Licei musicali, docenti rischiano altro anno di prova

23 febbraio 2018 | 10:40
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Licei musicali, docenti rischiano altro anno di prova

“I nuovi licei musicali producono le prime vittime sull’altare della burocrazia. I docenti dal 2001, anno di istituzione di questa tipologia della istituzione scolastica, hanno prestato servizio in attesa della normativa che consentisse loro il passaggio di ruolo. Adesso che la normativa è arrivata vengono costretti a ripetere l’anno di formazione e prova. Una situazione che può riguardare una ventina di persone in Toscana”. A segnalare questa criticità sono, con un nota congiunta, Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola rua, Snals Confsal e Gilda Unams Toscana.

“Il Miur – prosegue la nota delle sigle sindacali – ha pensato bene di emanare una nota che non ha risolto e anzi ha dato seguito a comportamenti diversi sul piano nazionale. Durante la trattativa nazionale sulle utilizzazioni/assegnazioni provvisorie, si era convenuto tra le parti la possibilità di un esonero dall’anno di prova per questi docenti stabilizzati a seguito di una fase straordinaria di mobilità professionale, proprio in virtù dell’esperienza specifica già maturata. Ora nemmeno la legge sulla ‘Buona scuola’ pretende che, dopo un percorso metodologico didattico espletato in qualche caso anche per più di 10 anni, si debba ulteriormente infierire sul tempo di vita e di lavoro degli insegnanti. Oltre a sovraccaricare i licei musicali di procedure complicate e laboriose e gravare sulle spese generali dello stato i costi aggiuntivi di questa inutile formazione”.
“Quasi tutte le regioni hanno convenuto sulla inutilità della ripetizione del periodo di prova. Solo l’Ufficio scolastico regionale della Toscana, e pochi altri – accusano i sindacati – non ha condiviso questa considerazione invocando problemi di natura contabile e amministrativa. Nella riunione del 19 febbraio scorso i sindacati sono tornati a chiedere all’Usr Toscana di dare indicazioni certe e doverose dopo la confusione generata, esprimendo lo sconcerto e il risentimento di molti docenti in merito a questa questione”.