Bml, torna il sereno: equilibrio di bilancio nel 2018

22 dicembre 2017 | 10:26
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Bml, torna il sereno: equilibrio di bilancio nel 2018

Qualche sacrificio ma la Banca del Monte di Lucca vede la luce. Lo dice il piano strategico 2017-2020 approvato di concerto fra i soci lucchesi (le fondazioni bancarie Banca del Monte di Lucca e Cassa di Risparmio di Lucca) e il socio di maggioranza Banca Carige.
Passata la tempesta per la banca genovese, con la ricapitalizzazione e la nuova rotta impressa dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino, gli effetti positivi, a costo di qualche sacrificio (così si traduce il termine razionalizzazione), iniziano a vedersi anche a Lucca. Con una banca che riacquista anche la sua autonomia sia a livello di governance sia per quanto riguarda i direttori di filiale. Con la mission di costruire intorno al cliente i prodotti necessari per il mercato del risparmio familiare ma anche delle piccole e medie imprese.
A presentare il piano, nella sala della presidenza della Banca del Monte in piazza San Martino, il presidente Carlo Lazzarini, i presidenti delle fondazioni bancarie Marcello Bertocchini e Oriano Landucci, il direttore generale della banca Francesco Pietrini e il responsabile crediti Francesco Andreini.

