Festa di San Cataldo nel ricordo di monsignor Bianchi – Foto






La comunità parrocchiale di Santa Maria a Colle si è stretta questa mattina (10 maggio) per festeggiare San Cataldo, patrono del paese. Una ricorrenza che rappresenta un forte filo rosso capece di tenere insieme generazioni di “collesi” e sensibilità diverse. Quella di oggi, però, è stata segnata dall’assenza di monsignor Mansueto Bianchi, la cui salma è stata traslata dal cimitero alla chiesa del paese solo una settimana fa (leggi).
Nato a Santa Maria a Colle nel 1949 e scomparso a Roma lo scorso agosto, “don Mansù” (come era affettuosamente chiamato da molti giovani) non è mancato un solo anno alle celebrazioni di San Cataldo. A lui era affidata, da tradizione, l’omelia: impegno che onorava con gioia, dimostrandosi sempre vicino alla sua chiesa d’origine anche quando gli impegni ecclesiastici lo hanno portato prima a Volterra, poi a Pistoia e infine a Roma. Il sepolcro di Bianchi è stato posto proprio ai piedi della statua di San Cataldo, nell’omonima cappella interna alla chiesa parrocchiale. C’è in progetto di sostituire la fotografia attuale con un mezzo busto in marmo – dono che la comunità di Santa Maria a Colle vorrebbe fare alla memoria del religioso. Scriveva Mansueto Bianchi sulla ricorrenza patronale: “Il 10 maggio segna una scadenza importante nella vita personale e familiare di ogni collese. È una di quelle date che acquistano un significato e una rilevanza sin dalla prima infanzia, e continuano a segnare un punto di riferimento spontaneo e denso di felici, interne risonanze, per il resto della vita. La festa di San Cataldo costella e scandisce da secoli questo piccolo flusso di storia che si snoda in questo lembo della campagna lucchese, tanto da rappresentare ormai un gesto ed una presenza che esprime il tratto forse più saliente della nostra identità collettiva e paesana”. Ed è proprio così: per i bambini, San Cataldo è il giorno in cui non si va a scuola; per gli adulti, un giorno in cui prendersi una pausa dal lavoro per poter partecipare alla messa, alla processione e tornare a casa dopo aver comprato la torta coi becchi al forno e i brigidini alle bancarelle allestite davanti l’ingresso della chiesa. Anche il caldo sole primaverile sembra, di anno in anno, accompagnare la tradizione collese del 10 maggio: una coincidenza fortunata interrotta soltanto in quei pochi anni in cui la parrocchia decise di festeggiare San Cataldo la domenica immediatamente successiva al 10 maggio, per facilitare le presenze. Voci popolari attribuiscono a San Cataldo un carattere capriccioso e dispettoso: sarebbe quindi stato il santo, offeso dalla decisione, a mandare la pioggia su Santa Maria a Colle intenta a festeggiarlo nel giorno sbagliato. L’omelia di questa mattina, commossa nel ricordare monsignor Bianchi, è stata affidata a don Fulvio Calloni. Come ogni anno era presente anche l’amministrazione comunale, rappresentata dalla vicesindaca Ilaria Vietina. In processione anche l’assessore all’urbanistica Serena Mammini e la consigliera comunale Enrica Picchi. La processione, da tradizione, si origina dalla chiesa e va verso via di Poggio seconda, costeggia quindi il Serchio per poi ricongiungersi e seguire il corso della Contesora, lungo via della Panchina, completando così l’anello e ritornando al punto di partenza. Lungo il percorso, in alcuni punti, la cosiddetta “fiorita”: petali di fiori sparsi sull’asfalto, a omaggiare l’incedere della statua del santo di origini irlandesi.