Villa S. Maria, trasloco per gli ospiti dopo la gara






Rsa, dopo lo scontro in Consiglio comunale arriva l’accordo bipartisan. Al centro del dibattito di oggi (20 febbraio) – avvenuto alla presenza di una quarantina di lavoratori – c’è stata la questione che scotta di più: il futuro di Villa Santa Maria, Rsa che ad oggi impiega 50 professionisti che da tempo vivono momenti di incertezza circa il proprio destino, così come gli anziani ospiti (ad oggi 30, ndr). E l’indirizzo che emerge all’esito della discussione, ribadito dal sindaco Alessandro Tambellini, è chiaro: si andrà a gara per la struttura che, necessitando di ingenti lavori di ristrutturazione, dovrà rimanere chiusa per circa 1 anno. Gli ospiti che lo vorranno verranno distribuiti nelle altre Rsa del territorio, mentre per i lavoratori verrà immediatamente attivato un tavolo congiunto con Centro dell’impiego, sindacati ed Asl, per la salvaguardia dei livelli occupazionali ed il ricollocamento. Il Consiglio comunale vota poi a maggioranza l’ordine del giorno proposto dalle forze di minoranza – ed emendato – assumendosi un impegno collettivo in questo senso. Su una cosa però, Tambellini pone fermamente l’accento: il problema più serio resta il finanziamento della quota sociale, vero ingranaggio capace di far entrare nuovi anziani nelle strutture smuovendo, in questo modo, le graduatorie degli operatori socio-sanitari.
A prendere subito la parola è stato il consigliere comunale M5S Massimiliano Bindocci, primo firmatario della richiesta di consiglio comunale aperto su questo delicato tema: “Villa Santa Maria? Penso – attacca – che qualcuno dovrà spiegare a questa gente che in molti andranno a casa. E’ una tragedia, c’è sempre meno lavoro, si manda questa gente al massacro in modo telecomandato. Un po’ di vergogna per la cattiva gestione servirebbe: siamo all’ennesima proroga. Non si pensa a come camperà questa gente, né allo spostamento degli anziani. L’approfondimento sul personale è parziale: se non si parte da qui assisteremo ad una nuova Waterloo, come abbiamo già visto alla Pia Casa. Il cambio di appalto di due anni fa è stato uno scempio e la struttura è stata abbandonata, così come chi ci vive e lavora”.
Poi interviene, da esterno, il coordinatore comunale di Fdi, Marco Chiari, facendo le veci del consigliere Nicola Buchignani. E’ del partito guidato da Giorgia Meloni, del resto, l’idea di presentare proprio oggi la richiesta di una Commissione d’inchiesta sulla gestione delle Rsa. “Le Rsa sono un business – afferma Chiari – dove si vive e si lavora sugli anziani. Ci sono problemi economici gravi e, per questo, ci chiediamo perché non si chieda un intervento alle Fondazioni bancarie cittadine. Oggi vorremmo chiedere al sindaco di prendere un impegno, perché non abbiamo ancora capito cosa si farà di villa santa Maria. Vogliamo allungare i tempi per venderla? Bisogna dare delle risposte: su una possibile ristrutturazione, su una eventuale chiusura e sul personale. Dovete dare una risposta a persone che non hanno certezze. Non si gioca sulla pelle di 40 persone”.
Quindi ecco l’appello dei singoli operatori, dal quale affiora una volontà concorde: trasferirsi in blocco alla cittadella della salute di Campo di Marte.
La prima a parlare è stata Claudia Gemignani, a nome degli operatori socio sanitari di villa santa Maria. “Siamo figure che non possono essere sostituite dal servizio di una semplice badante – afferma -. Siamo favorevoli a trovare anche una nuova collocazione per il nostro lavoro, ad esempio a Campo di Marte, per continuare ad esistere come gruppo di lavoro”. Sulla stessa lunghezza d’onda Stefania Masini, infermiera: “Vogliamo evidenziare l’importanza di infermieri e fisioterapisti in questa struttura, perché ogni giorno ci occupiamo di anziani non autosufficienti. Ottimale, anche secondo noi, la soluzione alternativa di Campo di Marte, per funzionalità e vicinanza a punto prelievi ed ambulatori”. Infine Giusy Scerri, educatore professionale, esprime la preoccupazione comune: “Siamo sospesi da tempo, confusi, rimandati. Il servizio funziona, ma viene svolto in una struttura non idonea: bisogna che il Comune decida al più presto”.
