Zavanella: Ctt Nord ok, presto altri nuovi mezzi

6 febbraio 2018 | 16:19
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Zavanella: Ctt Nord ok, presto altri nuovi mezzi

“Abbiamo rimesso in sicurezza il Ctt Nord ed efficientato il trasporto pubblico locale: ora vogliamo svecchiare il parco mezzi”. A dirlo è Andrea Zavanella, presidente dal 2014 di Ctt Nord, l’azienda che gestisce i trasporti su gomma a livello regionale. Zavanella interviene in Commissione bilancio, assieme al membro del cda Simona Deghelli ed all’assessore Giovanni Lemucchi.
La sua ricostruzione, tuttavia, incontra le aspre critiche dei consiglieri di opposizione, con Massimiliano Bindocci (M5S) che parla di “interpretazione fuorviante della realtà”.

Zavanella apre facendo un excursus della situazione di Ctt Nord dal 2014 – l’anno in cui è andato al timone – per dare conto del lavoro fatto. “Quell’anno – ricorda – la società si trovava in situazione complessa, perché la fusione effettuata aveva creato un soggetto che ha affrontato l’eredità delle aziende conferite. Parliamo di 1 milione e 700mila euro di perdita nei primi due mesi. Erano state messe insieme aziende che, unite, perdevano 10 milioni l’anno. Poi è arrivata la gara regionale per il trasporto pubblico locale”. E qui, come ricorda il presidente, inizia un percorso travagliato per i 1500 dipendenti di Ctt Nord, un’azienda che – ad oggi – può contare su un parco mezzi di 800 unità (600 delle quali stabilmente in circolazione).
Zavanella rammenta così la sentenza del Tar risalente all’ottobre 2016, quella che chiese integrazioni al piano industriale presentato da Mobit e Autolinee. Fino allo stallo dettato dal rinvio pregiudiziale del Consiglio di Stato alla Corte europea: “Nella sostanza – sostiene il presidente – se dipendesse da loro, darebbero ragione a noi. Però si tratta del primo caso di questo genere, un caso destinato a fare giurisprudenza. Per questo hanno dovuto interpellare la Corte: i tempi di attesa si aggirano intorno ai 2 anni”.
Da qui l’idea, partorita insieme alla Regione Toscana, di fare un “contratto ponte” (della durata, appunto, di 2 anni, ndr), incassando peraltro la rassicurazione che i francesi non andranno ad impugnarlo.
“Da 6 anni operiamo con contratti rinnovati mese mese – ricorda ancora Zavanella – cui aggiungere una gara pendente sulla testa. Eppure, nel 2016 siamo arrivati a produrre un utile di 2 milioni e 300mila euro, risanando i conti e guadagnando la fiducia delle banche e dei costruttori. Adesso, con questo contratto, abbiamo previsto l’acquisto di 220 autobus: 12 sono già stati comprati ed inviati ai tratti extraurbani, che sono quelli maggiormente in sofferenza”. Tra le novità previste anche per Lucca, c’è l’introduzione di un sistema per fornire orari statici e orari reali dei tempi di arrivo ed è inoltre in fase di rifinitura una App.
“L’anzianità dei mezzi nel 2014 – riprende Zavanella – era di 15 anni, poi calata a 12 anni, con gli investimenti fatti (100 autobus acquistati nel 2015, ndr): questo ci ha fatti rientrare nella media nazionale, che è 12 anni e mezzo. Resta comunque una media scandalosa, perché quella europea è di 7 anni. Ecco: ora l’obiettivo è portare avanti un piano di rinnovo accelerato per avvicinarci agli standard europei. Sempre nel contratto ponte, inoltre, abbiamo inserito il riaggiornamento dell’elenco del personale. In sostanza, abbiamo messo in sicurezza il sistema del Tpl, grazie al nostro lavoro e grazie anche allo spirito collaborativo del Comune”.
Una ricostruzione che, tuttavia, si scontra con le forti accuse provenienti dall’opposizione. In particolare, è in seguito all’intervento del pentastellato Bindocci che gli animi si accendono decisamente: “La sua – attacca – è un’interpretazione parziale e fuorviante degli atti giudiziari e di come è andata la vicenda. L’operazione Ctt Nord è un disastro: cittadini e lavoratori stanno peggio. Oggi abbiamo meno corse ed un servizio peggiore. Avete disdetto i contratti integrativi locali, non sapete se riuscirete a vincere la gara pendente, l’età del parco macchine è altissima. Non stiamo parlando, insomma, di un’azienda performante. Qua restiamo in attesa di miglioramenti da 5 anni: è evidente che le cose non sono andate come volevate. Ogni giorno assistiamo alle proteste di studenti e pendolari e la frequenza di utenti è bassissima. C’è un problema reale e bisognerebbe avere il coraggio di ammetterlo, perché non state facendo gli interessi dei lucchesi”.
Sul punto interviene, in prima battuta, l’assessore Lemucchi: “Nessuno deve dimenticare – afferma – che la Clap era tecnicamente fallita: per questo è stata fatta l’operazione Ctt Nord, che nel tempo sta fornendo risultati”.
Per Zavanella “ci sono dei miglioramenti oggettivi, con delle criticità che permangono sul servizio extraurbano. Non ho detto che sono tutte rose e fiori: però è vero che la situazione di oggi con la Clap non si poteva ottenere. Il contratto integrativo unilaterale, anche nel bacino di Lucca, presenta degli aspetti migliorativi: Ctt nord riconosce 13,6 euro giornalieri di maggiorazione del compenso in più rispetto al contratto nazionale, per ogni giorno di presenza al lavoro. Ai lavoratori non piace che questi soldi vadano a diminuire se il numero delle assenze supera una certa quantità, ma si tratta di un meccanismo per incentivare la presenza al lavoro. Ogni anno il numero di giornate medie lavorative aumenta di oltre l’1%: un dato incoraggiante, se moltiplicato per 1500 lavoratori. Sono inoltre aumentati i chilometri percorsi e gli incassi del servizio urbano: quindi non è vero che non si usa il servizio, anzi. Questo noi lo chiamiamo fare efficienza. Inoltre, anche se tra due anni non dovessimo vincere la gara, la One Scarl (l’operatore unico per il trasporto unico bus, ndr) ha le spalle larghe per proseguire. Ancora: a Lucca non è stato perso un posto di lavoro, né c’è stata cassa integrazione”.
Bindocci però continua ad esprimere perplessità e chiede di poter visionare i dati: “Portateci i numeri sull’aumento delle corse e sulla frequenza – domanda – e ricordatevi che quei 13 euro di incentivo potranno creare un pericolo di cui sarete responsabili, perché gli autisti andranno a lavoro anche in condizioni di salute precaria”.
Un appunto arriva anche dalla consigliera Cristina Consani: “I dati sull’inquinamento prodotto dai mezzi devono rimanere sul sito dell’ente. Invece, pubblicando quelli del nuovo anno, spariscono le annate precedenti”. Zavanella – che si dice disposto a tornare in più sedute per chiarire punto su punto le perplessità – ricorda, a tal proposito che “l’unico modo per risolvere il problema delle emissioni resta comprare autobus di nuova generazione”.

Paolo Lazzari