
Ospedale San Luca, la Uil Fpl interviene nel dibattito evidenziando criticità e proposte operative. Lo fa con il segretario di Lucca, Pietro Casciani e con il referente aziendale ed Rsu Andrea Lunardi. “La domanda che ci facciamo come sindacato – dice – e che rivolgiamo alla direzione e a tutti gli amministratori è di sapere quale sarà il ruolo dell’ospedale di Lucca nel contesto dell’area vasta? E ancora qual è il nostro progetto?”. Secondo Uil Fpl le principali criticità vanno dalla carenza del personale alla ricerca di spazi sanitari per attività diagnostico terapeutiche e per la degenza, problemi che sarebbero comuni a tutti quattro ospedali realizzati in Toscana con il sistema del project financing in Toscana.
“La carenza dei personale – dicono i sindacalisti – è palpabile e interessa tutti i profili professionali per cui occorre un’attenta concertazione tra sindacato, Rsu e azienda che possa vedere in un’ottica a medio e lungo termine. Per quanto riguarda il modello per intensità di cure, pur non avendoci mai entusiasmato, crediamo ci siano spazi di miglioramento riteniamo come Uil puntare ad una rettifica e revisione dell’attuale organizzazione per ottimizzare il servizio; ricordiamo a tutti che tale modello per intensità di cure non è una scelta regionale ma una disposizione nazionale nata nel 2000 su proposta dell’allora ministro Veronesi. E allora la Uil Fpl chiede da subito di rivedere il modello assistenziale, che attualmente prevede un solo infermiere ogni 14/15 posti letto, portando l’assistenza dell’equipe infermieristica ad un Infermiere ogni 8 (massimo 10) posti letto; solo in questo modo si aumenterà la qualità della prestazione e i livelli di sicurezza”.
“Per quanto riguarda poi i problemi strutturali – prosegue Uil Fpl – un altro obiettivo prioritario e facilmente conseguibile deve essere quello di conquistare altri spazi destinati al sanitario: possiamo farlo ricontrattando con il concessionario tutti gli spazi commerciali che, inutile negarlo, al San Luca sono quasi interamente vuoti a quattro anni dalla sua apertura per cui la nostra previsione è che lo saranno per i restanti prossimi 18 anni di project financing. Non c’è e non ci sarà un interesse commerciale per un ospedale di provincia per cui gli ampi spazi vuoti possono essere destinati ad attività sanitarie. Questa sofferenza di spazio la riscontriamo anche nel settore della diagnostica, vedi laboratorio di batteriologia dove i tecnici che lavorano gomito a gomito. Lo stesso possiamo farlo con i parcheggi a pagamento, ampiamente sottoutilizzati, c per cui potremmo riacquistare dal concessionario 80-100 posti auto necessari per far fronte alle necessità urgenti del personale dipendente. Evidenziamo ancora una volta che per i parcheggi dei dipendenti in fase di progetto ci fu un errore di valutazione rispetto alle necessità ed ora ne paghiamo le conseguenze”.
“Altro grande problema dell’ospedale San Luca è la privacy per i degenti e al tempo stesso il mancato rispetto del codice deontologico professionale – si legge ancora nella nota – Si sente tutto da una stanza all’altra, le strutture spesso sono open space in reparti delicatissimi per cui ci sembra di essere in una comune sale di attesa (e su questo ci preoccupa che anche la ristrutturazione in corso del pronto soccorso prevede solo open space). E ancora più importante è la promiscuità di genere per cui accade spesso che a causa dell’assenza di posti letto uomini e donne vengano ricoverati nella stessa camera: questa è davvero un’esagerazione. Riconquistare gli spazi servirà a risolvere, in parte, anche questa criticità. E infine, sempre dal punto di vista del malato, poi, al San Luca dall’inizio dell’anno non funziona più il wi-fi perché Estar non ha rinnovato i contratti e i cellulari di alcuni operatori telefonici continuano a non avere linee con l’esterno per cui il malato si trova “isolato”: bisogna risolvere queste mancanze perché comunicare all’esterno per i pazienti è una necessità imprescindibile”.
“Infine – concludono Casciani e Lunardi – dobbiamo iniziare a guardare anche al futuro, cercare altri spazi vicini all’attuale San Luca su cui investire: su proposta della Uil a suo tempo fu individuato il Cpo delle Poste a circa 50 metri di distanza: con importanti spazi coperti e di parcheggio, chiediamo all’Asl di valutare un’ipotesi di acquisto della struttura, unica soluzione possibile per una futura espansione dei servizi perché non ci sono altre soluzioni: costruire altri edifici non si può visto che il San Luca è stato realizzato ‘incastonato’ fra le case. Le ricette, in fondo, sono semplici: all’Asl chiediamo solo la volontà di provare a risolvere davvero i problemi elencati e la Uil Fpl è sempre disponibile a concertare le migliori strategie”.