





Il transetto nord della cattedrale di San Martino torna ad essere fruibile da lucchesi e turisti, dopo 18 mesi di lavori. La monumentale campagna di restauro dell’intero edificio sacro, invece, è durata oltre 10 anni. Oggi (3 aprile) è dunque una data da segnare in grassetto sul calendario e, per l’occasione, intervengono tutte le maggiori autorità del territorio. Oltre al vescovo Italo Castellani (sempre affiancato da don Mauro Lucchesi), ci sono il sindaco Tambellini, il soprintendente Ficacci, il presidente della Fondazione Crl Lattanzi, il prefetto di Lucca Simonetti, il consigliere regionale Baccelli ed il presidente del Consiglio comunale Garzella.
Decisivo, ancora una volta, il contributo della Fondazione Crl, con il finanziamento per 850 mila euro sull’oltre 1 milione necessario al pieno recupero delle due campate, che tornano a sfoggiare un cielo azzurro stellato. Insieme ai soffitti e alle tombe è stata restaurata anche la secentesca Cappella del santuario, che ora torna anche a custodire un reperto notevole come la pala di Fra Bartolomeo. Sono oltre 9 milioni, invece, i soldi messi a disposizione per la riqualificazione complessiva dell’edificio, che solo un anno fa festeggiava il restauro delle due campate occidentali. Oggi, senza più ponteggi e cantieri, tutti possono lasciarsi andare.
“E’ un giorno di grande gioia – esordisce il vescovo – perché sembrava che questi lavori, nel complesso, non dovessero finire mai. Lucchesi e turisti possono ammirare con gli occhi e con il cuore questa grande bellezza”. Poi un monito: “L’unica cosa certa dei nostri tempi – afferma – è il cambiamento. Noi ci adeguiamo a questo concetto offrendo la bellezza di questi luoghi che sono tornati a splendere”. Un’equipe composita (architetti, ingegneri, maestranze, restauratori) ha permesso di riportare alla luce alcuni patrimoni notevoli della storia lucchese. Sono infatti tornate fruibili le decorazioni realizzate intorno al 1881 da Enrico Ridolfi e Gabriele Marcucci, oltre al monumento funebre dei vescovi Guidiccioni, scenografia marmorea risalente al 17esimo secolo.
L’intervento alla Cappella è stato tra i più impegnativi, comportando la revisione della copertura, il recupero di intonaci e stucchi ed il restauro delle decorazioni pittoriche. Uno scrigno, inoltre, accoglie “Il bambino fra i santi Giovanni Battista e Stefano”, opera dipinta da Fra’ Bartolomeo e tolta dalla sua collocazione in cattedrale oltre 20 anni fa, per essere ospitata al museo nazionale di villa Guinigi. “Le cattedrali – osserva il sindaco – hanno da sempre un legame profondo con le città. Abbiamo atteso a lungo questo momento e, oggi, la chiesa dei lucchesi viene restituita davvero a tutti. E’ il sintomo della vita civile e religiosa che continuano a procedere insieme”. L’architetto Paolo Sabatini, che ha seguito la fase della progettazione, ha poi ricordato come i lavori si siano estesi anche ad altre zone della cattedrale: sono state restaurati anche le membrature delle porte esterne e gli altari laterali. “Cerchiamo tutti di comprendere – chiude il soprintendente Ficacci – come questo sia un momento assolutamente cruciale per la collettività lucchese. Sottoscrivo quello che ha detto il vescovo: viviamo nella certezza del cambiamento e la bellezza di questi lavori lo certifica”.
Una equipe composita e perfettamente coordinata che ha consentito di riportare alla luce brani importanti della storia dell’arte lucchese. Il restauro delle volte infatti completa il recupero delle decorazioni realizzate intorno al 1881 da Enrico Ridolfi e Michele Marcucci, mentre di grande importanza è la “riscoperta” del monumento funebre dei vescovi Guidiccioni, scenografica architettura marmorea del XVII secolo che introduce alla bellissima Cappella del Santuario.
Proprio il recupero della Cappella, costruita tra 1626 e il 1657, rappresenta la nota più lieta: si tratta di uno degli interventi più impegnativi tra quelli ultimamente compiuti, con la revisione della copertura, il risanamento delle strutture murarie, il recupero degli intonaci e degli stucchi e il restauro delle decorazioni pittoriche.
Uno splendido scrigno che ha potuto di nuovo accogliere la rinascimentale pala della Madonna con il bambino fra i santi Giovanni Battista e Stefano, dipinta da Fra’ Bartolomeo nel 1509, tolta dalla sua collocazione in Cattedrale oltre venti anni fa, prima dell’inizio dei lavori, e per tutto questo lunghissimo tempo ospitata nel Museo Nazionale di Villa Guinigi.
Paolo Lazzari