A Lucca corteo storico per la festa della libertà

20 aprile 2017 | 14:49
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A Lucca corteo storico per la festa della libertà

Domenica (23 aprile) Lucca celebra la 648esima Festa della Libertà voluta dal governo dell’antica Repubblica per ricordare la liberazione della città. Infatti, nel 1370, l’imperatore Carlo IV di Boemia, dietro le pressanti richieste dei lucchesi fuoriusciti e dietro un ricco compenso, scese in Italia sostando a Lucca dove emise un bando con cui affrancava la città da ogni servitù straniera ponendo fine quindi all’ormai trentennale occupazione pisana. La Festa della Libertà ha quindi radici antichissime e per secoli è stata la più importante celebrazione civile cittadina unica che vedeva gli Anziani lasciare il Palazzo del Governo per assistere ad una Messa in Duomo.

La Compagnia Balestrieri, nella sua costante ricerca delle più profonde tradizioni cittadine, ha voluto ripristinare la festa secondo l’esatta ricostruzione delle cerimonie. L’intero gruppo storico parteciperà in costume alla messa delle 10,30 in Duomo cui prenderanno parte le principali autorità cittadine a confema del legame voluto dai nostri antenati fra l’amore della città di Lucca per la Libertà e la sua devozione per il Volto Santo. Nel corso della cerimonia verrà letta l’antica preghiera scritta dal Vescovo Alessandro Guidiccioni (1549-1600) ed approvata dal Vaticano con Bolla del Papa Clemente VIII ritrovata alcuni anni fa nella Canonica di Pieve Fosciana dove la festa è stata celebrata regolarmente sino ai giorni nostri.
Il corteo storico della Compagnia Balestrieri, partirà alle 10 dalla Casermetta del Baluardo di San Pietro percorrendo: via Bacchettoni, via Elisa, via S.Croce, via delle Trombe fino a Piazza San Martino dove il gruppo si congiungerà con le rappresentanze del gruppo sbandieratori della Città di Lucca – Contrada S. Anna e con quello dell’ associazione contrade di San Paolino.
Dopo la messa il corteo si sposterà in piazza San Martino dove si svolgerà la rievocazione della cerimonia di insediamento e giuramento dei Gonfalonieri dei tre terzieri accompagnata da un’esibizione del gruppo musici e sbandieratori della compagnia Balestrieri. Al termine della cerimonia il corteo rientrerà in sede percorrendo via Fillungo. Alle 15 nel campo di tiro della Compagnia Balestrieri (spalti antistanti il baluardo di S. Pietro), avrà inizio il 18esimo Trofeo della Libertà, gara nazionale di tiro con la balestra da postazione ad ‘eliminazione diretta’ fra i tiratori delle città aderenti alla Federazione Italiana Balestrieri (Massa Marittima, San Marino e Lucca) e quelli delle città di Volterra. La gara sarà estremamente avvincente per la presenza di oltre 100 fra i migliori tiratori italiani e per l’occasione il pubblico potrà accedere al campo di tiro attraverso il sotterraneo del baluardo di San Pietro (ingresso da fuori le mura) opportunamente imbandierato ed illuminato con fiaccole. La gara riveste particolare importanza perché è la prima dell’anno e l’associazione lucchese ci tiene particolarmente far bella figura anche in previsione dei prossimi impegni Nazionali che la vedranno impegnata nell’organizzazione in Lucca del 51esima campionato italiano di tiro con la balestra Fib che si svolgerà in Lucca l’8 luglio prossimo. Alle 16 partirà un nuovo corteo storico curato dal Gruppo Sbandieratori della Contrada di S. Anna che raggiungerà Piazza San Michele dove si esibirà con il proprio dei gruppo musici e sbandieratori. La casermetta del Baluardo San Pietro resterà aperta al pubblico per tutto il giorno per visite ed esibizione di danza rinascimentale a cura del gruppo di danza antica della Compagnia Balestrieri Lucca.