E’ il consigliere Pilade Ciardetti a leggere il documento congiunto firmato dalla Commissione sociale, da lui presieduta, sul tema. Un rapporto frutto di sopralluoghi e approfondimenti che ha messo in luce tutte le criticità della struttura, per la quale potrebbero servire, alla fine, oltre due milioni di euro per l’adeguamento: “La Commissione prende atto che il contratto di appalto con la Kcs sarà difficilmente prorogabile. La struttura – ricorda – ha una potenzialità di 50 posti, ma ospita 28 anziani con 52 operatori. La commissione politiche sociali ha deciso di fare un’indagine conoscitiva per verificare soluzioni, perché si impone di risanare la situazione quanto prima. Per questo abbiamo fatto due visite alla struttura con l’assessore sociale Del Chiaro: è emerso che per la messa a norma servirebbe 1 milione e mezzo di euro, con dei lavori che durerebbero circa 1 anno. Le opere comporterebbero l’allontanamento degli anziani, che sarebbero temporaneamente spostati e distribuiti nelle altre Rsa. A lavori conclusi, la capacità di accoglienza sarebbe ridotta perché i servizi verrebbero spostati al primo piano. Serve una decisione rapida perché ogni ritardo comporta spese per l’amministrazione”.
Tuttavia, nella valutazione della Commissione, rientra anche l’ipotesi di uno spostamento a Campo di Marte, che tuttavia al momento non sembra essere percorribile: “Se fosse possibile individuare una struttura più adatta – viene spiegato – come campo di Marte, eviteremmo costi e tempi lunghi. Se così non fosse bisognerebbe andare a gara. Ad ogni modo il trasferimento degli anziani deve essere preparato per tempo e con cura. e, inoltre, chiediamo massima attenzione per gli operatori, nel possibile cambio gestione. Per questo, nel capitolato di gara serve inserire clausole per la maggior salvaguardia possibile dei posti di lavoro”.
Il consigliere di SìAmo Lucca, Samuele Cosentino, ha preso la parola perplesso della situazione: “Ll documento che il consigliere Ciardetti ci ha appena letto è il riassunto di un lavoro che la commissione per le politiche sociali, abitative e della salute ha svolto impegnando più sedute e svolgendo anche sopralluoghi nella struttura di Villa santa Maria. Un lavoro lungo di ascolto, di elaborazione, di acquisizione. Lungo perché si è voluto e dovuto far sintesi fra le diverse posizioni che noi, componenti della commissione, abbiamo preso sul tema Villa Santa Maria. Sia ben inteso che non crediamo assolutamente che possa esistere una classifica di alcun genere che metta al primo posto una Rsa rispetto ad un’altra, o che metta alcuni lavoratori prima di altri, non esistono pazienti più o meno degni della nostra attenzione, semplicemente vi è una cronologia di interventi dettata non dall’importanza ma dall’urgenza. Non sia questa – ha auspicato Cosentino – una nuova occasione per tirare in ballo chi c’era prima di noi, chi ha fatto quell’ormai famoso solco in via Santa Giustina, ma semmai sia questo il luogo ed il momento per dare alla questione Villa Santa Maria un carattere di urgenza, di priorità e di presa in carico di responsabilità. Personalmente, e a nome del mio gruppo Siamo Lucca – sottolinea -, abbiamo fin dall’inizio richiamato l’attenzione sul pericolo che può rappresentare lo spostamento degli anziani da quella che considerano la loro casa. Quel luogo conosciuto, rassicurante, familiare dove poter trascorrere gli ultimi anni di vita. Abbiamo fin dall’inizio cercato di far valutare se fossero davvero necessari tutti i lavori che sono stati poi inseriti nella richiesta di preventivo di cui si parla nel documento della commissione e se fosse necessario farli tutti assieme. Se fosse possibile intervenire per settori, per aree, salvaguardando i posti per gli ospiti di Villa Santa Maria. Con il passare degli incontri abbiamo capito che questa strada non era condivisa, e forse non era condivisibile, ed abbiamo allora voluto porre attenzione sulla stessa questione, ma vista da un’altra angolazione. Che cosa ha reso quel posto cosi importante, rassicurante, familiare, accogliente per quegli anziani? La struttura ha giocato il suo ruolo, quell’edificio liberty meraviglioso contiene al suo interno un valore ed un fascino che non possono non conquistare chi lo abita, ma io, noi, crediamo che un ruolo ancor di maggiore importanza lo abbiano giocato le 50 persone che di questi anziani si sono presi cura con il rispetto e con l’amore che si riserva ad un familiare. Ecco che quando la commissione ha iniziato a far sintesi ed abbiamo capito che la nostra posizione di non