Ficacci: concerto Stones unico? Semmai eccezionale

di Roberto Salotti
In principio lo aveva definito Unic, parlandone per la prima volta con Mimmo D’Alessandro. Oggi, quando ormai la storia è scritta sugli spalti sotto le Mura in viale Carducci, il soprintendente Luigi Ficacci spiega che “eccezionale” è il termine più adeguato. Non esita a definire ‘straordinaria’ l’attrattiva della location scelta, perché legata ad un concerto dalla risonanza planetaria. E perché, è convinto, l’evento organizzato dal patron del Lucca Summer Festival ha creato qualcosa di grande anche dal punto di vista cultura e della promozione, “un legame affettivo” di tante persone, con lingue, origini e storie diverse, che hanno condiviso la loro passione in un contesto unico. “Più che unica, quella location è e dovrebbe rimanere eccezionale – afferma Ficacci -, perché se non lo fosse stata i Rolling Stones non sarebbero venuti e Lucca, con le sue Mura, avrebbero perso una straordinaria occasione”.
Professor Ficacci, che cosa intende per eccezionale?
La straordinarietà di questo evento si deve appunto alla capacità che un concerto di musica rock di questo calibro ha avuto nel suscitare una adesione affettiva dei tantissimi visitatori arrivati alla città e soprattutto alle sue Mura. Nell’era di internet, tutte le informazioni sulle Mura sono facilmente raggiungibili dai più sulla rete ed è forse venuta meno la necessità di un intellettuale, o storico, che faccia da mediatore. La potenza di questo evento sta, ripeto, nell’aver creato una condizione di adesione affettiva a Lucca e alle sue mura, per uno straordinario evento ludico, certo, ma di portata mondiale.
Dopo tanti mesi di preparazione, è riuscito ad assistere di persona al concerto. Come le è sembrato?
Ho assistito al concerto, è vero, ma per quanto di competenza della Soprintendenza, ci lavoravamo da circa 15 mesi. E quello che ho visto mi ha reso molto soddisfatto. E’ chiaro che la mia competenza è piuttosto limitata, il merito va agli organizzatori. Siamo arrivati a dire sì a questa collocazione partendo da una precondizione fondamentale, ovvero una ottima valutazione della capacità organizzativa e del rispetto del patrimonio artistico cittadino dimostrato dal Lucca Summer Festival negli anni. Basti pensare alla cura con la quale sono stati smontati i lampioni di piazza Napoleone e a come è stata allestita l’area in estate: la statua di Maria Luisa appariva come un elemento portante della scenografia.
E le è sembrato lo stesso per gli spalti?
E’ evidente la ricerca dei Rolling Stones di legale la loro storia e la loro musica a luoghi di eccezionale valore artistico. E la collocazione scelta per il concerto di Lucca ha dimostrato proprio questo. In più, credo che si sia rivelata decisiva anche la curiosità per l’arte di Mick Jagger. Ho avuto modo di constatarla personalmente. E questa sua curiosità deve aver privilegiato la scelta di Lucca. Di sicuro si cercava uno spazio performativo eccezionale, nel senso di uno spazio non convenzionale per eventi di carattere ludico, ed è quello che è stato offerto.
Uno spazio per un evento unico, ma non ripetibile, quindi?
Sono convinto fermamente che per conservare l’effetto di unicità si deve evitare che questo luogo diventi uno spazio performativo convenzionale, ovvero un punto dove si svolgono normalmente degli eventi. Perderebbe il suo profondo significato di unicità. Perché sono tante le città d’arte, tanti gli spazi dove possono essere realizzati eventi speciali, anche in contesti di elevato interesse culturale e artistico. Ma la differenza la dà il fatto che lì non si sia mai svolto un concerto di quella stessa risonanza.
E, in effetti, fino a poco tempo fa sembrava impossibile.
Spesso le Soprintendenze negano l’autorizzazione per luoghi come questo, perché si teme che concedendole senza quelle caratteristiche di eccezionalità e unicità di cui parlavo si crei una sorta di diritto d’uso che con il tempo rischia di trasformare contesti performativi unici in spazi convenzionali per eventi ludici. Non si può, tuttavia, io credo, continuare con i divieti preventivi. Le autorizzazioni fanno parte della sfera dell’arbitrio: presuppongono cioè un giudizio.
Secondo lei, quali benefici ha portato il concerto organizzato in quella location?
Le mie preoccupazioni erano quelle della conservazione materiale ma anche culturale del patrimonio. Il concerto dei Rolling Stones a Lucca ha senza dubbio avuto un effetto dirompente sulla valorizzazione della città e delle sue Mura, raggiunti da una platea internazionale e da una attenzione globale.
Non sono mancate comunque le polemiche. Da ultimo quella sui lampioni tagliati, prima quella già chiarita del taglio degli alberi. Per la Soprintendenza è tutto ok?
Abbiamo ricevuto e vagliato un progetto tecnico su quei tre lampioni, che poi abbiamo scoperto essere risalenti al 1911. Per le loro caratteristiche stesse, è stato ritenuto meno complicato il taglio rispetto alla rimozione per intero e noi abbiamo dato il via libera. Anche perché mantenere quei tre lampioni avrebbe potuto costituire un pericolo per la sicurezza durante l’allestimento e lo svolgimento del concerto. Ma non solo. La Soprintendenza vigilerà sul ripristino. Esistono delle tecniche moderne in grado di agevolare l’operazione, senza lasciare alcuna traccia del taglio. Se comunque il lavoro non sarà giudicato fatto ad arte, i lampioni saranno sostituiti con altri uguali, che, come ci è stato assicurato, si trovano nei magazzini del Comune. Quanto agli alberi, sono rimasto sconcertato dalle false informazioni che sono state diffuse. Nell’area concerto sono stati tagliati in tutto tre alberi, che erano praticamente cavi all’interno. Non è vero che sono stati tagliati per far posto al concerto. Con l’occasione del concerto, sono stati tagliati perché erano pericolosi. Del resto, è naturale che sia così. Tuttavia, sono stato avvicinato da molti, anche stranieri, che commentavano dispiaciuti il taglio di 42 alberi. 42. Una leggenda, come chi vive a Lucca sa bene.