Allarme degli alberghi: con accordo Airbnb rischio licenziamenti

“Di questo passo, nel 2019 il 30% dei nostri dipendenti rischia il posto o comunque di passare a un contratto stagionale”. A dipingere questo oscuro scenario è Pietro Bonino, numero uno del sindacato degli albergatori di Confcommercio che ritorna sull’accordo siglato giovedì (2 agosto) tra l’amministrazione comunale e il portale Air Bnb (leggi). L’accordo, spiega Bonino, garantirà a palazzo Orsetti le entrate derivanti dalla riscossione della tassa di soggiorno da parte degli affitti privati (un volume da 50mila turisti l’anno) ma non risolve i problemi del settore che da anni denunciano la concorrenza sleale cui si trovano a dover far fronte.
“È chiaro – afferma Bonino – che l’intento del Comune è stato esclusivamente quello di fare cassa. Ma così noi siamo in grossa difficoltà e non possiamo permetterci di continuare a stare aperti tutto l’anno. Saremo costretti a mandare a casa i nostri dipendenti e, eventualmente, a riassumerli come stagionali”. Il motivo del contendere, come è stato fatto notare più volte, è che mentre una struttura ricettiva “tradizionale” è tenuta a rispettare tutta una serie di parametri legati alla qualità del servizio e alla sicurezza, con un significativo aggravio dei costi, le operazioni che passano attraverso i portali online non rispondono a queste logiche: l’unico criterio di valutazione accettato è quello delle recensioni positive dei clienti stessi. Un fatto che ha una ricaduta significativa sui prezzi e che invece mette in grossa difficoltà gli albergatori. “Noi facciamo impresa – aggiunge Bonino -: abbiamo dei costi fissi da sostenere e dei dipendenti e, soprattutto, paghiamo le tasse, la cedolare secca, i contributi, suolo pubblico, spazzatura eccetera. Non possiamo certo competere a livello di prezzi con chi si è trovato una casa in eredità e la mette in affitto online senza dover sostenere tutti questi costi”.
Un’altra problematica di non poco conto è la variazione, proprio legata all’accordo con Air B&b, della tassa di soggiorno di cui è stata prevista una tariffa unica per tutto l’anno. “Sinora – spiega Bonino – l’imposta era prevista per una sola notte nei sei mesi invernali e per un massimo di 3 notti in quelli estivi: adesso invece il tetto è stato portato a 3 notti anche nel periodo invernale. Questo cambia ben poco per chi lavora tramite i portali e che è attivo essenzialmente solo durante l’alta stagione ma per noi è un aggravio significativo. Abbiamo fatto presente le nostre osservazioni al Comune ma sono andati avanti per la loro strada. A loro interessava solo recuperare un po’ del sommerso e ora sono tutti contenti perché AirBnb farà da sostituto d’imposta per il Comune e ci guadagnano tutti, i nostri problemi però rimangono. Oltretutto nessuno ci ha spiegato per cosa verrano utilizzate queste entrate. Dovrebbero essere utilizzate per offrire servizi migliori ai turisti ma per ora nessuno ci ha detto niente. Oltretutto, negli ultimi anni, ci è raddoppiata l’Imu, il suolo pubblico ed è triplicata la tassa per i rifiuti. Ora quest’altra batosta. Insomma, non mi sembra proprio che ci sia la volontà di venire incontro alle nostre esigenze”.
“Oltretutto – conclude Bonino – se è vero che Airbnb è certamente il portale più noto, ce ne sono molti altri che ancora sfuggono a qualsiasi tipo di regolamentazione”. In effetti, basta fare una velocissima ricerca su internet inserendo nel motore di ricerca la parole chiave più comuni, per trovare una miriade di siti e portali che offrono in tutto e per tutto lo stesso servizio. Solo per citarne alcuni homeaway.it, wimdu.it, casevacanza.it, hundredrooms.it, hometogo.it, apartmentslucca.com, only-apartments.it, holidu.it, luccaapartmentsandvillas.co.uk e la lista potrebbe continuare, senza dimenticare che gli stessi Booking e Trip Advisor consentono di pubblicare annunci di case vacanza, B&b e appartamenti privati a cui si devono aggiungere gli annunci fatti tramite i più comuni social come Facebook e Instagram. Un mare magnum davvero difficile da tenere sotto controllo, in continua espansione e che sta mettendo in ginocchio gli operatori tradizionali che mettono a disposizione della propria clientela un servizio migliore ma a un costo non più competitivo per il mercato attuale.