Basta carte bollate, ora c’è la ‘pratica collaborativa’

28 giugno 2018 | 16:51
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Basta carte bollate, ora c’è la ‘pratica collaborativa’

Chi lo ha detto che gli avvocati sono capaci solo di fare la ‘guerra’? A Lucca, nel complesso di San Micheletto, si è concluso oggi (28 giugno) un corso di formazione davvero innovativo che, forse, cambierà addirittura il mondo con il suo nuovo modo di ‘negoziare’: ‘Pratica collaborativa’, questo il nome del nuovo strumento ideato per raggiungere accordi condivisi tra le parti in conflitto, utilizzato soprattutto in situazioni delicate come le separazioni o i divorzi in cui, si sa, spesso ne risentono molto anche i figli. Questo nuovo metodo, che in realtà è nato negli Stati Uniti già qualche anno fa, si sta attualmente sviluppando anche in Europa diffondendo molto entusiasmo.

Avvocati, psicologi, commercialisti, esperti di relazioni familiari, facilitatori della comunicazione: in molti, di ogni età e provenienti da ogni angolo della Toscana, quelli che oggi, con grande entusiasmo, hanno concluso le quattro giornate di formazione. Ma vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta: innanzitutto, questa nuova pratica è un metodo non contenzioso di risoluzione dei conflitti, in particolare, come già spiegato, in ambito familiare. Situazioni dolorose e spesso complicate che solitamente sono anche piuttosto lunghe. Grazie a questo nuovo strumento di collaborazione tra professionisti, perché in fondo è questa la vera forza della pratica, però, non ci saranno più vincitori e vinti ma due parti egualmente soddisfatte. Incredibile, soprattutto da spiegare ad un avvocato abituato a fare il proprio lavoro con un’ottica decisamente diversa. Per questo, infatti, ormai da anni vengono creati corsi di formazione in tutta Italia – di base e avanzata – per tutti i professionisti che dovranno imparare a collaborare insieme, trovando accordi e soluzioni. Un metodo, questo, che mette al centro le persone ma anche i loro interessi, consentendo di individuare soluzioni attente ai bisogni particolari in ogni famiglia o di ogni coppia. Un percorso, inoltre, che permetterà di affrontare tutti gli aspetti legati alla vita familiare: non solo quindi quelli legali, ma anche quelli economici e relazionali in un clima di assoluta trasparenza e fiducia, ovviamente con il supporto di professionisti altamente qualificati. La vera forza di questa ‘Pratica collaborativa’, è anche la sua capacità di durare nel tempo. Niente giudici, niente ‘contenziosi’ e, in più, il procedimento sarà garantito da riservatezza: tutte le informazioni conosciute durante la procedura non potranno infatti essere utilizzate in eventuali successivi giudizi.
“E’ importante che un corso di formazione come questo sia stato organizzato anche in una piccola città come Lucca – ha detto la responsabile dei practice group, l’avvocato Elisa Salvoni – La più grande novità di questa pratica è che i professionisti devono collaborare tutti insieme senza entrare in conflitto. Un team interdisciplinare che dovrà confrontarsi, analizzare i punti critici, gestire le controversie e trovare soluzioni per tutti, soprattutto nell’interesse dei figli”.
“Lo scopo dei tavoli che abbiamo organizzato – ha spiegato uno dei ‘facilitatori’, lo psicologo torinese Andrea Salza – è proprio quello di collaborare insieme: comunicare, costruire accordi, esprimere in totale trasparenza e serenità il proprio punto di vista imparando anche a controllare le spinte più emotive che si possono creare in queste situazioni molto delicate”.
“Questo corso mi è piaciuto davvero molto soprattutto perché abbiamo fatto molte simulazioni in aula – ha spiegato Virginia, un giovane avvocato di Livorno che ha conosciuto la pratica grazie alla madre – Sono entusiasta perché non ci credevo ma queste giornate di formazione hanno realmente cambiato quello che era il mio ‘paradigma’. Alla fine se ci si pensa è vero, che senso ha fare sempre le guerre quando si può tranquillamente arrivare ad accordi pacifici? Tra l’altro questi accordi sono anche più solidi nel tempo. Questo corso – conclude – lo consiglio molto soprattutto ai giovani avvocati come me che rispetto ai più anziani devono ancora trovare un proprio metodo di lavoro”.
“Sono molto felice di aver partecipato a questo corso – ha detto Francesca, una mediatrice di Prato – Credo che questa pratica cambierà non solo il lavoro dei professionisti ma addirittura la civiltà, il modo di affrontare i problemi anche più piccoli”.
“Un corso ben strutturato che mette sullo stesso piano anche il lato emotivo delle persone – ha detto la psicologa Elisa Greco – Questa pratica senza dubbio cambierà non solo la nostra cultura ma anche il nostro pensiero”.
A quanto pare quindi, si fa per ridere, oggi è diventato semplice e soddisfacente anche separarsi. Il vero ostacolo, forse, sarà quello di far cambiare metodo di lavoro agli avvocati…

Giulia Prete