Workshop Fai sul Nottolini: si superi la frattura dell’A11



La buona notizia è che l’acquedotto del Nottolini non ha bisogno di interventi strutturali, ma soltanto di lavori di riparazione e consolidamento degli archi in prossimità dell’interruzione operata all’intersezione dell’A11. È quanto è emerso durante i lavori del workshop organizzato dal Fai di concerto con il Comune di Lucca che si è svolto ieri (20 aprile) nella sala intitolata a Vincenzo Da Massa Carrara del complesso di San Micheletto. Non solo: l’acquedotto neoclassico è in grado di reggere ai terremoti che potrebbero interessare la nostra zona.
Dopo gli onori di casa dell’avvocato Maria Talarico, capo delegazione del Fai di Lucca e Massa Carrara, si sono susseguiti numerosi interventi. “Certamente – ha illustrato la professoressa Maria Luisa Beconcini della facoltà di ingegneria dell’università di Pisa – sono necessari interventi di manutenzione per rimediare a episodi di incuria che, se trascurati, potrebbero degradare la muratura dell’opera: si pensi, per esempio, alle radici della vegetazione che penetrano nei giunti di malta o agli alberi cresciuti vicini all’acquedotto e che potrebbero un giorno cadere; ma anche alle infiltrazioni d’acqua. Tuttavia si tratta di interventi mediamente impegnativi”. Le indagini svolte in sede di tesi universitaria hanno interessato il rilievo delle lesioni e delle manifestazioni di dissesto, evidenziando che sono tutte localizzate vicine al disturbo statico del taglio; sono state effettuate inoltre delle indagini soniche sulle murature con esperti di geofisica. Presenti, per il Comune di Lucca, l’assessore all’urbanistica Serena Mammini e l’assessore ai lavori pubblici Francesca Pierotti: “In questi anni si sono svolte analisi, sono stati condotti studi e sono stati redatti progetti propedeutici al recupero del complesso monumentale dell’acquedotto – ha dichiarato l’assessore Francesca Pierotti – e adesso, dopo il restauro delle Mura, sarà prioritario concentrarci su quest’opera, anche nella sua dimensione di parco così come è stata riconosciuta dal nuovo piano strutturale. Un intervento che andrà di pari passo con quello per l’area dell’ex scalo merci, che filtra l’innesto delle arcate con gli spalti. Vogliamo valorizzare l’acquedotto – continua la Pierotti – come percorso di collegamento ciclopedonale tra due Comuni, come attrattiva ludica e turistica. Abbiamo pronto un progetto per un bando sulla ciclabilità che dovrebbe uscire nei prossimi giorni. Così come per l’area della Montagnola di San Concordio, anche per il parco del Nottolini dobbiamo attivare progettualità con le associazioni di quartiere per la manutenzione dei beni comuni. Questo non significa – conclude la Pierotti – che l’ente pubblico debba tirarsi indietro, anzi: noi abbiamo di ottimizzare la gestione del verde riunendola sotto un unico ufficio competente. Ma siamo consapevoli che l’apporto della cittadinanza attiva è fondamentale”. Ai presenti PubliEd ha fatto omaggio del bel volume fotografico L’acqua, le architetture, il paesaggio dell’acquedotto di Lucca. Il soprintendente Lugi Ficacci ha sottolineato la centralità del monumento per la figura idraulica del territorio e la finalità del workshop di prendere coscienza, con approccio pragmatico, dei passi compiuti e delle strategie da attuare: “Sul Nottolini sappiamo molto, c’è un buon livello di specializzazione nella ricerca. Le 6 arcate abbattute per far passare l’autostrada sono uno scempio da sanare, magari con un innesto di architettura contemporanea. Esiste un piano per l’arte contemporanea – continua Ficacci – rivolto alle Soprintendenze, a Lucca possiamo contare sull’attenzione del Fai e sulla lungimiranza d’investimento della Fondazione Cassa di Risparmio, uno dei pochi soggetti che ha visto un’opportunità nell’art bonus: si tratta di mettere insieme intenti e progetti, siamo sulla buona strada”. Presente al workshop del Fai anche il sindaco di Capannori, Luca Menesini: “Tra poco l’acquedotto avrà 200 anni: anche per onorare questo anniversario – ha detto – che cadrà nel 2022, sarebbe auspicabile muoverci adesso, lanciare un concorso di idee a livello internazionale per inserire elementi di dialogo con la modernità in prossimità della ferita dell’A11. La collaborazione con i soggetti privati è indispensabile, così come creare cultura diffusa dell’importanza di investire nell’art bonus anche per le aziende del territorio. Dobbiamo intensificare – conclude Menesini – la ricerca di risorse ad hoc”. La necessità di una “manutenzione programmata” è stata messa in risalto dall’urbanista Gilberto Bedini, così come la costituzione di un gruppo di persone che studino costantemente il tema dell’acqua nei suoi valori paesaggistici, “una sorta di deputazione degli edili, come quella guidata da Mazzarosa all’epoca del ducato borbonico”. Coraggio e passione sono invece le parole d’ordine proposte dall’architetto Elvio Cecchini, che ha messo in luce alcuni elementi di arredo poco consoni con il monumento, come alcuni faretti incastonati nei pilastri dell’acquedotto: “dovremmo poter avanzare azioni che responsabilizzino il privato che abita nei dintorni del tracciato a tenere in un certo modo le proprie proprietà”, ha proposto. Due le azioni proposte nelle conclusioni dell’ingegner Francesco Cecati della Soprintendenza: la collaborazione del Fai, che promuova l’acquedotto come “luogo del cuore”, e la costituzione di un centro studi permanente sul Nottolini. “Investire in studi e conoscenze è un modo per risparmiare sul lungo periodo – ha detto – e voglio ricordare che il tracciato dell’acquedotto, rettilineo, in armonia col paesaggio, è un dato storico che conferma la vocazione di Lucca capitale. Gli interventi successivi, la ferrovia e l’autostrada, hanno rotto questa armonia perché non venivano da Lucca ma vi arrivavano in modo quasi colonialistico”. Il workshop ha messo in evidenza lo stato delle conoscenze prodotte: ora che è stato fatto ordine, non rimane che dare vita ai progetti.