Alla rievocazione del triumvirato il nipote di Marinetti

22 aprile 2017 | 16:31
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Alla rievocazione del triumvirato il nipote di Marinetti
Alla rievocazione del triumvirato il nipote di Marinetti
Alla rievocazione del triumvirato il nipote di Marinetti

In tanti, tra genitori e appassionati, alla seconda edizione della rievocazione monumentale del primo triumvirato che ha visto sul palco, nelle vesti di Cesare, Pompeo e Crasso, tre studenti del liceo scientifico Vallisneri. Vestiti d’epoca, arpe celtiche e una vera e propria Legione italica con elmetti e scudi che, dopo aver marciato nelle vie del centro storico strappando foto e video a passanti e turisti, ha accompagnato, proprio come nei vecchi film hollywoodiani, i tre sovrani romani fin sopra il palco.

Un lavoro, quello firmato Domus Romana di Lucca, che ha visto l’impegno e la partecipazione di molti istituti e studenti lucchesi: attori e comparse del Liceo Vallisneri, scenografie ideate dal liceo artistico Passaglia di Lucca e Stagi di Pietrasanta, accoglienza e assistenza turistico-culturale a cura degli studenti dell’Isi Pertini e per finire un banchetto con degustazioni di epoca romana preparato dai ragazzi dell’Istituto alberghiero Marconi di Viareggio. Un lavoro di squadra accurato e ben fatto che ha ricevuto, fin dai primi momenti di battute, tantissimi applausi da parte del pubblico. Ma il vero protagonista della giornata, senza nulla togliere ai grandi sovrani e soldati di Roma che proprio ieri (21 aprile) ha festeggiato ben 2770 anni dalla sua fondazione, è stato il poeta e filosofo Leonardo Alaeddin Clerici, nonché nipote del grande Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo italiano. Un’eredità importante, quella del poeta, che oggi, tra le sale dell’auditorium San Micheletto dove si è svolta la rievocazione, ha dato al pubblico un’affascinante lezione.
“E’ un onore per me essere qui a Lucca, città ricca di genio. I veri poeti – spiega l’erede di Marinetti – hanno il massimo potere perché riescono a sintetizzare la passione non credendo alla storia. Il passato – continua – resta tale e, come diceva mio nonno, ha sempre torto: per questo i veri poeti lo negano e si affidano solo alle emozioni e alle passioni del momento. La vera forza di Roma è stata quella della lingua italiana, una lingua che ancora oggi viene studiata e presa in considerazione dalle altre lingue mondiali. Una lingua, la nostra, che come i poeti affonda le proprie radici nella passione. Lucca, come Roma, è una civiltà, noi siamo una civiltà. E se non capiamo questo – conclude il poeta – non capiremo mai che siamo noi gli dei del mondo”.
E dopo queste affascinanti riflessioni rivolte al pubblico, mentre sul palco Giuseppe Bulleri – proprietario della Domus Romana di Lucca – premiava i bambini della scuola primaria di Coreglia vincitori del concorso Primo Triumvirato, il poeta ha svelato a Lucca In Diretta anche un suo sogno nel cassetto: “Vengo spesso a Lucca per studiare le tradizioni e le opere di Dante conservate negli archivi della città – racconta – una città che amo e che spero voglia accogliere un progetto a cui la mia associazione, l’Istituto di Skriptura che ha sede a Bruxelles, pensa da anni: l’idea – spiega il poeta – sarebbe quella di creare un monumento che ritrae una tartaruga romana utilizzando tutti i tipi di marmo di Carrara. Un monumento su cui poi verranno aggiunte iscrizioni in bronzo con citazioni dei più grandi poeti italiani. La nostra lingua è la più bella di tutte – conclude – sarebbe bello omaggiarla e darle un senso di continuità: i grandi testi non sono stati scritti per gli studenti, ma per i poeti. Sono loro che devono trarne ispirazione e creare opere nuove”.