


“Il passaggio dall’azienda teatro del Giglio alla Fondazione unica per la cultura ed il turismo (comprendente Itinera ed Opera delle mura, ndr) è un’occasione di arricchimento per la città da non perdere”: è quanto sostengono i vertici del teatro del Giglio e l’assessore alla cultura Stefano Ragghianti, chiamati a parlare oggi (16 aprile) di questa prospettiva in Commissione cultura e aziende partecipate.
Il direttore Manrico Ferrucci e l’amministratore unico Gianni Del Carlo, affiancati anche dall’assessore al bilancio (con delega alle partecipate) Giovanni Lemucchi, tratteggiano una prospettiva di crescita culturale e turistica, soffermandosi a lungo anche sulle garanzie per il personale dei tre enti coinvolti. Non si tratterà, viene specificato, di una fusione immediata: ci sarà un passaggio intermedio, con l’azienda Teatro del Giglio che passerà a Srl per un breve periodo.
La Commissione era stata richiesta dal capogruppo di Forza Italia Marco Martinelli che cerca di sviscerare il tema in apertura, ponendo sul piatto tutte le questioni principali che ruotano intorno all’operazione. “Vogliamo sapere – chiede Martinelli – tutto quanto intorno al passaggio dalla Atg alla Fondazione unica. L’azienda verrà subito trasformata o ci sarà un passaggio intermedio a srl? Come sarà organizzato il personale e quali garanzie verranno date per il mantenimento dell’attuale pianta organica e della sede lavorativa? Il contributo del Ministero – domanda ancora – potrà essere aumentato, dopo la fusione? Infine: è stato fatto un piano industriale?”.
Il primo a replicare, muovendosi a tutto campo, è Ferrucci: “L’obiettivo finale è quello di diventare Fondazione: oggi il teatro è un’azienda totalmente partecipata dal Comune e, in futuro, diventerà una fondazione totalmente partecipata: dunque queste domande coinvolgono da vicino anche il Comune. Un piano d’impresa? La regia di questo passaggio è dell’amministrazione, che condurrà l’operazione”.
Capitolo contratti di lavoro: la nuova fondazione opererà in continuità con l’attuale contratto nazionale, “Teatri stabili”, che è stato appena rinnovato. “Avevamo pensato – confessa il direttore – anche al contratto Federculture, ma non sarebbe consono ad una struttura che manterrà un forte radicamento nel campo dello spettacolo. Il fatto che il datore di lavoro non cambierà, mutando soltanto la sua veste giuridica, rappresenta un’importante garanzia per i lavoratori, così come lo è la prospettiva di un ente più grande e forte”.
Poi ecco le specifiche sul versante dei contributi: oggi il Mibac versa 559mila euro all’anno ed il teatro sta entrando in un nuovo triennio contributivo (2018/19/20). “I contributi e le attività non sono mai allineati – spiega ancora Ferrucci – perché il piano di attività lo abbiamo presentato entro il 7 febbraio scorso, ma il contributo arriva diversi mesi dopo: penso che non giungerà prima di giugno. Speriamo che sia confermato, anche perché il piano triennale lo abbiamo sviluppato in modo adeguato. Sulla continuità rispetto al passato siamo fiduciosi: la fondazione potrà subentrare al teatro del Giglio e ci auguriamo che il contributo resti tale. C’è anche la possibilità di un aumento fino al 5%, ma potrebbe pure diminuire. La nuova Fondazione si occuperà di attività culturali, beni culturali e turismo:in questo senso, potrebbe accedere in futuro anche a nuovi canali di finanziamento”.
Quindi la specifica, striata da una nota di amarezza, circa la reale necessità di condurre in porto l’operazione: “Esprimo un sentimento di tristezza – afferma – perché la riflessione sul fatto che Lucca si doti di uno strumento istituzionale più forte non può che portare ad un arricchimento. Non si può contestare questa prospettiva e dovrebbe esserci unione di forze: questa è la direzione giusta”.