spostare gli anziani non era percorribile allora abbiamo cercato di lavorare sul fatto che queste persone possano ancora continuare ad essere seguite dai propri operatori anche in altra struttura. Garantire il posto di lavoro a questi addetti: certo di questo stiamo parlando, ma parliamo anche di garantire la prosecuzione di un rapporto tra degente e personale della struttura che non è più malato-infermiere, ma quasi madre-figlia o figlio. E’ un legame pericoloso da spezzare, doloroso da affrontare. Si parla di spostamento temporaneo in altra Rsa in attesa della riconsegna dello stabile restaurato. Questo significa predisporre una gara di appalto, e anche di questo si parla nel documento della commissione socio-sanitaria, di realizzare lavori su un edificio antico che può riservare sorprese dal punto di vista strutturale comportando cosi anche possibili allungamenti dei tempi di restauro. Si parla anche di un doppio trasloco per tutti quei degenti costretti a superare il trauma del distacco e privati della possibilità di potersi ricreare un ambiente, nella nuova Rsa, in cui poter pensare di finire il loro tempo . Non si parla invece del caso in cui la gara andasse deserta e non si parla del fatto che anche le altre Rsa del territorio tra non molto saranno in scadenza di contratto e qualora non vi fossero rinnovi ricadrebbero nella stessa identica situazione nella quale oggi si trova Villa Santa Maria. E non si è ancora approfondito il tema del trasferimento dei degenti nelle altre Rsa, ovvero della reale possibilità di accoglienza delle stesse e delle condizioni di degenza che l’aumento dei posti letto potrebbero eventualmente mettere a rischio. Allora sindaco, pur sapendo che l’opzione Campo di Marte ad oggi non è percorribile, chiediamoci se però non sia una strada da poter rendere percorribile. Chiediamoci se l’amministrazione non debba e non possa insistere, con maggiore impegno perché tutti sappiamo che difficilmente quei volumi saranno venduti in blocco dalla asl e che quindi alla fine, quando sarà troppo tardi, un frazionamento ci sarà. E chiediamoci se non potesse essere davvero quella la soluzione per poter concentrare in un unico quartiere, già da anni caratterizzato dalla presenza di una struttura ospedaliera, i servizi socio sanitari che i cittadini si aspettano da noi. Dico noi, sindaco. Non dico noi di SiAmoLucca, nemmeno noi dell’opposizone, dico noi amministratori di questa città, noi persone alle quali i cittadini hanno dato fiducia. Noi Sindaco abbiamo tutti insieme il dovere di dare risposte scevre dalle polemiche, dalla retorica, dagli scaricabarile. Oggi in particolar modo dobbiamo risposte ai nostri anziani, ai 50 lavoratori della Rsa, pur ricordando, certo, che il comune non ha competenza in merito a tutti gli aspetti che questa operazione si trova ad affrontare. Concludo Sindaco dicendo che – continuo a sostenere convintamente quel documento che ho firmato in commissione – continuo a sostenere però che vorrei che fosse valutata con maggiore attenzione l’ipotesi di una riduzione e riorganizzazione dei lavori al fine di non spostare i degenti da Villa santa Maria – continuo a sostenere che se gli anziani devono rinunciare a lungo al luogo in cui vivono allora cerchiamo di non farli rinunciare alle persone che li accudiscono -continuo a credere comunque che un altro luogo alternativo a Villa santa Maria sarebbe possibile da trovare e che mettere a norma un edificio moderno è certamente meno costoso che metterne a norma uno antico oltre al fatto che lo spostamento degli anziani avverrebbe una sola volta a lavori terminati; continuo a sostenere, in tal senso, che la strada campo di marte vada rivalutata in un’ottica più complessiva rispetto a quanto trattato in commissione ripensando eventualmente anche all’intera rimodulazione degli spazi in base ad un progetto globale di riassetto del quartiere della salute credo che così come oggi non è davvero il caso di rispondere a queste problematiche con la solita storia che la colpa è di chi c’era prima di noi, nessuno di noi voglia nemmeno che fra qualche anno ci sia un sindaco con questa questione sul tavolo ancora irrisolta e ne possa dare la colpa a noi che invece siamo qui oggi. Le persone ci chiedono risposte certe, ci chiedono aiuto vero, ci chiedono soprattutto rispetto. Prendere con loro un impegno concreto e darsi appuntamento con data certa per una verifica dello stato delle cose sarebbe davvero un gesto di grande rispetto, serietà ed umanità: caratteristiche che io so appartenere a questo consiglio e a questa giunta”.
