Provincia, tensione all’assemblea dei dipendenti

3 ottobre 2017 | 10:32
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Provincia, tensione all’assemblea dei dipendenti
Provincia, tensione all’assemblea dei dipendenti
Provincia, tensione all’assemblea dei dipendenti
Provincia, tensione all’assemblea dei dipendenti
Provincia, tensione all’assemblea dei dipendenti
Provincia, tensione all’assemblea dei dipendenti

Nervi tesi, parole pesanti ma anche un po’ rassegnazione. Questo il clima che si respirava questa mattina (3 ottobre) nella sala Mario Tobino del palazzo della Provincia dov’era stata indetta un’assemblea dei lavoratori dell’ente provinciale. Molti i temi in questione: dalle difficoltà nella chiusura del bilancio, alla mancata concessione della mobilità per alcuni dipendenti che l’avevano richiesta, il “totale disinteresse da parte degli amministratori” ed uno sguardo preoccupato sul futuro, con l’incertezza legata all’erogazione degli stipendi ed al mantenimento dei porti di lavoro. Per tutti questi motivi, venerdì (6 ottobre) è stato indetto uno sciopero nazionale dei dipendenti provinciali.

Questa data non è stata scelta a caso. Si tratta infatti di un periodo cruciale per questo ente: si sta entrando nella fasi di redazione del documento di analisi economica e finanziaria ed, inoltre, nel 2018 si terranno le elezioni politiche. Quale momento migliore dunque per cercare di richiamare l’attenzione su un ente, la provincia, che dopo il fallito referendum del 4 dicembre 2016 è rimasta nel guado, ancora attiva ma con sempre meno risorse a disposizione.
Lo sciopero, con annessa mobilitazione a Roma per chiedere un incontro con il ministro Madia, è stato indetto per garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti, richiedere un adeguato stanziamento di risorse per salvare questi enti molti dei quali in dissesto economico, difendere la contrattazione integrativa, sbloccare il turn over e stabilizzare i precari.
La situazione, anche in provincia di Lucca non è delle più rosee. Molti dipendenti, preoccupati per il futuro, hanno chiesto senza ottenerla la mobilità. Inoltre, ci sono molti timori anche per quanto riguarda l’approvazione del bilancio. Da parte dei vertici politici dell’ente però è stato innalzato un “muro di gomma”, a detta delle sigle sindacali.
“Nei mesi scorsi abbiamo denunciato la Provincia per attività anti sindacale – afferma Giovanna Lo Zopone, segretaria generale della funzione pubblica della Cgil Lucca -. La scorsa settimana c’è stata la prima udienza che è stata aggiornata a novembre. Il giudice ci ha chiesto di trovare, in questo periodo, un punto di incontro ma da parte nostra la volontà di confrontarci non è mai mancata. Abbiamo anche fatto un tavolo in Prefettura che però non è servito. Il 6 ottobre scioperiamo non solo per tutelare i nostri stipendi e i nostri posti di lavoro ma anche per ribadire l’importanza dell’ente Provincia, per i servizi che eroga ai cittadini. Il risultato del referendum è stato chiaro – prosegue Lo Zopone – le provincie fanno ancora parte della nostra costituzione e perciò devono anche essere dotate di risorse adeguate per i servizi che erogano. Tutto questo deve essere previsto nella prossima finanziaria”.
La rappresentante della Cgil è molto netta anche riguardo alle rassicurazioni del presidente Luca Menesini riguardo la chiusura positiva del bilancio: “Sappiamo che in Toscana, Lucca, Pistoia e Grosseto avranno difficoltà a chiudere il bilancio. Se non è così, Menesini lo dimostri. In altre province sono stati fatti anche atti eclatanti, come la mancata apertura delle scuole. Qui non sono stati fatti ma ci aspettiamo delle rassicurazioni”.
Ma allora quali soluzioni ci possono essere? “Massa ad esempio, ha venduto molti degli immobili di proprietà dell’ente – prosegue Lo Zopone – qua non ci si è puntato abbastanza. È vero, non è una soluzione di prospettiva ma, in questi casi, tutto serve”.
“La politica nazionale – conclude la sindacalista – deve prendere atto del risultato del referendum e chiedersi se le provincie, o un qualsivoglia corpo intermedio, servono o no a questo paese. A mio parere sono indispensabili per tutelare i comuni più piccoli che, senza il loro sostegno, non avrebbero speranza di sopravvivere. Allora, è indispensabile che i presidenti di provincia siano eletti e rispondano a tutti i cittadini e non solo a quelli del comune di loro provenienza”.

Luca Dal Poggetto