
La vertenza sul salario accessorio per il 2017 dei dipendenti della Provincia di Lucca finisce davanti al giudice del lavoro. L’udienza è già fissata al prossimo 19 settembre, dopo la denuncia per attività antisindacale presentata nei confronti dell’ente dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil del pubblico impiego e della Rsu aziendale. Questo, sottolineano le sigle, “dopo mesi di mancato riscontro alle richieste di confronto per la definizione della trattativa sul salario accessorio 2017 dei dipendenti, l’esito negativo dell’incontro svoltosi in Prefettura nell’aprile scorso e l’attesa della riorganizzazione dell’ente prevista per il 30 giugno.
I segretari generali Giovanna Lo Zopone, Massimo Petrucci e Pietro Casciani vanno giù duro parlando di “mesi e mesi di false promesse della politica e di immobilismo da parte dei tecnici rispetto alla revoca di atti fortemente penalizzanti per la maggior parte dei dipendenti dell’ente”. E’ per questo che rivendicano “il proprio ruolo sindacale e il rispetto della normativa sulla contrattazione aziendale per la distribuzione del salario accessorio. Normativa totalmente disattesa dall’amministrazione Menesini che – sostengono – riconfermando per tutto il 2017 la struttura organizzativa del 2016 (con 21 posizioni organizzative, 1 alta professionalità e ben 6 dirigenti) sta gravemente danneggiando i lavoratori e le lavoratrici che non rivestono nessun incarico specifico ai quali spetteranno appena 70 euro lordi come risultato di produzione dell’attività lavorativa di tutto un anno”.
“Le Province – aggiungono i segretari generali della funzione pubblica – continuano a svolgere, nonostante il prelievo forzoso delle entrate dei territori da parte del governo centrale, le funzioni fondamentali quali la manutenzione delle strade, degli edifici scolastici, la gestione dei centri dell’impiego, la polizia provinciale e tanto altro ancora con personale fortemente penalizzato al quale si chiedono dedizione, flessibilità e disponibilità aggiuntive per sopperire alla scarsità di risorse a disposizione, per mantenere in vita i servizi e per tamponare il caos normativo post referendario e la navigazione a vista di coloro che dovrebbero guidare l’ente in quest’anno di estrema difficoltà”.
“Sarà il giudice del lavoro a valutare l’operato dell’amministrazione Menesini, a verificare se l’atteggiamento costante di sbeffeggiamento dei rappresentanti dei lavoratori e contestualmente dei lavoratori dell’ente – proseguono le sigle – da parte di politici e tecnici siano conformi al sistema di relazioni vigenti e ad evidenziare le responsabilità personali sulle decisioni unilaterali e gli atteggiamenti inappropriati messi in atto in questi mesi. Probabilmente chi riteneva il tavolo in Prefettura un fare salotto non gradirà la convocazione del giudice ma le organizzazioni sindacali ed i lavoratori ritengono che debba essere fatta chiarezza una volta per tutte su quelle che sono le prerogative per una corretta impostazione delle relazioni sindacali al fine di salvaguardare sia la funzionalità dell’ente sia i diritti dei lavoratori”.