
La cardiologia del futuro ha sempre più un cuore lucchese. CardioLucca, la manifestazione che ogni anno raduna a Lucca centinaia di cardiologi italiani e stranieri, arriva alla sua dodicesima edizione. Dal 22 al 24 febbraio prossimi, nell’auditorium di san Francesco, si terrà questo nuovo importante appuntamento scientifico, dal titolo Il labirinto cuore tra scienza e assistenza destinato a generare scambi di conoscenze e un circolo virtuoso di collaborazione tra professionisti allo scopo di migliorare l’assistenza offerta. Senza dimenticare il consistente indotto per la città in un periodo di bassa stagione. Durante la tre giorni che proietterà Lucca ancora una volta a livello nazionale, su di un tema cruciale come quello della salute, il professor Francesco Bovenzi direttore dalla cardiologia dell’ospedale San Luca di Lucca e dell’ospedale Santa Croce di Castelnuovo Garfagnana, presenterà i dati di produttività assistenziale della cardiologia.
A Lucca sono circa 7.000 i cardiopatici noti e di questi l’80% ha sofferto per problematiche acute. Il 15% dei cardiopatici lucchesi ha bisogno annualmente di cure specialistiche con ricovero ospedaliero. Numeri importanti. Fiore all’occhiello del San Luca è anche l’attività di ricerca e di formazione del reparto di cardiologia, una delle realtà regionali con una vitale attività di ricerca con 60 lavori pubblicati negli ultimi sette anni sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, che hanno generato un impact factor pari a 228, collocando la struttura cittadina tra le eccellenze nazionali dell’editoria accademica per numero medio di citazioni. “È motivo di orgoglio vedere come l’impact factor della cardiologia di Lucca sia triplicato nell’ultimo anno. Non può esserci un buon livello di assistenza senza una florida produzione di ricerca clinica e viceversa – ricorda il professor Bovenzi – fare ricerca scientifica in ospedale significa offrire un contributo prezioso all’assistenza. Il tradizionale evento CardioLucca quest’anno simboleggia il labirinto del cuore e dei vasi in cui fare formazione e ricerca diventa un solido ponte tra la scienza e i percorsi di diagnosi e cura”. I progressi della cardiologia lucchese dono tangibili in molte attività cliniche. “Nella nostra realtà – sottolinea il dottor Lauro Cortigiani, responsabile del laboratorio di ecocardiografia dell’ospedale San Luca – l’ecocardiografia ha raggiunto un livello di specializzazione tale da farci risultare un punto di riferimento internazionale nell’attività di ricerca e nella formazione di medici specializzandi e cardiologici afferenti anche da diversi paesi a Lucca”. E nei primi giorni di dicembre, durante il congresso europeo Euro Echo, un poster scientifico della cardiologia lucchese è stato premiato per l’elevato punteggio conseguito. Passi avanti, in questi anni, sono stati fatti anche nello studio dell’arteriopatia periferica, problematica vascolare invalidante che cresce con l’età: ne soffre un ultrasettantenne su tre, specie se fumatore, con insufficienza renale e diabetico. “Dal 2009 – spiega il dottor Roberto Lorenzoni, responsabile dell’interventistica periferica nel laboratorio di emodinamica del san Luca – vengono eseguite circa 110-130 procedure di rivascolarizzazione periferica per anno. Anche in questi casi, come per le coronaropatie, la tempestività dell’intervento può salvare arti che un tempo non avevano altra soluzione se non la temibile e invalidante amputazione. In medicina i cambiamenti e le innovazioni non avvengono mai per caso – conclude il professor Bovenzi – perché frutto di scelte culturali lungimiranti, ma anche capacità organizzative e di ricerca scientifica. Nostro compito è traslare le evidenze della ricerca clinica al letto dei pazienti per garantire cure sempre migliori”.