Cinema a Lucca, tutti d’accordo: niente multisala

24 maggio 2018 | 20:34
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Cinema a Lucca, tutti d’accordo: niente multisala
Cinema a Lucca, tutti d’accordo: niente multisala
Cinema a Lucca, tutti d’accordo: niente multisala
Cinema a Lucca, tutti d’accordo: niente multisala
Cinema a Lucca, tutti d’accordo: niente multisala
Cinema a Lucca, tutti d’accordo: niente multisala

Su una cosa sono tutti concordi. L’ipotesi multisala, specialmente se fuori dal centro storico, è da scongiurare.
Sono due ore intense di dibattito quelle che occupano la sala del consiglio comunale dove i rappresentanti delle commissioni urbanistica e cultura, guidate rispettivamente da Francesca Pierotti e Maria Teresa Leone, si sono confrontati con gli operatori commerciali e culturali del mondo del cinema e con i proprietari di sale. Dalla serata è emersa la necessità di proseguire il dibattito sul futuro degli esercizi cinematografici in città, specie se continuerà il successo del festival cinematografico diretto da Nicola Borrelli.

Il meccanismo è, più che altro, quello dell’audizione. A turno Fabio Gialdini, rappresentante della famiglia proprietaria delle sale cittadine, il Circolo del Cinema con il presidente Giuseppe Guastini, il Cineforum Ezechiele con Maximiliano Dotto, ma anche i rappresentanti del Lucca Film Festival Nicola Borrelli, Stefano Giuntini e Cristina Puccinelli e Petroni e Francesconi della Diocesi, proprietaria dell’ex cinema Italia di via Santa Gemma, chiuso ormai dal 2013.
L’incontro nasce dalla paventata e possibile chiusura anche del cinema Astra, la sala più grande fra quelle cittadine. Lo conferma Fabio Gialdini che chiede a chiare lettere alla politica la definizione di nuovi spazi di manovra, ovvero la possibilità di fruire di nuovi spazi di dimensioni da stabilire.
Gli operatori culturali entrano nel dettaglio, sottolineando l’importanza di un confronto che forse non si era mai tenuto a questo livello e con questa pubblicità. Dotto del Cineforum Ezechiele ricorda come il problema della carenza di sale, sottolineato anche dallo stesso Gialdini, risalga alla metà degli anni Duemila: “Prima – dice – era stata paventata la chiusura del Centrale, poi si è chiuso il cinema Italia, che è stata la nostra ‘casa’ dal 1999 al 2013, quindi ora si parla dell’Astra. Quella che rileviamo come necessità è la nascita di una sala che possa essere pubblica come proprietà ma gestita da un soggetto commerciale e che possa essere utilizzata da chi fa cinema come passione e divulgazione in condizioni di tranquillità”. “Il mercato – spiega ancora Dotto – nel frattempo sta cambiando, anche per la ridotta finestra prima dell’uscita sulle pay tv. Per il futuro la nostra disponibilità è totale, sia nel caso di riapertura di nuove sale sia per la riapertura di sale dismesse”.
Aggiunge Guastini del Circolo del Cinema: “Siamo sopravvissuti – dice – a 70 anni di storia e nonostante la carenza di sale. Bisognerebbe che certi luoghi, però, fossero tutelati. Sul cinema Astra, per esempio, spero che ci sia un movimento contro le speculazioni e il resto degli spazi vanno salvaguardati come se fossero una riserva di caccia cercando di proteggerli, anche perché, a quanto mi risulta, finora degli spazi che sono stati chiusi non c’è stato nessun riutilizzo”.
Borrelli, presidente del Lucca Film Festival, legge la questione in ottica sviluppo dell’evento: “Un grande festival – ha detto – si organizza solo se ci sono determinate condizioni logistiche. Servono non solo le sale ma anche un certo qual respiro prospettivo per le foto e per il red carpet, per vendere l’evento secondo le caratteristiche del marketing. L’Astra, per noi, è la condizione ideale al momento e senza quello spazio non potremmo operare. Non pensiamo, peraltro, a un palcoscenico fuori del centro storico: fuori dalla città, infatti, possiamo fare delle attività ma non organizzare il festival”.
