Campo di Marte, la metà resta all’Asl

14 marzo 2018 | 14:59
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Campo di Marte, la metà resta all’Asl

La metà circa dell’area del complesso del Campo di Marte resterà a disposizione dell’Asl, che vi amplierà i servizi della sanità territoriale, a integrare l’ospedale per acuti, di cui comitati e cittadini da tempo ormai immemorabile lamentano la carenza di posti letto. Nella restante area dovranno trovare luogo funzioni in qualche modo correlate, dal campo del volontariato alla protezione civile, visto che è sfumata l’ipotesi di realizzarvi il nuovo polo della sicurezza con il trasferimento della questura, che resterà nella sede attuale di via Cavour, grazie ad un accordo immobiliare fra Provincia e ministero. Sono questi alcuni dei primi punti fermi emersi oggi (14 marzo) alla prima riunione del tavolo tecnico in Regione sul futuro del Campo di Marte. Non più dunque 2/3 da alienare: mutati, infatti, tempi ed esigenze rispetto all’ormai lontano 2005 (quando fu firmato l’accordo di programma per il nuovo ospedale) Regione e azienda sanitaria sembrano propense a servirsi delle strutture già di proprietà (senza ipotesi di realizzazione di palazzine ex novo) all’interno dell’area di Campo di Marte per potenziare l’assistenza sul territorio.

“Crediamo fermamente – ha spiegato per conto del Comune il sindaco Alessandro Tambellini – che quell’area debba rimanere a principale vocazione sanitaria. Noi daremo il nostro spunto, le nostre idee, portando al tavolo le richieste della città”. Su quello che resta – circa il 50% – c’è tutto da ‘reinvetare’. E in questo senso il Comune (che pure non è proprietario) ha la sua voce in capitolo. Il sindaco, infatti, accompagnato dagli assessori all’urbanistica Serena Mammini e al sociale Lucia Del Chiaro a Firenze, insieme alla consigliera delegata alla sanità Cristina Petretti e al dirigente Maurizio Tani, ha ribadito la convinzione dell’amministrazione che il Campo di Marte, almeno nella parte che non verrà utilizzata direttamente dall’Asl, debba ritornare a vivere ‘nel’ quartiere: “Abbiamo portato la proposta di riaprire alcune strade che erano state chiuse per far posto al presidio ospedaliero – osserva Tambellini -, mentre abbiamo anche messo sul tavolo alcune proposte che saranno esaminate più nel dettaglio nelle successive riunioni”.
Tra queste il sindaco ha lanciato l’ipotesi di realizzare qui una sorta di polo del volontariato e della protezione civile, prevedendo il trasferimento delle sedi operative di Croce Rossa e Misericordia di Lucca. Ma c’è anche l’Arpat, interessata a trovare una sede più adeguata, ad affacciarsi all’orizzonte. “La riunione, per il momento, è stata interlocutoria – osserva Tambellini -, nelle prossime andremo alla definizione di un progetto complessivo”. Tra aprile e maggio, insomma, le idee progettuali verranno messe nero su bianco al tavolo tra Comune, Regione e Asl. “Le condizioni, è evidente, rispetto all’accordo di programma del 2005 sono profondamente mutate – ricorda il primo cittadino -: anche la cifra dei 23 milioni da incassare dalle alienazioni, non è più applicabile al mercato e dire che non è realistica”.
Un incontro interlocutorio che è servito a ‘riannodare’ le fila del discorso in un contesto che oggi è profondamente mutato: “Adesso – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Serena Mammini – la partita si gioca su una porzione inferiore dell’area rispetto a quanto era inizialmente previsto. Come amministrazione comunale, pur non essendo il Comune proprietario dell’area, abbiamo manifestato dall’inizio interesse e disponibilità a confrontarci sul futuro del complesso, prendisponendo anche un masterplan che poi, per esigenze Asl, è stato superato. Dal nostro punto di vista, è molto interessante l’idea di riaprire alcune strade, per motivi di carattere non solo urbanistico ma anche per la sicurezza delle strutture dove restano i servizi sanitari e questo, mi pare, sia condiviso anche dall’Asl. Noi eravamo già pronti con un piano delle funzioni, adesso al tavolo siamo ugualmente pronti a portare il nostro contributo”. Il percorso ad ogni è appena iniziato e servirà tempo, probabilmente, per arrivare alla definizione di un progetto di dettaglio.
Intanto, però, i comitati della sanità fremono in attesa delle decisioni sul futuro del Campo di Marte: “In questi giorni – spiegano in una nota – si sta decidendo il futuro dell’ex ospedale Campo di Marte,  che da tempo i comitati chiedono  rimanga destinato ad uso sanitario. Numerose sono infatti attualmente le criticità  relative alla sanità del territorio,  a partire dall’inadeguatezza del nuovo ospedale S. Luca (mancanza di posti letto, carenza di personale, fallimento del modello per intensità di cure, assenza di una riabilitazione per acuti, degenza media troppo bassa) e dalla mancata attuazione di una adeguata riorganizzazione territoriale dei servizi.  Siamo fortemente preoccupati per la persistente  mancanza di una visione complessiva e dallo spezzatino di funzioni che continuano ad essere perseguiti  dall’amministrazione comunale. Invitiamo perciò tutte le componenti della società civile e le forze politiche a una riflessione comune  allo scopo di scongiurare il rischio che  si ripetano ancora una volta  gli errori del passato”.