Rapporto Ispra: Lucca bocciata per le aree verdi

15 dicembre 2017 | 14:54
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Rapporto Ispra: Lucca bocciata per le aree verdi

È stato pubblicato questa mattina (15 dicembre) a Roma il dodicesimo rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organismo che fa capo al Ministero dell’ambiente. Il report descrive la qualità della vita e dell’ambiente nelle 119 aree urbane, tra cui Lucca, oggetto di studio. La ricerca affronta diversi aspetti, suddivisi in dieci aree tematiche: fattori sociali ed economici, suolo e territorio, infrastrutture verdi, acque, qualità dell’aria, rifiuti, attività industriali, trasporti e mobilità, esposizione all’inquinamento elettromagnetico ed acustico, azioni e strumenti per la sostenibilità locale.

Lucca ha il non felice primato, condiviso con Lecco, La Spezia, Cosenza e Sondrio, di area dove si registra il maggior numero di frane. Se da una parte però, il dissesto idrogeologico è una problematica strutturale e nota del nostro territorio, dall’altra Lucca è al primo posto per quanto riguarda la realizzazione di interventi di messa in sicurezza: dal 1999 al 2016 infatti, Lucca è la città che ha ricevuto il maggior numero di finanziamenti e che vanta il maggior numero di interventi portati a termine per la messa in sicurezza del territorio: ben 21. 
Lo studio evidenzia anche una timida ripresa dell’economia ed una diminuzione degli incidenti stradali. Non bene invece per quanto riguarda le aree verdi e la raccolta differenziata, ancora lontani dagli standard più elevati. Ecco alcuni dei principali dati forniti dallo studio:
La popolazione. 
Lucca, al 31 dicembre 2015, contava una popolazione di 89.046 abitanti, di cui il 6,6% (8.862 residenti) composto da stranieri. L’indice di dipendenza strutturale, cioè il rapporto tra la popolazione in età non attiva (under 14 e over 65, rispettivamente 11.123 e 22.250 unità) e quella attiva, si attesta al 59,9% mentre l’indice di vecchiaia, dato dal rapporto tra popolazione sopra i 65 anni e bambini da 0 a 14 anni è del 200%.
Per quanto riguarda il tasso di natalità, cioè il rapporto di nuovi nati rispetto alla popolazione esistente, Lucca si attesta esattamente a metà classifica, in coabitazione con Trieste, con il 6,2% che rispecchia esattamente la media nazionale, con un aumento dello 0,6% rispetto al 2015.
Economia. 
Positivi i dati relativi alle imprese del territorio. Segno positivo per quanto riguarda la nascita di nuove imprese che, nel 2015 segna un +0,4% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo le imprese lucchesi hanno registrato una crescita media dello 0,9%.
Per quanto riguarda il tasso di mortalità delle imprese, dato dal rapporto percentuale tra tutte le imprese cessate e quelle registrate all’inizio dell’anno, Lucca con il suo 6,1% si pone al di sopra della media nazionale che è del 5,4%.
Stabile, un po’ a sorpresa, il numero di esercizi alberghieri che si attesta sulle 33 unità ma su questo dato pesa la proliferazione di bed & breakfast, case vacanza, affittacamere eccetera. Il numero dei servizi ricettivi extra alberghieri è infatti cresciuto in maniera costante passando dai 153 esercizi registrati nel 2010 ai 192 del 2014, numero che probabilmente è ulteriormente aumentato negli ultimi anni. Dato significativo è anche il numero delle presenze che si attesta sui 3.427.756 nel 2014, con una permanenza media di 3,7 giorni, in leggero calo rispetto agli anni precedenti.
Consumo di suolo e frane. Per quanto riguarda il consumo di suolo, il territorio lucchese, nel periodo compreso tra il 2012 al 2015, non ha registrato incrementi significativi passando da 2995 a 2997 ettari di suolo consumato. Dato che porta Lucca in cima a questa particolare classifica insieme a Lanusei, Trieste, Lecco, Gorizia, Como, Massa, Grosseto e Siena. Lo studio cita Lucca tra le città definite “policentriche”, dove cioè si registra una distribuzione omogenea su tutto il territorio degli immobili. Lo studio evidenzia come questo dato non sia dovuto alla morfologia del territorio ma a fenomeni di “urbanizzazione diffusa”.