Il consigliere della Lega Nord, Giovanni Minniti, invece, attacca duramente parlando di una amministrazione comunale “che ha abbandonato gli anziani ed i lavoratori al loro destino. Il Comune ha annunciato solennemente che nessun lavoratore avrebbe perso il posto, ma ha permesso al nuovo gestore di diminuire la pianta organica. Sarebbe meglio affidare la gestione delle Rsa a soggetti del nostro territorio. Inoltre, dove andranno gli anziani durante i lavori?”.
Quindi è il turno del capogruppo di Forza Italia, Marco Martinelli: “Il modello di assistenza della giunta Tambellini – spiega – è fallito. Infatti con questa giunta gli aspetti economici hanno avuto un peso dominante sugli aspetti qualitativi del progetto con un drastico abbassamento dei livelli di assistenza per gli ospiti delle strutture. Nel nostro modello di assistenza le persone anziane ospitate nelle strutture comunali non sono mai state considerate dei malati ma persone accudite non solo dal punto di vista medico ma anche e soprattutto coinvolte nelle varie attività sociali in modo da farle sentire importanti e attive. Il rapporto quotidiano tenuto da ogni ospite con tutti gli operatori rimaneva un evidente e fondamentale punto di partenza imprescindibile da ogni conto economico. Quindi una visione culturale che mette al centro la persona doveva essere secondo noi la priorità da seguire. I sindacati unitamente ai famigliari degli ospiti delle strutture in questi anni hanno fatto presente a più riprese all’amministrazione comunale diverse criticità evidenziando forti preoccupazioni per possibili esuberi di personale e conseguente abbassamento drastico dei livelli di assistenza per gli ospiti delle due strutture Pia Casa e Monte San Quirico. Oggi quelli che venivano definiti dai banchi della maggioranza allarmismi ingiustificati sono purtroppo diventati realtà. Ci sono stati esuberi di personale e la qualità del servizio ne sta risentendo parecchio. Infatti nell’arco di poco più di un anno gran parte dei servizi dedicati alle persone sono stati drasticamente ridotti con una contrazione dell’occupazione nel settore socio assistenziale visto che più di 15 persone sono rimaste a casa senza occupazione. Non è quindi accettabile che si riproduca quanto già accaduto appena lo scorso anno per le due Rsa di Monte San Quirico e Pia Casa, con una emorragia di posti di lavoro. Servono soluzioni – conclude – che possano garantire la continuità e il rafforzamento dei servizi offerti fino ad oggi a tutta la cittadinanza in termini di assistenza sociale, cura delle persone, con un attenzione particolare al mantenimento dell’occupazione. Chiediamo per la struttura di Villa Santa Maria impegni concreti da parte dell’amministrazione comunale soluzioni in grado di garantire il necessario sviluppo, anche ricorrendo ad interventi che prevedono sinergie con il privato, nell’ottica di mantenere nella nostra città i livelli di assistenza che prima di questa amministrazione venivano garantiti agli ospiti delle strutture e assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Barsanti, consigliere di Casapound, ha invece chiesto che “quanto detto a parole venga messo nero su bianco, perché non vogliamo che si ripeta quanto già accaduto in passato. Questo difficile momento è la ripercussione di politiche regionali scellerate, ma adesso dobbiamo fare qualcosa”. Sempre da Barsanti proviene la richiesta – firmata dalla minoranza – che venga approvato un ordine del giorno vertente sull’assunzione di impegni concreti: “Chiediamo di trattare con l’Asl il frazionamento di Campo di Marte, di contattare le fondazioni per la ristrutturazione, di fornire garanzie ai lavoratori circa la salvaguardia dei livelli occupazionali, di fornire una mappatura – da parte del Comune – dei possibili edifici convertibili in Rsa e di procedere con lo stesso iter anche per le altre Rsa”.