La diocesi incentra il suo intervento sull’ex cinema Italia: “Per l’immobile – spiega – c’è necessità di investiment anche per il tetto e per l’esterno. Sul tema abbiamo fatto una riflessione attnta, anche per quanto riguarda altri immobili della diocesi. La necessità, per noi, è quella di individuare un soggetto esterno che possa investire nell’immobile e restituirne valore. Ad oggi non abbiamo avuto richieste od offerte apprezzabili, quindi la situazione rimane quella del 2013”.
La politica è concorde nell’iniziare un percorso di discussione per il futuro del cinema in città. Renato Bonturi, capogruppo del Pd, chiede lumi sulle trattative per l’ex cinema Italia. Olivati (Lucca Civica) e Bianucci (Sinistra per Tambellini), fra i promotori dell’incontro in commissione, aprono gli interrogativi sulla localizzazione di un eventuale multisala, uno dei temi ‘caldi’ della discussione e chiedono un metodo di lavoro per proseguire il confronto.
Fabio Barsanti (Casapound) analizza la situazione esistente: “I cinema – spiega – vanno a morire nell’indifferenza dell’amministrazione e questo determina anche un calo delle presenze nelle sale, che sono rimaste tre, situazione che determina che molti emigrino in altre province. Noi avevamo individuato nella Manifattura la possibilità di conciliare la realizzazione di una multisala e la presenza nel centro storico. Siamo contrari, infatti, a una realizzazione di una multisala come quelle di Prato e Pontedera, senz’anima e in periferia”.
Anche Lucio Pagliaro (Pd), confermando una posizione generale, si dichiara contrario allla realizzazione di una multisala: “Sono contrario – spiega – sia per la crisi del settore sia perché non vedo la possibilità che una struttura del genere possa essere realizzata in centro storico. La vera multisala è la città, che è una sala diffusa. Al momento ce ne sono tre, se ne possono pensare altre per una rete in centro storico che possa aumentare l’offerta culturale. Per questo sarà necessario realizzare incontri frequenti per parlare delle strategie e per attuare sinergie”. Il collel’ga di partito, Gianni Giannini, fa l’esempio di Pisa, dove gli spettacoli iniziano nel pomeriggio, permettendo di diversificare l’offerta e realizzando anche le condizioni per ‘conquistare’ altre piazze come ha fatto l’Arsenale di Pisa con l’arena estiva di Villa Bottini.
L’analisi politica trova concordi gli operatori. Maximiliano Dotto spiega come “la multisala on deve essere un tabù. Ma bisogna ricordare che dove si sono aperte le multisale i cinema in centro storico hanno chiuso. Altra cosa è pensare a un multiplex in centro, al massimo di quattro sale in spazi più piccoli. In questo senso a mio avviso è stata una occasione persa quella della riqualificazione della Cavallerizza, che era uno spazio in centro, facilmente raggiungibile”. Quanto alle arene estive Dotto ricorda come in città operino associazioni culturali che non hanno fatto del cinema una professione, a differenza dell’Arsenale di Pisa, realtà commerciale tout court: “Riteniamo – spiega – che una cosa del genere sia fatta da chi è strutturato come impresa. Quanto al futuro ribadisco la necessità di pensare a una sala che sia di proprietà del Comune ma totalmente a carico di chi la gestisce economicamente. Una multisala? Può andare bene nella misura in cui si ritagli uno spazio per le associazioni che fanno essai”. Guastini del Circolo del Cinema si dice “a disposizione per dialogare e colloquiare” e spiega come ormai “il multisala non ha più senso con il mercato attuale. Ad oggi non si può andare oltre le 4 sale di dimensioni più piccole”.
