Gruppo di ricerche ufologiche Shado compie 40 anni

30 ottobre 2017 | 14:26
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Gruppo di ricerche ufologiche Shado compie 40 anni

Il Gruppo ricerche ufologiche Shado di Sesto di Moriano, che dal 1971 si occupa dello studio dei fenomeni aerei anomali della provincia di Lucca, ha festeggiato, nei giorni scorsi presso la pizzeria Marameo a Lammari, il 40simo anniversario dal primo esperimento sul campo denominato Serchio 77 realizzato appunto nel 1977, sul greto del fiume Serchio all’altezza di San Pietro a Vico. I ricercatori lucchesi hanno condiviso una serata conviviale anche con altri amici appassionati di mistero e sono intervenuti da Livorno (gruppo Ghosthunters) e da Prato l’appassionato Giancarlo Sordelli che ha seguito da vicino alcuni esperimenti realizzati nel corso degli anni. La serata si è prestata anche come occasione per festeggiare (pur se in ritardo) i 45 anni di attività (1971-2016).

“Esattamente 40 anni fa – spiega il coordinatore del gruppo Shado Moreno Tambellini – il nostro piccolo gruppo di ricerca diede vita al suo primo tentativo di ufologia sperimentale realizzato all’esterno. Sulla scia dell’esperienza maturata dal nostro socio Maurizio Rossi nelle file del Gruppo Ricerche Prato (poi Cun Prato) anche il Gruppo ricerche ufologiche Shado si cimentò così nella realizzazione del suo primo esperimento uscendo da quello che era lo studio a tavolino per addentrarsi in quello che sarebbe il verificare del fenomeno proprio sul campo”. Era infatti l’agosto 1977 e sul greto del fiume Serchio più o meno all’altezza del sito dove esattamente 25 anni prima, proprio il nonno di Maurizio il signor Carlo Rossi, ebbe la sua incredibile esperienza con un disco volante ed un umanoide che diresse verso di lui un micidiale raggio verde. Il punto venne scelto per questo motivo e anche per l’ottima visibilità offerta, siamo all’altezza del paese di San Pietro a Vico un piccolo centro industriale a nord della città di Lucca. Da poco era uscito nelle sale americane il film Incontri ravvicinati del terzo tipo (in Italia arriverà solo nel marzo 1978), quindi in qualche maniera con il nostro esperimento avevamo anticipato un nuovo modo di approcciarsi al fenomeno Ufo, un modo che Spielberg aveva sicuramente enfatizzato nella realizzazione del suo film. Il nostro esperimento venne chiamato Serchio 77, vi parteciparono in tutto sei persone, quattro del Gruppo Shado e due esterni nel ruolo di osservatori, le operazioni di allestimento del terreno iniziarono intorno alle ore 19 permettendoci di creare sul greto del fiume, in una zona asciutta, un segno che di fatto altro non era se non il simbolo dei Giurisdavidici, i seguaci del profeta del monte Amiata Davide Lazzaretti”:
Questo era il simbolo )+( praticamente due grandi C contrapposte con una croce nel mezzo, già utilizzato dal gruppo di Prato e a suo tempo osservato e fotografato sul presunto scafo di un disco volante apparso a San Josè de Valderas nel 1967. L’esperimento di Shado ebbe una durata complessiva di sette ore.
“Questa prima esperienza sul campo – continua Tambellini – ebbe dunque inizio, il segno scavato nel greto venne riempito di lumini che vennero poi accesi. In precedenza come prassi operativa, vennero effettuate svariate fotografie in bianco nero, che riprendevano interamente la zona dove stavamo operando, le foto vennero scattate da un punto fisso a 360 gradi mantenendo la stessa inclinazione sull’orizzonte. La notte passò senza mostrare la presenza di particolari fenomeni, intorno alle due del mattino l’esperimento venne ufficialmente chiuso e allo spuntar del sole tornammo nell’area e ripetemmo l’operazione dello scatto fotografico, ovviamente dallo stesso punto e con la stessa procedura della sera precedente. Ebbene alcuni giorni dopo (era ancora lontana l’era delle foto digitali) una volta ritirate le foto dallo sviluppo e controllate una ad una, trovammo una sorpresa inattesa, in un fotogramma scattato la sera dell’esperimento, compariva tra gli altri sassi presenti sul greto del fiume, un enorme macigno apparentemente