Il sindaco Alessandro Tambellini nel tratteggiare gli indirizzi operativi per risolvere il caso della Rsa Villa Santa Maria ha fatto notare tutte le criticità di un trasloco al vecchio ospedale: “L’utilizzo del Campo di Marte? Sarebbe messo a concessione da parte di qualcuno, l’Asl darebbe gli spazi in concessione ad un privato”. Poi la replica al coordinatore di Fdi: “Ricordo a Chiari che non vogliamo giocare con chi lavora e che conosco bene le difficoltà degli anziani. Ci troviamo nelle condizioni di dover decidere, oggi. Il Comune ha incassato 12 milioni di euro in oneri di urbanizzazione nei tempo d’oro, mentre nel 2017 siamo arrivati a 1 milione e 800mila: i tempi sono questi. Se ci fossero prospettive diverse rispetto a Campo di Marte, le valuteremo”.
Il sindaco rassicura inoltre sul fatto che gli standard qualitativi delle case di riposo siano controllati dal Comune e spiega nel dettaglio la posizione per villa santa Maria: “Su villa santa Maria abbiamo una relazione dell’ufficio tecnico – afferma – che ci ha presentato una situazione molto complessa. Il Comune avvierà il percorso di gara per dare la struttura in concessione: i servizi di ospitalità vanno interrotti per il tempo dei lavori. In ogni caso – spiega – non è possibile garantire altro che la possibilità di spostarsi nelle altre strutture agli ospiti: a Monte san Quirico o nella Pia Casa, ma resta ferma la possibilità degli ospiti di scegliere. La quota sanitaria e la quota sociale, in questo discorso, diventano determinanti: la prima spesso esiste, la seconda no, perché non siamo capaci di sostenerla. Se manca, mancano anche gli accessi alle strutture. Chi lo vorrà – poi – verrà ricollocato in villa santa Maria, ma non possiamo fare imposizioni. Possiamo comunque pensare ad una concessione lunga – 20 o 25 anni – per rientrare dell’investimento”.
Di certo, afferma il primo cittadino, “la struttura non può proseguire così la sua attività. La proroga del contratto va al 30 giugno 2018: serve comunicare alle famiglie quello che si sta preparando, per offrire loro garanzie. Contestualmente, di concerto con le organizzazioni sindacali, esamineremo le possibilità di collocamento del personale Kcs, sia per le nostre strutture che per altre che potranno aprirsi. Per il recupero del personale in esubero formeremo un tavolo di lavoro con Asl e Centro per l’impiego, con l’obiettivo di fare meno danni possibili”. Si alzano e se ne vanno, a questo punto, molti membri delle Rsa.
All’esito della seduta, il Consiglio comunale approva l’ordine del giorno proposto da Fabio Barsanti (firmato dagli esponenti dell’opposizione) ed emendato dalla maggioranza, al fine di cercare “soluzioni condivise e responsabili” per la situazione dell’ Rsa di villa santa Maria.
All’esito del Consiglio non sono comunque mancati strascichi polemici. Uno, in particolare, è quello che proviene dalla consigliera di SìAmo Lucca Cristina Consani: “Rimaniamo quantomeno perplessi – afferma – dal comportamento dell’assessore Del Chiaro e dell’amministrazione in generale. Come è noto, infatti, questo Consiglio comunale è stato spostato appositamente di una settimana per venire incontro alle sue esigenze, dal momento che ci riferirono di un problema di salute, un mal di pancia, che non le consentiva di partecipare. Nell’ultima capigruppo chiesi al sindaco se non potesse sostituirla lui, ma ci venne risposto che non era possibile, perché la Del Chiaro voleva assolutamente intervenire sulla questione. Ecco: oggi l’assessore non ha detto una sola parola in Consiglio comunale, peraltro davanti al personale dell’Rsa di Villa santa Maria. Hanno spostato una seduta su un tema così importante per nulla: tanto valeva continuare con gli impegni così come calendarizzati, considerato il contributo”.
Paolo Lazzari