Per quanto riguarda la pericolosità idraulica, sono 23,11 i chilometri quadrati del territorio che si trovano in zone ad elevata pericolosità e 38,56 quelli che si trovano in zone di media pericolosità per un totale di popolazione interessata di 26.271 abitanti. Sempre in queste aree, lo studio evidenzia la presenza di 26 beni culturali a rischio.
Come detto, Lucca è tra i territori che registra il maggior numero di frane ed infatti lo studio evidenzia anche come il territorio lucchese sia tra quelli (insieme a Napoli, Genova, Massa, Chieti, Palermo, Catanzaro, Salerno, Caserta, Siena, Trento, Grosseto, Ancona, La Spezia e Campobasso) con il maggior numero di abitanti a rischio frana. A Lucca, sono stati registrati 2146 eventi franosi con il 68,63% del territorio classificato come area a pericolosità da frana elevata o molto elevata.
Lucca però rappresenta l’eccellenza per quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza con 21 opere realizzate per un totale di 25,28 milioni di euro.
Aree verdi e acque. Non positivo il dato relativo al verde urbano, che vedeva nel 2014 una percentuale di aree verdi inferiore all’1%. Numero che arriva all’11,1% se si aggiungono anche le aree protette. Relativamente a questo dato, Lucca condivide con Brindisi l’ultimo posto della graduatoria. Nel 2015, Lucca contava solo 35 chilometri di piste ciclabili, dato che la faceva attestare a metà classifica a livello nazionale. Dallo studio emerge il fatto che la città sia stata inserita tra i comuni pilota per la realizzazione di orti sociali relativi al progetto “Centomila orti”. Lo studio specifica che a Lucca “per le aree previste all’interno del tessuto più urbanizzato sono stati privilegiati orti rialzati in cassoni di legno, con alcune aree adibite anche alla coltivazione a terra su ‘porche’ tipiche della tradizione contadina lucchese”.
Nel periodo 2011-2015 nel territorio del comune si sono contati 37 incendi che hanno interessato il 35,74% del territorio ed il 25,19% della superfice boscosa. La superfice media colpita da incendi all’anno è di 7,15 ettari su una superfice forestale di 8.056.
Il consumo medio di acqua si attesta, nel 2015, sui 142,2 litri per abitante al giorno, in aumento rispetto agli anni precedenti. Si registra inoltre una percentuale di dispersione dell’acqua erogata rispetto a quella immessa del 33,3%, anche questo dato in aumento rispetto al 2014. In provincia, sono 19 i bacini classificati come “balneabili” di questi, 15 sono considerati eccellenti, 2 sufficienti, 2 scarse.
Rifiuti e raccolta differenziata. 
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti, Lucca segue il trend nazionale che vede, nel periodo 2012 – 2014 una diminuzione. La raccolta differenziata si ferma al 59,5% lontana dalla vetta occupata da Pordenone con oltre il 79%. Positivo però il fatto che, nel periodo considerato ci sia stato un aumento superiore ai 10 punti percentuali. La produzione di rifiuti urbani, nel 2014, è risultata essere di 58.565 tonnellate per un totale pro capite di 655,90 chilogrammi. A questo dato, si lega quello relativo alla quota pro capite di rifiuti urbani attribuibili al turismo: qui l’ultimo dato disponibile è del 2013 ed ammonta a 15 chili pro capite, in aumento rispetto all’anno precedente.
Auto e incidenti stradali. Al 31 dicembre 2015, le autovetture a Lucca erano 58.039 di cui 299 adibite a locazione senza conducente, 30 con conducente, 3 per scuola guida, 57.112 per il trasporto di persone, 577 per il trasporto promiscuo e 15 taxi. Di queste, nel 2015, il 7,8% apparteneva alla categoria Euro 0, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Dal 2011 al 2015 si è registrato un aumento del 25,4% di auto con standard emissivo che fosse almeno Euro 4. Si registrano una media di 9,3 incidenti ogni 1000 autovetture. Dal 2007 al 2014, c’è stato un decremento del 9,7% di incidenti che hanno causato morti o feriti. Si registra un aumento del 12,2% di incidenti che hanno coinvolto i pedoni, diminuzione invece per quanto riguarda ciclisti e motociclisti rispettivamente del 23,9 e del 53,1%. In diminuzione anche il numero dei feriti stradali che segna un -13,5% nel periodo considerato.