Banco Bpm, Faissola guida la direzione tirrenica

3 gennaio 2018 | 16:18
Share0
Banco Bpm, Faissola guida la direzione tirrenica

Con il 2018 è partito il nuovo modello commerciale di Banco Bpm, di cui fa parte anche la Cassa di Risparmio di Lucca, le cui linee guida sono state varate dal cda lo scorso ottobre. Il calendario per la messa a regime è serrato e, sebbene il modello di rete sia attivo da ieri, l’operatività dovrebbe essere completata in più step e il processo dovrebbe durare fino alla metà di febbraio. Uno dei primi passi compiuti dalla banca in questa direzione, secondo quanto risulta a Mf -Dowjones, è stato quello delle nomine. Lo schema – basato sul rafforzamento del presidio del territorio – si articola in 8 direzioni territoriali che copriranno le zone di radicamento del gruppo. Tali direzioni hanno il ruolo di coordinamento e supporto commerciale di circa 45 Aree retail e da ognuna di queste dipenderanno circa 50 filiali. Data l’architettura del modello guidare le direzioni territoriali è un compito rilevante, motivo per cui l’istituto avrebbe privilegiato personalità interne e con una profonda conoscenza del territorio.

Nel dettaglio, la direzione territoriale tirrenica, con sede a Lucca, vede Matteo Faissola come responsabile ed Elena Pieracci nei panni di responsabile commerciale. La responsabilità della direzione territoriale Milano e Lombardia Nord (con sede a Milano) è stata inveceaffidata a Paolo Testi che mantiene il ruolo di dadi Bpm Spa; quella commerciale è invece affidata a Marco Adelghi. A capo della Direzione territoriale Novara, Alessandria e Nord-Ovest è stato individuato Massimo Marenghi, mentre responsabile commerciale è Riccardo Satragno. La responsabilità della direzione territoriale di Bergamo, Brescia e Lario va a Roberto Perico, quella commerciale a Gianluca Rinaldi. E’ invece Leonardo Rigo a guidare la direzione territoriale Verona e Nord-Est, mentre Alberto Melotti ne detiene la responsabilità commerciale.1 Alla testa di Lodi, Pavia e Liguria (Levante) c’è Fabrizio Marchetti; mentre responsabile commerciale della stessa direzione è Fabrizio Enrico Zambetti. La Direzione territoriale Emilia/Adriatica ricadrà invece sotto la responsabilità di Stefano Bolis mentre la responsabilità commerciale è affidata ad Adelmo Lelli Infine la Direzione territoriale Centro-Sud (con sede a Roma) ricade sotto la responsabilità di Maurizio Di Maio, mentre il responsabile commerciale è Marco Giorgio Valori. Nel modello è pienamente confermato lo schema hub&spoke (cioè con alcune agenzie complete che fungono da capofila e altre cosiddette “leggere”), anche se con alcune differenze rispetto al passato. Gli sportelli verrebbero suddivisi in quattro tipologie: hub, spoke, indipendenti e indipendenti coordinate. Le prime propongono un’offerta completa e gestiscono direttamente tutte le tipologie di clientela, coordinano le filiali spoke e le indipendenti coordinate, e riporteranno a un’Area; vi sono poi le indipendenti che per dimensioni o posizionamento non hanno riporti oltre all’area. Le Spoke, invece,hanno un’operatività ridotta, gestendo direttamente la sola clientela Privati (quei clienti con patrimonio fino a 100 mila euro). Compiti ridotti anche per le filiali indipendenti coordinate che riporteranno a un hub. La logica rimane quella di migliorare il servizio al cliente, nell’ambito di una gestione oculata dei costi e, per questo motivo, sempre più flessibile.
Intanto ci sono buone notizie anche sul fronte del personale Il banco Bpm infatti ha ridisegnato i ruoli e le figure professionali dei suoi 24mila bancari. Dopo il nuovo accordo integrativo definito con i sindacati – dice il condirettore generale Salvatore Poloni intervistato dal Il Sole 24 Ore – “abbiamo definito nel nuovo contratto di secondo livello le norme applicabili alle nuove figure professionali previste dal nuovo modello della rete commerciale dal modello distributivo che ha previsto una generale riconfigurazione territoriale e del servizio alla clientela”.
Il modello ruota attorno a una nuova segmentazione della clientela che ha richiesto la creazione di nuove figure a ognuna delle quali corrisponde un livello inquadramentale e un’indennità che però potrà cessare qualora il lavoratore venga adibito ad altro ruolo o attività. Per entrare nel ruolo servirà molta formazione e proprio per questo l’accordo “valorizza il ruolo della formazione e i controlli di primo livello – dice Poloni -. La formazione, l’aggiornamento professionale e lo sviluppo delle competenze costituiscono un fattore fondamentale e strategico affinché i lavoratori possano ricoprire in modo ottimale il ruolo assegnato”.
 Infine “con l’accordo si disciplina in maniera univoca all’interno del gruppo anche il tema della mobilita’”, dice Poloni. Il nuovo modello “non richiede maggiore mobilita’ territoriale rispetto ai modelli precedentemente adottati dai due gruppi”, spiega il manager. A questo si aggiunga che “si sta ponendo grande attenzione allo sviluppo tecnologico e alla modalità di svolgimento della prestazione che renderanno sempre meno necessario dover muovere le persone. Portare il lavoro dalle persone ridurrà i disagi della mobilità e consentirà anche di ridurre i costi”. Tra innovazione, tecnologia e mobilità si muove anche la sperimentazione dello smart working che verrà avviata nei prossimi giorni e “che rappresenta uno strumento con cui il gruppo intende andare incontro alle esigenze di conciliazione vita lavoro dei colleghi – osserva Poloni – e fare in modo che possano essere svolte anche da casa le attività che possono essere gestite non dalla classica postazione in ufficio”.