Municipale in agitazione per i nuovi turni di lavoro

25 gennaio 2018 | 16:06
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Municipale in agitazione per i nuovi turni di lavoro

Monta la protesta dei sindacati della polizia municipale di Lucca dopo la proposta di cambiare le turnazioni per far lavorare ogni vigile 6 giorni su 7. I sindacati e in particolare la Cisl e Diccap ritengono che la decisione presa “unilateralmente” dal Comune costituisca un danno per il personale che non avrà alcun effetto sulla sicurezza. Mentre i sindacati lavorano a iniziative di protesta contro “questo sopruso”, si contesta fermamente il provvedimento della giunta.

La Cisl, in particolare, critica i “proclami demagogici ed i toni trionfalistici  adoperati dall’assessore Raspini per diffondere la decisione sotto le vesti di progetto di incremento della sicurezza cittadina – si legge in una nota dei due sindacati -. Dati alla mano, la ristrutturazione dell’orario si risolve in un puerile tentativo di occultare la cronica carenza di personale, determinata da una dissennata politica di depauperamento numerico del corpo di polizia municipale perpetrata costantemente negli ultimi anni dall’amministrazione. Basti pensare che per un Comune come il nostro, in cui la cittadinanza è stabilmente attestata attorno agli 85mila cittadini, nei primi anni 2000 il corpo di polizia municipale poteva contare 110 appartenenti, numero sceso a circa 85 unità nel 2009 fino ad arrivare ai 76 appartenenti di oggi, con l’ultimo concorso bandito nel lontano 2009. Impietoso è il confronto con il limitrofo comune di Viareggio, che a fronte di 62 mila residenti e malgrado le ben note difficoltà finanziarie gravanti sull’ente può vantare una Municipale da lungo tempo assestata attorno alle 100 persone”.
“A fronte di una situazione di organico così compromessa – si legge in una nota della Cisl e di Diccap -, il personale nelle svariate ed innumerevoli manifestazioni organizzate dall’amministrazione, ha ricevuto formale apprezzamento da parte delle autorità cittadine e vivo ringraziamento dalla cittadinanza per l’impegno profuso. In proposito una serie di accurati calcoli comparati profilano un panorama ben diverso da quello prospettato dall’amministrazione. In qualsiasi modalità la turnazione su 6 ore giornaliere venga applicata il massimo di personale in servizio recuperabile non supera le cinque unità giornaliere, rispetto alle 10 unità declamate, di cui solo alcuni sarebbero destinati a servizi esterni. Come può pensare l’amministrazione di far passare alla cittadinanza l’idea che una semplice diversa articolazione oraria possa risolvere tali carenze strutturali? In un contesto del genere la trovata dell’amministrazione si palesa in tutta la propria natura fraudolenta, come un gioco delle tre carte. E’ lecito, quindi – proseguono Cisl e Diccap -, domandarsi quale sia lo scopo occulto che si cela sotto le spoglie della ‘sicurezza cittadina’. La prospettiva potrebbe avere una propria valenza etica, se non fosse che si sta giocando con la vita privata dei lavoratori, utilizzati da sindaco, assessore e comandante come pedine su una scacchiera, in uno schema di gioco a carattere palesemente propagandistico. La cittadinanza deve essere informata che la turnazione su 5 giorni settimanali per 7 ore giornaliere, frutto di una lunga contrattazione decentrata con l’allora amministrazione Fazzi, fu ottenuta  a patto di mantenere inalterato il numero delle pattuglie operanti su strada, con particolare riferimento alle maggiori esigenze nei week-end. Fino ad oggi tale articolazione oraria non ha determinato alcun tipo di disservizio per quanto concerne l’espletamento delle attività istituzionali e delle prestazioni rese all’utenza. Tale organizzazione dell’orario di lavoro, senza gravare sulla cittadinanza, ha di contro consentito al personale di accedere ad un miglioramento della propria vita familiare. Al riguardo si vuole evidenziare con forza, che gli operatori effettuando turni lavorativi in funzione delle 7 ore, hanno organizzato la propria vita familiare e personale compatibilmente con gli orari di servizio. L’amministrazione con tale provvedimento, non ha tenuto conto (o forse ben sapeva ma se ne è infischiata)  che i 72 operatori interessati da tale atto, rappresentano 72 famiglie sulle quali la riorganizzazione e la riprogrammazione forzatamente imposta inciderà negativamente, senza che la stessa sortisca un effetto tangibile per la cittadinanza”.
Ma non è finita qui. “In questa vicenda – proseguono Cisl e Diccap -, dove la ragione e l’etica latitano, neanche il barlume dell’interesse e dell’opportunità sembrano essere riusciti a rischiarare il buio progettuale di indirizzo che grava sul comando. Una visione del personale dipendente come mera forza lavoro riconduce i rapporti tra le parti alle memorie dell’imprenditoria ottocentesca, in contrasto con la concezione attuale della centralità della vita familiare del personale, che ha assunto un’importanza strategica anche per i datori di lavoro, consapevoli che la maggior serenità del personale dipendente si risolve in una miglior rendimento. Vedranno i cittadini quanta più sicurezza questa riorganizzazione degli orari sarà in grado di garantire. La turnazione su sei ore giornaliere non rappresenta una soluzione.  Tanto è che tutti i Comandi di polizia municipale che hanno adottato tale soluzione patiscono più o meno  le nostre problematiche e stanno valutando la possibilità di adottare una turnazione su 7 ore per 5 giorni. Una città come Torino, già da anni, ha adottato una turnazione su 7 ore per 5 giorni. Volendo, invece, allargare il ragionamento ad una prospettiva più ampia, molto ci sarebbe da dire sulla sicurezza (di facciata) oramai assurta a chiodo fisso dell’assessore di settore; una sicurezza che prescinde in primo luogo dalla sicurezza del personale dipendente stesso – attaccano i sindacati -. Si pensi, ad esempio, ad un corpo di polizia allocato in un edificio igienicamente inidoneo, insicuro per i lavoratori dipendenti su molteplici fronti. Si consideri la percentuale di entrate annuali, destinata per legge all’acquisto di veicoli ed attrezzature per l’espletamento dei servizi di controllo, da anni ormai destinata a bilancio a fronteggiare spese che poco o nulla hanno a che vedere con tale scopo, lasciando un parco veicolare inadeguato.  Si pensi infine alle stesse divise lise e rattoppate che da anni il personale è costretto ad indossare giornalmente. E’ in questo contesto che gli operatori del Comando hanno fino ad oggi espletato quotidianamente con dedizione le proprie mansioni lavorative. Preme, infine, rilevare come il metodo utilizzato per comunicare la decisione assunta costituisca l’aspetto più viscido di tutta la vicenda; i dipendenti sono venuti a conoscenza della delibera di giunta e della conseguente determinazione del dirigente del personale, solamente dalla stampa on line, malgrado sia emersa l’esistenza di un fitto scambio di atti e pareri nel corso degli ultimi tempi fra parte politica e dirigenza dei vari settori. Tale atteggiamento subdolo dimostra una forma di viltà politica e amministrativa, di cui non si hanno ricordi nella nostra città. Di fatto la dirigenza, a conoscenza delle intenzioni della giunta, non ha sentito nemmeno la necessità di informare il proprio personale, con un evidente senso di disprezzo, o quanto meno di sufficienza, verso quest’ultimo. Metterci la faccia sarebbe stato tanto disdicevole?”.