“Nel piano – spiega il presidente della banca, Carlo Lazzarini – viene ribadita la caratteristica della Bml come banca retail del gruppo, con autonomia aziendale e attenzione al territorio orientata allo small business. Da sottolineare quello che è stato l’impegno delle due fondazioni bancarie per la difesa dell’autonomia legale, che non è scontata. Adesso, comunque, dovremo fare particolare attenzione ai costi mentre auspichiamo una minore rettifica di valore delle sofferenze che la banca ha in pancia. Nel 2018 ci aspettiamo di raggiungere l’equilibrio di bilancio anche grazie ad un’attesa crescita degli impieghi della banca”. “Mi preme sottolineare – ha detto il presidente – il lavoro congiunto delle due fondazioni lucchesi grazie alle quali si è salvaguardata l’autonomia giuridica di quella che è ormai l’ultima banca lucchese. Credo che questo sia un risultato molto importante perché permette non solo di mantenere il marchio ma anche di difendere l’identità di una banca che, ricordo, è stata fondata nella seconda metà del 1400 ed è patrimonio della città. Lo sforzo delle due fondazione è ancora più apprezzabile considerato il contesto odierno del settore bancario”.
“Ringrazio quindi i soci – prosegue – che hanno dimostrato di credere nello sviluppo della banca e sottolineo come l’intero consiglio di amministrazione sia caricato di un forte senso di responsabilità in quanto consapevole che l’autonomia giuridica non sia un dato acquisito ma un obbiettivo da raggiungere con risultati tangibili. Credo inoltre che la territorialità non sia un valore astratto ma che si debba misurare in termini di efficienza dei servizi e del credito che una banca riversa nel tessuto economico di riferimento. Banca del Monte di Lucca è consapevole di essere una banca piccola ma proprio per questo capace di offrire un prodotto sartoriale adattato su misura per il cliente”.
“Il vero lavoro comincia ora – dice il presidente della Fondazione Crl, Marcello Bertocchini – e ci soddisfa perché ridà centralità alla Banca del Monte di Lucca. Le fondazioni locali hanno fatto la loro parte per dare ruolo e funzione importante alla banca. All’interno di un progesso di aggregazione è poi un passo da sottolineare quello di aver ridato autonomia ai direttori di filiale. Noi come soci avremo un ruolo attivo e saremo vigili per il raggiungimento degli obiettivi”.
“Questo piano – ha aggiunto il presidente della Fondazione Bml, Oriano Landucci – è stato fortemente voluto dalle due fondazioni bancarie. E si è voluto che fosse messo per iscritto queli sono gli obiettivi. Si tratta di un piano complesso e articolato che rappresenta una novità e premia la nostra volotà di essere banca del territorio in linea con il piano di Carige. L’altra cosa importante è quella di seminare nel patrimonio della banca, che è poi il personale, una motivazione che negli anni è un po’ scemata. Questo ci fa confidare in un futuro migliore, anche perché il piano è sì importante ma è solo il punto di partenza verso un nuovo percorso”.
Più tecnico l’intervento del direttore generale Federico Pietrini: “L’obiettivo è il rafforzamento del trend di crescita. Appare sostenuta la domanda di impieghi da parte delle famiglie e per le aziende ci sono settori in Toscana, come il turiso, in deciso miglioramento. Stiamo poi studiandi di aumentare i rapporti con le associazioni di categoria e di presentare un’offerta competitiva nel campo dei mutui, in particolare quelli riservati ai giovani. Oltre al tema dei tassi, infatti, c’è la possibilità di generare un periodo di preammortamento ed è prevista anche la possibilità di prevedere periodi di sospensione del pagamento per mutate condizioni economiche”.
“Il piano strategico – aggiunge il responsabile crediti, Franceso Andreini – ci dà nuovo sslancio commerciale in un territorio ridotto che però non si limita alla sola provincia di Lucca. Il nostro è un ruolo di riferimento per famiglie e piccole e medie imprese, con mutui casa che sono collocati nella migliore fascia di mercato e con una tempestività di risposte che contraddistingue il processo di erogazione del credito grazie a una struttura molto snella. Il nostro è un messaggio di territorialità concreto e la nuova autonomia dei direttori delle agenzie ci permette di essere vicini alla clientela ed anche avvicinare clientela nuova”.
Il nuovo piano rappresenta anche un cambio di approccio alla partecipazione nella banca da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, casualmente, o forse non del tutto, coinciso con la nuova presidenza Bertocchini: “Il precedente atteggiamento – dice il numero uno di San Micheletto – era legato ai rendimenti che non rispecchiavano le aspettative per cui era stato fatto l’investimento. Mi sembra che adesso il clima sita cambiando a Genova e questo sta cambiando le cose anche da queste parti. In questi mesi, peraltro, l’amministratore delegato Fiorentino è riuscito a portare a termine una difficile ricapitalizzazione e mi sermbra che abbia il piglio giusto. L’investimento della Fondazione è stato fatto in passato sulla base di criteri che poi sono venuti meno, ora si spera i salvaguardare il residuo ma mi sembra che ci siano tutte le condizioni per ritornare a vedere il segno più”.
Un segno più che, va detto, è legato anche ad alcuni sacrifici, quantificabili in un risparmio di 3-4 milioni di euro nel periodo di validità del piano, ovvero fino al 2020. “La riduzione dei costi – spiega il presidente Lazzarini – passa da una razionalizzazione a livello di personale che non sarà pesante come quella di Carige. Incentiveremo il part-time, adopereremo l’istituto del distacco dalla Banca del Monte alla rete Carige in Versilia e Bassa Liguria e poi ci saranno altri interventi che riguarderanno una migliore organizzazione di partite con la capogruppo. Ma la chiave di volta è a pulizia del credito che ci consente di essere ottimisti sulle rettifiche di valori che finora ci hanno mangiato i margini”.
Dal punto di vista della forza lavoro si parla al momento di circa 150 dipendenti che, nel 2018, si ridurranno di poche unità per pensionamento. I distacchi ad altre filiali, invece, riguarderanno circa 6 dipendenti. Non verranno, per il momento, toccate le filiali, nel frattempo ridotte a 20 dopo gli accorpamenti di Pistoia e Montecatini e la chiusura della sede di Marlia.

Il piano strategico nel dettaglio
Il piano strategico approvato dal Cda si declina su una ristrutturazione organizzativa che permetterà una riduzione dei costi operativi e in particolare di quello del credito. Quest’ultimo si rende possibile grazie alla cessione di Npl effettuata con l’operazione Brisca ce ha alleggerito la banca di 95 miliioni di sofferenze. Mediante questa operazione di pulizia e al grado di “coverage” del credito problematico rimasto in seno alla banca (56 per cento sugli ipotecari e 86 per cento sui chirografari), la struttura pianificazione ha proiettato in arco piano, i dati storico-statistici ipotizzando accantonamenti di gran lunga inferiori rispetto al passato.
Lo scenario macroeconomico di riferimento, pur non essendo ancora positivo per il mercato del credito, permette prudenzialmente di prevedere anche una certa ripresa degli impieghi che permetterà alla banca già dal 2018 di raggiungere l’equilibrio economico e di ritornare in zona utile dal 2019.
I “ratio” di vigilanza della banca mostrano l’indice di solidità Cet 1 del 12,90 per cento e il Total capital ratio al 14,12 per cento e quindi ampliamente superiori alle soglie previste dalla normativa; insomma i lucchesi possono stare tranquilli.

(notizia in aggiornamento)