Muro romano stoppa cantiere per isola ecologica

7 settembre 2017 | 14:25
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Muro romano stoppa cantiere per isola ecologica
Muro romano stoppa cantiere per isola ecologica
Muro romano stoppa cantiere per isola ecologica
Muro romano stoppa cantiere per isola ecologica
Muro romano stoppa cantiere per isola ecologica
Muro romano stoppa cantiere per isola ecologica

Stop ai lavori per l’isola ecologica accanto alla chiesa di Santa Maria Corteorlandini. E non certo per le polemiche sollevate da alcune parti politiche ed alcuni cittadini. Ma per un dato oggettivo. Durante gli scavi, coordinati dall’archeologa Elisabetta Abela, infatti, oltre alla necropoli e ai resti di scheletri umani, è emerso anche un tratto di cinta muraria provvisoriamente datata al II secondo dopo Cristo. Un ritrovamento eccezionale che, proprio per le sue caratteristiche, rende impossibile proseguire con i lavori per la realizzazione dei cassoni interrati per la raccolta differenziata.

E proprio come una opportunità eccezionale per la città racconta il ritrovamento l’assessore all’ambiente Francesco Raspini: “Quello che si stava realizzando qui – spiega – era uno scavo preliminare e necessario per capire se esistevano le condizioni per realizzare qui, dopo alcune analisi sulla zona, l’isola ecologica interrata. E per capire se, dopo che tutte le autorizzazioni erano state ottenute, anche quelle della Soprintendenza, quest’opera fosse consona per la zona. Dopo le sepolture è stato ritrovato anche un muro di età romana. E questo cambia del tutto le nostre valutazioni. E’ la prima volta che si trova un elemento di questo tipo nei lavori per le realizzazioni delle isole ecologiche in città. Ed ha un valore scientifico importante”. “A questo punto – prosegue – lo scavo si concluderà e poi si chiuderà per studiare come valorizzare un’area della città e renderla più ricca e documentata”.
Ma l’operazione di ampliamento delle isole ecologiche in centro non è finita qui. Quella di piazza Santa Maria Nera, infatti, era inserita in un lotto di lavoro di Sistema Ambiente assieme a una nuova struttura in piazza San Romano, all’angolo sul lato del museo del fumetto. “Così come in questo caso – annuncia Raspini – partirà il saggio archeologico nella zona destinata alla realizzazione dell’isola e, in caso di fattibilità, si procederà allo scavo fino alla quota di 2,30 – 2,40 metri. Poi valuteremo alcune possibili alternative all’isola di piazza Santa Maria Corteorlandini, anche se non sarà facile. Altre zone poi sono in via di valutazione ma riteniamo che si tratti di zone meno difficili rispetto a questa. Dell’efficacia delle isole a scomparsa siamo molto contenti, e per questo andiamo avanti su questa strada e con questa metodologia”.
Anche Matteo Romani, presidente di Sistema Ambiente concorda, d’altronde, con l’analisi: “Il servizio delle isole a scomparsa – dice – è efficace. Dove c’è l’isola i sacchetti diminuiscono e questo rappresenta un atto di amore per il centro storico. E migliore anche la qualità della raccolta differenziata”. Dall’introduzione delle isole ecologiche, infatti, la percentuale di raccolta differenziata è passata dal 50 al 72 per cento.
A spiegare il lato scientifico del ritrovamento è l’archeologa Elisabetta Abela, che nello scavo ha lavorato in team con Marila Franceschini e Serena Cenni: “Dieci giorni fa – racconta – abbiamo avviato lo scavo di archeologia preventiva per valutare l’interesse archeologico della zona di cantiere in un’area vincolata come è il centro storico. Ci siamo subito resi conto che questa zona rappresentava una specie di scrigno, dove era possibile osservare, intatti, tutti i piani stradali dall’epoca moderna fino all’antichità. Intorno al metro di profondità abbiamo rinvenuto sei tombe. Si tratta di sepolture in fosse che risalgono all’epoca della costruzione della chiesa intorno al XII-XIII secolo. Ma l’area, abbiamo rilevato, era sede di necropoli fin dal VI secolo d.C. In totale sono quindici le sepolture ritrovate, anche con rito di deposizione diverso, alcune con stato di conservazione migliore, altre peggiore anche perché la densità delle stesse era molto elevata. Il tutto, comunque, dimostra che esisteva un edificio sacro già risalente a quell’epoca”. “Continuando nello scavo – spiega Abela – abbiamo incontrato il muro di epoca romana che, in parte, è stato usato anche come sarcofago di un sepolcro in epoca successiva”. “Ora – conclude – proseguiamo i lavori, grazie a Sistema Ambiente sopratutto per individuare l’epoca del manufatto che, per le modalità di costruzione, può risalire al II secolo dopo Cristo”.
E per il futuro? “Raccoglieremo tutta la documentazione – dice – per avere tutte le informazioni sull’area e restituirla alla comunità. Tutti gli scavi fatti finora sono stati pubblicati in ambito scientifico, ora devono essere restituiti alla collettività”. Difficile, invece, anche se questa è una valutazione a carico di Soprintendenza e Comune, che gli scavi restino in qualche modo visibili: “Di certo – conclude Abela – si potrebbe realizzare un volume con tutti i documenti per gli scavi e una pannellatura in loco che analizzi il periodo storico a cui il ritrovamento si riferisce”.
E l’assessore Raspini presenta anche la sua idea, tutta da valutare in giunta, per il futuro dello spazio: “Lo valuteranno – dice – gli assessori competenti ai parcheggi e al decoro urbano. Ma per quanto mi riguarda ritengo che sia necessario andare incontro ad altre soluzioni che non siano il ritorno al passato e che valorizzino al meglio anche i risultati dello scavo. Si potrebbe, ad esempio, pensare a una zona con delle panchine”.
Un cenno anche alla profanazione avvenuta nel cantiere: “Non è mai successo nella mia esperienza passata – dice l’archeologa Abela – Resto convinta che si sia trattato di una bravata spiacevole e incivile, ma sia chiaro che non sono state prelevate ossa, ma solo frammentate perché qualcuno ci ha camminato sopra e sono molto fragili. Da allora Sistema Ambiente si è accollata anche la sorveglianza notturna del cantiere”.

Enrico Pace