Piazza coperta, centro civico e park a ex Gesam

2 agosto 2018 | 17:08
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Piazza coperta, centro civico e park a ex Gesam

Adibire l’area ex Gesam a piazza coperta ad uso pubblico, con uno spazio chiuso di circa 100 metri quadri al suo interno: è il fulcro della proposta di variante di destinazione d’uso al regolamento urbanistico discussa oggi (2 agosto) in commissione urbanistica. Ad illustrarla è l’assessore Serena Mammini. I lavori sarebbero poi finanziati con i fondi ministeriali ottenuti con il progetto ‘Quartieri social’: tra l’altro in attesa della variante che renderà possibile questo tipo di interventi il ministero ha accolto la richiesta di proroga di 6 mesi per i progetti. La piazza – secondo il preliminare che sarà comunque suscettibile di modifiche – potrà ospitare eventi, mercatini e appuntamenti di carattere civico: nella sua parte terminale, avrà anche uno spazio chiuso (per ora si ipotizza a vetri, ndr) che potrà ospitare momenti di aggregazione civica. Tra le ipotesi sul piatto c’è, ad esempio, anche quella di includere i volumi dell’attuale biblioteca di San Concordio e, nella prima stesura del progetto, si pensava anche alla realizzazione di un piano sopraelevato capace di ospitare un piccolo cinema all’aperto. Tutte possibilità che, evidentemente, dovranno essere vagliate attentamente nei prossimi mesi. La piazza, inoltre, potrà usufruire dei 66 posti auto interrati già realizzati durante l’epoca dell’amministrazione Favilla.

La variante quartieri social San Concordio, area ex Gesam – come da denominazione – è dunque finalizzata a realizzare attrezzature di servizio alla città, disponibili per un uso pubblico o collettivo, accessibili a livello di quartiere. In questo senso viene adottata la relazione illustrativa di fattibilità geologica contenente le indagini tecniche di supporto.
L’area oggetto di variante si trova nella zona centro occidentale di Lucca, a sud delle mura urbane – a San Concordio – all’interno dell’isolato tra le vie della Formica a ovest, Consani a sud, Nottolini a nord e Urbicciani a est: ha una superficie complessiva di 3700 metri quadrati. “Quest’area rappresenta un vulnus all’interno del quartiere – ricorda Mammini – perché era la sede che doveva ospitare il progetto Steccone, che prevedeva uffici ad uso commerciale e direzionale. Il progetto non è andato avanti – ricorda – anche perché, in parte, è stato gestito male”. Il riferimento va alla vicenda che coinvolge Italgas e l’inquinamento del suolo: “Ad oggi sono state fatte le fondamenta ed i posti auto sotto – prosegue – spendendo, ai tempi dell’amministrazione Favilla, circa 3 milioni di euro. Poi la partecipata Polis ha provato a portare avanti il progetto: c’era stato un accordo verbale con Gesam, che poi ha scelto altri uffici. A questo punto – l’esito della narrazione – l’amministrazione ha pensato di utilizzare il progetto ‘quartieri social’ per sbrogliare la questione”. Ed ecco che, con la vittoria del bando, il passaggio successivo che si rende necessario è quello di una variante rispetto alla destinazione: da quella produttiva ad area deputata ad ospitare attrezzature di servizio alla collettività. Una dicitura che, nello specifico del progetto, si traduce appunto nella realizzazione di una piazza coperta ad uso pubblico, destinata a diventare un centro di aggregazione. Per Bianucci si tratta di “un passaggio importante, perché con questa variante di utilizzo arriviamo ad un risultato molto atteso, stabilendo che quell’area diventa di uso pubblico. Questo spazza via il rischio di lottizzazioni di quell’area per finalità produttive: è a tutti gli effetti un pericolo scampato per il quartiere”.
La consigliera Simona Testaferrata che tra l’altro ha chiesto di poter visionare nel dettaglio il progetto da presentare al futuro bando ribatte che “sono sei anni che l’amministrazione conosce il problema, ma ha dormito e non ha fatto niente. Ora è necessario guardare al futuro e non rivangare sempre il passato mettendolo tutto in negativo”. Mammini, tuttavia, ricorda come “il tema sia da sempre molto sentito e, per questo, la partecipata Polis tentò anche di portare avanti la costruzione dell’edificio prevedendone un notevole ridimensionamento, vista la quantità di denaro investita nel progetto fino a quel punto e dato che nel frattempo, come era prevedibile, le esigenze del mercato erano cambiate. Ora quell’area può tornare fruibile per i residenti di San Concordio, la maggioranza dei quali non voleva lo Steccone, e nn soltanto”. Sulla questione interviene anche il consigliere Torrini, rammentando che “ogni azione è frutto del suo tempo. Qui c’è un qualcosa di costruito negli anni precedenti che necessita di diventare un luogo di aggregazione”. C’è spazio, in seno alla discussione, anche per qualche acceso scambio di battute tra i consiglieri Gabriele Olivati e Simona Testaferrata, propiziato dalla diversità di vedute sulle responsabilità inerenti alla gestione della vicenda.
Dopo la fase di discussione di oggi seguirà la votazione in commissione, il prossimo 6 agosto, prima del passaggio in Consiglio comunale.

Paolo Lazzeri