L’assessore Ragghianti, invece, parte dalle origini per porre in luce la ratio complessiva dell’operazione: “Quella della trasformazione dell’azienda teatro del Giglio in fondazione – ricorda – è una questione decennale. Parallelamente è nata la discussione su Itinera (che ‘resiste male’ al decreto Madia e deve cambiare veste giuridica, viene rammentato, ndr) e su Opera delle mura. Una riflessione che abbiamo ritenuto di rendere congiunta, per un progetto di valore. Non è un’operazione di ristrutturazione, perché questi tre soggetti vivono in equilibrio di bilancio, con patrimoni netti positivi. Parliamo di una strategia di carattere culturale: cosa metterci dentro e come, a questa fondazione, è ancora in fase di studio”. Il tutto, viene ricordato, senza smarrire le peculiarità che sono ad oggi anche punti di forza: “Dobbiamo mantenere la qualifica di teatro di tradizione, il contributo, l’art bonus e l’applicazione della normativa in materia turistica. Questa operazione – osserva – dà maggiori garanzie rispetto al restare fermi, sia per i lavoratori che dal punto di vista culturale. Dobbiamo tutelare le singole specificità, ma anche integrare le attività e rafforzarle. La fondazione potrà essere anche un interlocutore più forte, in futuro: inizialmente sarà un’operazione a regia pubblica, mentre in futuro potremmo pensare a partecipazioni da parte di soggetti terzi”.
Ci sarà – si spiega – un rapido passaggio intermedio a srl e, dunque, non si tratterà di una fusione a tre immediata. “Come transiterà il personale? La grande maggioranza – interviene Ferrucci – è nell’Atg che si trasformerà in Fondazione, in continuità: è lo stesso datore di lavoro che cambia soltanto forma giuridica. La questione poi interessa il personale di Itinera e quello dell’Opera delle mura, che è di competenza comunale. Per Itinera il discorso è legato alle funzioni che verrano trasferite in fondazione”.
L’amministratore unico Del Carlo torna, nel suo intervento, sulle ragioni ultime che hanno condotto a pensare alla formula della Fondazione. Nella sostanza – l’istantanea che viene scattata – il Giglio è una macchina spinta a massimo regime, che ha bisogno di ulteriore forza motrice, ora, per raggiungere nuovi obiettivi. “Perché fare la fondazione? Oggi abbiamo un teatro – sostiene – che ha una centralità nelle attività culturali del Comune di Lucca e che è riconosciuto anche dalle altre realtà simili a livello internazionale. Viaggiamo con l’acceleratore premuto da tempo e siamo arrivati ad un livello oltre il quale è difficile andare. Nei prossimi giorni approveremo il bilancio 2017, che si traduce in un equilibrio sostanziale. La Fondazione ci pone in una situazione di definitiva visione turistico-culturale di questa città”.
Le forze di opposizione, però, manifestano qualche perplessità. “Ci avevano prospettato qualcosa di diverso – afferma Massimiliano Bindocci, capogruppo del M5S – con Itinera che confluiva in Metro, ma oggi non è più così e ne prendiamo atto. Mi chiedo però perché la scelta della Fondazione come forma giuridica: per me pone problemi circa il reperimento di finanziamenti”. Per Lemucchi, però, “la fusione di Itinera in Metro era solo una possibilità al vaglio”, mentre Ferrucci ricorda che “Quasi tutte le istituzioni culturali sono fondazioni” e che “il reperimento dei fondi non sarà l’obiettivo primario della prima fase: ci occuperemo anzitutto del consolidamento della struttura”.
Polemica anche Cristina Consani (Lucca in movimento): “La posta in gioco qui sono i posti di lavoro. Quindi mi sento di dissentire – afferma – circa la strategia: prima si trovano i soggetti privati interessati a dare contributi e poi si va avanti. Mettere insieme più debolezze crea soltanto altre debolezze: lo abbiamo visto anche con Lucca Crea: Lucca Comics ha rischiato di chiudere il bilancio in negativo”.
Lemucchi però non ci sta: “Parliamo di tre soggetti che, al contrario del passato, hanno bilanci positivi. Se questa partita non fosse stata sanata, oggi non potremmo nemmeno essere qui a parlare di fondazione”. L’opposizione – con Bindocci in testa – chiede poi che il nuovo ambito strategico conduca ad una visione del teatro più centrata sulla vero e unico portavoce mondiale della città (insieme alle mura), cioè Giacomo Puccini.
“Restituire centralità al maestro – commenta Del Carlo – è un passaggio chiave. Dobbiamo arrivare ad affermare che questo è il teatro di Giacomo Puccini: questo ha un potere di spinta mediatica incredibile”.
Paolo Lazzari