e naturalmente inserito nel contesto ambientale fluviale. Ma la cosa singolare non fu questa, bensì il fatto che nella stessa foto scattata la mattina successiva proprio in quella direzione quel masso non compariva più! Immediatamente ci recammo sul posto per controllare con i nostri occhi, ma effettivamente del macigno nessuna traccia. Né vi era sul greto segno o indicazione di una sua eventuale estromissione ad opera di macchinari, tutto appariva normale, ma come aveva potuto spostarsi un masso di tale stazza? (stimammo la sua dimensione in circa sette-otto metri di diametro per un metro di altezza). Il mistero di questa scomparsa rimane ancora oggi tale, ma questo fu di fatto il primo fenomeno inspiegabile prodotto nel corso dei nostri esperimenti”.
L’archivio storico del Gruppo Shado di Lucca, nel corso degli anni, ha raccolto infatti numerose segnalazioni attinenti a questo tipo di fenomeni, sia per quanto riguarda la zona appenninica, che per quella apuana. In fatto di esperimenti sul campo il gruppo di Lucca ne ha organizzati veramente molti a partire dalle semplice nottate di skywatch a progetti veri e proprio tra i quali ricordiamo i più eclatanti: Tridente (1980) si trattava di una fotocopia del programma di contatto proposto nel film Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg. Luci colorate, suoni, e trasmissioni radio, ci permettono di avere un incontro ravvicinato con un oggetto triangolare a bassissima quota e con effetti sulle cose. Spectrum (1992) in seguito ad una serie di apparizioni mariane avute da un veggente in località San Pancrazio, viene allestito un campo base per riprendere i momenti salienti dell’apparizione. In alcuni fotogrammi si notano forme insolite luminose ed una colonna di luce intensa, tutte non visibili ad occhio nudo. Sentinel (1996) si tratta di un programma di controllo e sorveglianza di una determinata area geografica, interessata più volte da fenomeni ufologici di rilevante interesse. Il controllo ha dato risultati di  interesse tra cui la foto dei tre oggetti luminosi che volavano in formazione. Foto inviata all’Asi che ha escluso trattassero di satelliti in formazione. Questi sono solo tre dei casi che gli ufologi lucchesi hanno registrato in quelle ed altre serate di studio all’aperto da loro organizzate, ma hanno inoltre partecipato a progetti anche di osservazioni a carattere nazionale in collegamento diretto in tutta Italia.
“Il Gruppo ricerche ufologiche Shado nasce nell’ormai lontano 1971 sull’onda emozionale creata in Italia in quel periodo dal telefilm Ufo di Gerry Anderson. Infatti dopo la programmazione di quell’innovativo e sorprendente serial tv, nel nostro paese per un fenomeno a dire poco inspiegabile, nascono come funghi decine e decine di gruppi di giovanissimi che ispirandosi al telefilm si battezzarono come Shado o Shadow. Si assiste per la prima volta ad un fenomeno di identificazione mai visto prima. Dopo più di quaranta anni, molti se non quasi tutti di questi gruppi si sono sciolti e disgregati, il nostro rimane ad oggi l’unico gruppo ufologico presente in Italia ispiratosi alle gesta di Straker e compagni, che opera nella ricerca ufologica. Ovviamente da quel tempo le cose sono cambiate e non poco, da semplici adolescenti appassionati al fenomeno Ufo quei giovani si sono trasformati in maturi ricercatori che ancora dopo tutti questi anni sono animati da entusiasmo e curiosità, ingredienti essenziali per portare avanti questa difficile e complicata passione. Inoltre cresciuti non solo di età, ma pure come strumentazione, esperienza, capacità di intervento e collaborazione con gruppi e centri nazionali ed internazionali interessati al fenomeno degli oggetti volanti non identificati e casi anomali affini. Attualmente il gruppo Shado di Lucca, apolitico e senza fine di lucro, è formato da appassionati provenienti da ogni ceto sociale e di diverse età, che come possono si prodigano in convegni, indagini, progetti, e altre attività tipiche di ogni gruppo ufologico. Il gruppo ufologico lucchese è presente sul social Facebook come Gruppo ricerche ufologiche Shado”.