 sono diventato il Primario della Cardiologia di Lucca mi sono prefissato alcuni fondamentali valori e principi ispiratori cui credo fortemente. Tra questi, l’umanizzazione dell’assistenza, una forte cultura della comunicazione, il lavoro di gruppo, un’organizzazione moderna e flessibile, infine, qualità delle cure e buon governo clinico. Oggi, ho il piacere di coordinare un prezioso gruppo di cardiologi rinnovato nei ruoli, verso i quali ho cercato personalmente in ogni modo di accrescere le singole competenze, motivando e ampliando le esperienze cliniche professionali. Così è accaduto in emodinamica, in terapia intensiva, nell’ambulatorio di cardiologia pediatrica, in aritmologia, in riabilitazione e per imaging ecocardiografico in cui Lucca rappresenta una realtà riconosciuta come centro di ricerca clinica che pubblica annualmente numerosi lavori sulle più prestigiose riviste mediche internazionali.
Come giudica il nuovo ospedale a Lucca?
Un’opportunità per tutti, ma soprattutto i cittadini. L’ospedale ha un significato sociale, culturale e scientifico di innegabile valore che va rispettato e difeso. La modernizzazione assistenziale è un dovere cui bisogna rispondere proprio come abbiamo fatto in cardiologia, partendo da un cambiamento organizzativo contestuale a quello del corpo ospedaliero, rispettando le competenze, tutte le professionalità presenti, anche infermieristiche e tecniche che da noi sono molto integrate con i medici, e non ultimo la ricerca della vera centralità del paziente.
Come lavora la cardiologia nel San Luca?
Direi molto bene visti i nostri dati di produttività. Fin dal primo momento abbiamo condiviso in Azienda i cambiamenti strutturali del corpo ospedaliero, che non erano solo di natura edilizia, ma di ruoli, e soprattutto gestionale e organizzativa. Grazie a scelte lungimiranti in cardiologia al San Luca abbiamo disponibilità di interventi terapeutici che sono in grado di modificare in misura importante la prognosi e la qualità di vita di tanti pazienti.
Come potrebbe ulteriormente crescere la cardiologia di Lucca?
Sarebbe troppo facile rispondere che bisogna accrescere le risorse umane e strumentali, la sostenibilità purtroppo non lo consente. Responsabilmente dico che abbiamo continuo bisogno dell’aiuto e della comprensione di tutti, ma soprattutto del sorriso dei nostri pazienti che in modo crescente si rivolgono alle nostre cure.