





Disco verde tra i commercianti per il divieto di vendita da asporto di bevande in vetro e lattina, ma permangono perplessità sull’orario – dalle 22 alle 6 del mattino – previsto dal nuovo regolamento di polizia urbana, pronto ad entrare in vigore da domani (27 luglio). Oltre a questo, dubbi vengono espressi anche in ordine allo stop alla musica percepibile all’esterno dei locali dalle 24. E’ l’istantanea che affiora tra i locali del centro, alla vigilia del via al nuovo strumento normativo: dopo la fase partecipativa e la discussione in consiglio comunale, il testo è destinato a sostituire l’obsoleta disciplina antecedente (risalente addirittura al 1943).
Il primo argomento di discussione, dunque, è quello che concerne il divieto, dalle 22 alle 6 del mattino successivo, di somministrazione e asporto che comporti ai clienti di trattenere e portare in giro contenitori in vetro o in metallo, mentre resta ferma la possibilità di somministrare bevande, in contenitori rigidi, all’interno dei locali o nelle loro aree di pertinenza all’aperto. Strettamente correlato alle istanze della movida anche il secondo argomento: il nuovo regolamento, infatti, stabilisce che “gli esercizi pubblici non potranno effettuare intrattenimenti musicali e sonori percepibili all’esterno dei locali dopo le 24” (salvo casi di autorizzazioni in deroga, ndr).
Sul punto interviene Giovanni Martini, presidente della Commissione centro storico di Confcommercio e titolare dello storico Bar Monica in corso Garibaldi. “Tutta la nostra categoria – ricorda – ha espresso il suo assenso riguardo allo stop della somministrazione di vetro, mentre qualche perplessità rimaneva sulle lattine, ma possiamo comprendere che anche queste possano diventare corpi contundenti. Non critichiamo la scelta di fondo: sbaglia chi dice che è una contraddizione servire alcolici al banco e vietarne l’asporto, perché questi materiali possono diventare armi nelle mani di eventuali ubriachi. In ogni caso, possiamo continuare a servire da asporto, ma nei bicchieri di plastica. L’elemento che critichiamo è l’orario: imporre lo stop già alle 22 ci sembra assurdo, perché tutti sanno che i ritmi di chi esce la sera sono cambiati. Noi avevamo proposto di spostarsi almeno sulle 23, anche perché i problemi accadono, nel caso, solo a tarda ora”.
Poi Martini torna anche sull’argomento musica: “Anche in questo caso non ci troviamo in sintonia sugli orari. Avevamo proposto le 24 per i giorni feriali e almeno l’una per il venerdì e il sabato. Poi, il fatto che la musica non debba essere percepita fuori dal locale può prestarsi ad interpretazioni: alla fine saremo costretti a spegnere tutto e a perdere una parte dei clienti”. Secondo Martini, inoltre, “il regolamento doveva essere fatto di pari passo con la moratoria per l’apertura di nuovi locali, perché se continui a dare le licenze poi è ovvio che chi le riceve vuole lavorare. In ogni caso, abbiamo chiesto che venga osservato un periodo di tempo iniziale senza verbali, per consentire agli utenti di digerire la nuova normativa. Inoltre, siamo rimasti d’accordo con l’assessore Francesco Raspini sul fatto che, dopo questa prima fase, potremo studiare insieme eventuali correttivi”.
Una posizione, quella espressa, che incontra la sostanziale unanimità tra gli altri esercenti del centro storico: “Concordo sul fatto che vetro e lattine possano diventare armi – spiega la cameriera di un altro bar di corso Garibaldi – ma imporre il limite delle 22 significa non rendersi conto delle abitudini dei giovani di oggi, che escono proprio a quell’ora, se non un po’ più tardi”. Stesso discorso per la musica: “Noi dobbiamo fare intrattenimento – argomenta uno de gestori di un locale di piazza san Michele – e farlo senza musica diventa difficile. Spero che dopo questa prima fase sperimentale l’amministrazione torni sui suoi passi, concedendo quantomeno un’ora in più nel fine settimana”.
Il Comune, in ogni caso, ha già fatto sapere che adotterà un periodo preventivo di tolleranza, fino al 10 agosto, per favorire la conoscenza delle norme. “Spero proprio – conclude un esercente di via Fillungo – che già da domani non si presentino zelanti agenti della municipale ad elevare verbali ai nostri clienti. La ratio è giusta, ma gli orari sono completamente sbagliati: noi continueremo a chiedere che vengano cambiati, perché ne va del nostro lavoro e della vitalità del centro storico”.
Paolo Lazzari