La storia della Festa. Alla morte di Castruccio Castracani, avvenuta il 3 settembre 1328 per le febbri malariche contratte nell’assedio di Pistoia, la città di Lucca passò nelle mani del figlio di Castruccio Enrico che solo un mese dopo venne esautorato dall’Imperatore Lodovico il Bavaro che ne rivendicò il governo, esercitandolo tramite vicari propri. Successivamente il vicariato fu ceduto per 22mila fiorini d’oro a Francesco Castracani, cugino di Enrico, che il 15 aprile 1329 doveva ricederlo all’imperatore che lo assegnava a Marco Visconti. Il 2 settembre dello stesso anno Lucca fu venduta per 60mila fiorini al genovese Gherardo Spinola che dopo 18 mesi la cedeva a Giovanni di Boemia. Egli la rivendette nel 1333 per 35mila fiorini ai Rossi di Parma che la passarono a Mastino della Scala. Nel 1341 gli Scaligeri la cedettero ai fiorentini che l’anno successivo dovettero abbandonarla nelle mani del doge di Pisa Giovanni Dell’Agnello. Egli pose il suo comando all’interno dell’imponente fortezza dell’Augusta, realizzata da Castruccio come sua residenza cittadina su disegni di Giotto, e da lì impose un regime dittatoriale volto a stroncare definitivamente la forza della nemica di sempre. Il territorio lucchese fu lungamente devastato e vennero imposte nuove pesantissime tasse che i lucchesi mal sopportavano e per questo motivo i molti fuoriusciti si adoperarono presso l’imperatore Carlo IV di Boemia affinché intervenisse a favore della città. L’Imperatore, cogliendo l’occasione di una sua discesa in Italia e dietro il lauto compenso dell’enorme cifra (per quei tempi) di centomila fiorini d’oro, decise di emettere un proclama che affrancasse la città di Lucca da ogni servitù straniera ponendo fine così all’ormai trentennale occupazione pisana che restò famosa con l’infausto nome di ‘schiavitù babilonese’.
Il nuovo Governo cittadino, come primo atto dopo la sua ricostituzione, volle che fosse istituita una festa che ricordasse nei secoli la data della riconquista della Libertà cittadina. Così dal 1370 ogni anno, nella Domenica in Albis, la città avrebbe ricordato l’ingresso in Lucca dell’Imperatore ed il Governo tutto avrebbe preso parte ad una solenne funzione religiosa in Duomo (per questo motivo fu fatto realizzare al Giambologna l’artistico altare detto ‘della Libertà’) durante la quale venivano lette alcune preghiere di ringraziamento autorizzate da una specifica Bolla di Papa Clemente VIII (preghiere rintracciate presso la parrocchia di Pieve Fosciana e lette anche nella cerimonia di domenica prossima). Il secondo atto fu quello di approntare una nuova forma di governo capace di meglio tutelare gli interessi dei cittadini: per questo fu nominata una commissione guidata dal Messo Imperiale Cardinale Da Montefeltro che dopo lunghi studi decise di creare i Terzieri di San Martino, San Paolino e San Salvatore che sarebbero stati alla base della vita politica e militare cittadina per i successivi quattro secoli.
Il giorno della Festa della Libertà venne ad assumere importanza notevolissima: di fatto era la principale festività civile cittadina. Era l’unica Festività in cui gli Anziani ed il Gonfaloniere di giustizia erano soliti lasciare il palazzo per presenziare tutti assieme ad una messa ed in questo giorno avveniva la cerimonia pubblica della nomina dei Gonfalonieri di Terziere con la consegna ufficiale delle insegne ai Gonfalonieri ed ai Pennonieri. La cerimonia, che la compagnia Balestrieri sta studiando ed ha in animo di riprodurre dall’anno prossimo, era seguita dall’intera cittadinanza che vedeva in essa il rinnovato affermarsi della Libertà cittadina.
Con la caduta del governo repubblicano (a seguito dell’arrivo delle truppe francesi nel 1799) cessa la celebrazione della festa che prosegue comunque in alcuni paesi della provincia: Pieve Fosciana, Vorno, ecc. dove essa non è mai stata accantonata e dove viene tuttora celebrata anche se, nel tempo, se ne è persa l’esatta origine e troppo spesso la popolazione non è a conoscenza quale Libertà si festeggi.