Suolo pubblico, cresce la protesta per i rincari – Foto




Continua a tenere banco la polemica a distanza tra i ristoratori del centro storico e l’amministrazione comunale relativa all’aumento del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche. Un aumento, ritengono i commercianti, “assolutamente ingiustificato e di cui è stata data comunicazione solo a cose già decise”. Quello che non è piaciuto, oltre all’aumento che varia dal 100% al 140% a seconda delle zone e che è ritenuto troppo alto, sono le modalità con cui questa decisione è stata presa. “L’amministrazione sta andando a dritto per la sua strada – è il commento di molti esercenti -, rifiutando ogni tipo di confronto o mediazione. Martedì scorso (8 novembre) infatti, il consiglio comunale ha approvato, con i soli voti della maggioranza, la prima parte della delibera, propedeutica all’approvazione delle nuove tariffe (Leggi).
“Un aumento delle tariffe era nell’aria – è il commento di Giovanni Martini, titolare del bar Da Giovanni e presidente della commissione centro storico di Confcommercio – ma il doppio è davvero troppo. Speriamo che il Comune accolga la nostra proposta di utilizzare una parte dei ricavi derivanti dalla riapertura del parcheggio della caserma Lorenzini per mitigare l’aumento”.
“Piuttosto, se il Comune ha bisogno di fare cassa, aumentiamo il numero dei parcheggi a pagamento in centro storico e nelle sue vicinanze. Togliamo gli stalli gialli – è la proposta di Martini – e facciamo sì che i residenti possano parcheggiare in quelli blu senza dover pagare. In questo modo, il comune può rimpinguare le casse senza gravare esclusivamente sui ristoratori”.
A recriminare sulle modalità che hanno portato a questa scelta è anche Andrea Cordoni, titolare del Caffè del mercato e vice presidente provinciale dell’Associazione baristi: “È un aumento veramente eccessivo che non è stato condiviso con nessuno e di questo non siamo contenti. Una nostra delegazione è già stata ricevuta in comune senza esito. Sicuramente lotteremo ancora. Ricordo che nel periodo invernale, gli ombrelloni non possono essere sfruttati perché non possiamo mettere nessun tipo di copertura ai dehors. E poi, oltre al pagamento del suolo pubblico, ci sono anche dei costi vivi da sostenere: marche da bollo, il lavoro del commercialista, la presentazione della pratica in comune. Un costo importante sia di risorse che di tempo. Non solo, i ristoratori del centro pagano dei costi aggiuntivi legati ai permessi auto, al carico e scarico, ai permessi per tutte le assistenze di cui abbiamo bisogno. Questi costi, essendo in centro, raddoppiano ma di questo non ne tiene conto nessuno”.
“Se poi si parla di riqualificazione del centro storico – prosegue Cordoni riferendosi alla critica fatta da alcuni in riferimento ai troppi tavolini che invadono le strade – questa si fa creando dei bagni pubblici degni, sia per i turisti che per i lucchesi, che siano aperti anche di notte. Inoltre si potrebbe introdurre una vigilanza di quartiere che tuteli noi ristoratori e i residenti anche nelle ore notturne, fino alla chiusura dei bar”.
“Non si può far ricadere tutto sui commercianti – conclude Cordoni – anche perchè in questo modo si disincentivano le attività ad organizzare qualsiasi manifestazione perchè i costi sono troppo elevati. Nei prossimi giorni cercheremo di dare tutti insieme una risposta forte perché l’amministrazione ci deve ascoltare”.
Non è per niente soddisfatto nemmeno David Cantieri, titolare del bar Pacini in piazza Napoleone che, essendo nella zona A +, la più costosa, si vedrà un aumento del costo per il suolo pubblico del 140%: “Questo aumento è ingiustificato. Un ritocco ci poteva stare e ce lo aspettavamo ma non così tanto. Con queste tariffe arriviamo ai livelli di Firenze ma non possiamo certo paragonarci a loro che hanno un flusso turistico costante per tutto l’anno. Dovremo fare qualcosa per far sentire la nostra voce”.
Tra le molte controproposte avanzate in questi giorni, arriva anche quella di Patrizio Lippi, titolare della pizzeria Lippi di piazza Napoleone, di limitare l’aumento ai mesi estivi: “Noi gli anni scorsi addirittura d’inverno chiudevamo, quest’anno abbiamo deciso di rimanere aperti. Ma il lavoro nei mesi invernali è poco, per cui sarebbe più giusto limitare l’aumento all’estate. È comunque un aumento eccessivo da fare in una volta sola. Poteva essere fatto a scaglioni ma siamo costretti ad accettare perché da parte dell’amministrazione non c’è volontà di dialogo”.
“Qualunque alternativa ad un aumento del genere è ben accetta – conclude Lippi – per cui ben venga anche la proposta della riapertura del parcheggio Lorenzini”.
Il dibattito è destinato a proseguire nelle prossime settimane.
Luca Dal Poggetto