Concorda anche Gialdini: “Lucca – spiega – sta perdendo pubblico di fascia dai 18-20 anni fino ai 45, ovvero gente che si sposta senza problemi in automobile. Noi abbiamo provato a frenare l’emorragia con la multiprogrammazione, che è quasi un unicum in Italia e che ha fatto parlare di modello Lucca e che abbiamo introdotto anche per sopperire alla carenza delle sale. Ma la gente preferisce i multisala fuori provincia anche per altri motivi: innanzitutto per un problema strutturale, ovvero la presenza di sale a gradoni che garantisce una visibilità ottimale. Gli altri fattori sono la possibilità di unire la visione del film alla cena, con la ristorazione e il parcheggio agevole”. “Ma la tendenza – chiarisce – è quella di ridurre il numero delle sale multiplex nella capienza. Si consideri che il Centrale, la nostra sala più piccola, è equiparabile alle sale più grandi dei multiplex. Questo significa che con tutta probabilità servono sale più piccole per poter far uscire più prodotto. Quanto all’ubicazione bisogna tenere presente che se nascono sale fuori città non sopravviverebbero i cinema più grandi ma resterebbe solo il Centrale, che ha minori costi anche di gestione”. Gialdini annuncia anche che parteciperà al bando per il prossimo triennio dell’arena estiva a Villa Bottini.
Per conto suo la diocesi annuncia che, nel tempo, ci sono state una serie di manifestazioni di interessa ma mai formalizzate sull’ex cinema Italia. “La storia di questi anni – spiegano i rappresentanti – dimostra che non ci sono alternative. Ma il tema è un tassello di una questione più ampia come la conservazione e valorizzazione dei beni culturali della città che ci occupa e preoccupa molto. Un tema che non può non essere affrontato se non tutti insieme. Per questo chiediamo un tavolo a cui sedersi tutti per fare rete e trovare delle soluzioni”.
Cerca di fare sintesi, e a rispondere a qualche dubbio, l’assessore Serena Mammini, che parte dal tema manifattura: “È più facile – spiega – trovare i finanziamenti per riqualificare un’area che mettere dei contenuti che abbiano un senso. Noi valutiamo la situazione attuale, dal punto dei vista dei cinema, come una multisala diffusa, con varie sale che devono essere all’altezza dei tempi. La Cavallerizza non poteva essere frazionata ma nessuno vieterà di poter fare anche lì delle proiezioni cinematografiche. Lo stesso alla manifattura tabacchi, all’interno della piazza coperta, dove si potranno realizzare serate dedicate al cinema e alle proiezioni”.
Negli interventi finali Barsanti (Casapound) si dichiara favorevole alla realizzazione di una serie di sale più piccole in centro storico che permetta di rendere l’offerta conforme a quella delle altre città. Bianucci sottolinea le possibili contraddizioni fra i possibili investimenti per la realizzazione di una multisala in città e l’ipotesi di potenziare l’esistente. A rispondere è Gialdini: “Faremo investimenti per il potenziamento delle sale – dice – anche questa estate, ma non possiamo superare i problemi strutturali esistenti. Diteci voi cosa possiamo fare laddove l’esigenza è quella di aumentare l’offerta culturale e la fruibilità delle sale”.
Anche Testaferrata (Forza Italia) chiede soluzioni innovative e attrattive anche in ottica di potenziamento del Lucca Film Festival e della visiblità della città a livello turistico e culturale.
Chiudono, annunciando futuri incontri, i presidenti di commissione Leone e Pierotti: “Da questi incontri – dicono – può nascere un buon lavoro e per questo terremo viva l’attenzione”. Si chiude, per ora, con un corollario dell’ex assessore Pierotti che chiede all’amministrazione di prevedere nel bando per la gestione dell’arena estiva di villa Bottini la garanzia dell’apertura dell’ingresso in via dei Fossi, che permette una entrata più agevole per i disabili.

Enrico Pace