Stop a ristobar, in centro è già ‘effetto moratoria’

di Roberto Salotti
A Lucca si vedono già gli effetti dello stop alle licenze alimentari in centro storico. L’atto che il Comune di Lucca si accinge a rendere esecutivo, primo in Italia, è ormai pronto per arrivare, già la prossima settimana, all’esame del consiglio comunale e ad entrare così in vigore, bloccando per i prossimi tre anni le nuove aperture all’interno dell’arborato cerchio. Un percorso che è iniziato, sotto il coordinamento dell’assessore alle attività produttive, Valentina Mercanti, nella seconda parte del 2017 e che ha dovuto passare tutta una serie di passaggi burocratici, proprio per le sue caratteristiche di novità. E si può dire che, strada facendo, siano arrivati già i primi risultati. L’effetto moratoria sembra, infatti, aver avuto ante litteram qualche riflesso sulle licenze presentate al Suap, che in effetti fra l’ottobre del 2017 e oggi hanno subito una drastica flessione. Nel periodo dal 1 gennaio 2016 al 30 ottobre di un anno fa, infatti, erano state ben 62 le nuove attività del settore alimentare – da gelaterie, a bar, fino ai ristoranti – ad aprire i battenti in centro storico.
Dal 30 ottobre 2017 ad oggi, invece, esse sono state soltanto 11. Un dato ancora più significativo se si pensa che due di queste licenze hanno riguardato ampliamenti di locali preesistenti e in tanti altri casi si è trattato di aperture di nuove attività in fondi che ospitavano locali o ristoranti o negozi di vicinato che sia.
“Siamo fermamente convinti che abbia influito sulla riduzione delle nuove aperture l’ampia discussione in città sulla moratoria che l’amministrazione sta per adottare – commenta l’assessore Mercanti -. Di fatto questo è il primo vero atto che certifica che il centro storico di Lucca è un bene, un monumento che va tutelato e valorizzato. Questo è l’obiettivo di questa azione che è stata concertata a più livello ed è stata resa possibile dalla collaborazione di tutte le parti in causa”.
Questa mattina (29 agosto) il provvedimento è stato illustrato nella commissione bilancio a Palazzo Santini, che ha dato parere favorevole (l’unico rappresentante presente dell’opposizione, Marco Martinelli, di Forza Italia, non ha partecipato al voto). Domani la conferenza dei capigruppo fisserà il primo consiglio utile per discutere e approvare la pratica che una volta ricevuto l’ok sarà immediatamente esecutiva.
La cosiddetta ‘moratoria’, come ormai noto, prevedere di sospendere in centro storico, per un periodo di tre anni, l’insediamento, anche per trasferimento, di nuove attività di commercio al dettaglio di prodotti del settore alimentare, la somministrazione di alimenti e bevande o attività che prevedano comunque la produzione o preparazione e vendita di prodotti alimentari.
L’attività di somministrazione e vendita di alimenti e bevande, tuttavia, sarà consentita in alcuni casi agli istituti e luoghi di cultura, o all’interno di librerie, teatri, cinema o musei, quando questa attività abbia ovviamente carattere “accessorio” e non predominante. Stessa “deroga” varrà per le stazioni dei mezzi di trasporto pubblico o per le mense aziendali o negli esercizi annessi alle aziende e, ovviamente, per gli alberghi o durante le manifestazioni a carattere temporaneo su aree pubbliche.
Le licenze. Un provvedimento più che atteso e richiesto dalle stesse categorie, in particolare da Confcommercio. Del resto i dati parlano di una vera e propria “invasione” del centro storico di gelaterie, negozi di vicinato e ristoranti. L’anno dell’ultimo boom – il 2016 – è andato in archivio con 62 nuove aperture di esercizi operanti in questo settore. Un calo drastico, invece, negli ultimi 9 mesi in cui si è consumato l’iter per arrivare all’approvazione definitiva del provvedimento, ormai alle porte.
L’iter. Il percorso a dire il vero era iniziato già nel 2016 quando venne adottata una moratoria alle aperture di nuove attività nella zona più centrale del centro storico. “Abbiamo voluto proseguire e rendere più incisivo il percorso avviato allora – osserva l’assessore Mercanti -: grazie all’interessamento e allo stimolo di Benedetto Stefano, presidente della Fipe Confcommercio e che desidero ringraziare, abbiamo avviato un iter piuttosto complesso che volge a compimento”. Le tappe salienti si sono consumate dal dicembre scorso fino ad oggi: il Comune di Lucca ha avviato una fase di concertazione con la Regione, iniziata il 20 dicembre scorso con un incontro fra l’assessore Valentina Mercanti e l’assessore regionale Ciuoffo, a cui è seguito il 23 dicembre un primo confronto con la Soprintentenza. Nel frattempo si è guardato con interesse all’esempio di Firenze, dove tuttavia un provvedimento simile a quello che Lucca vuole adottare era stato impugnato al Tar. Una causa che si era risolta a favore dell’amministrazione, convincendo così Lucca a procedere. E infatti un paio di giorni dopo la pubblicazione della sentenza, la “moratoria” viene approvata dalla giunta comunale a Palazzo Orsetti. Viene poi richiesto un parere alla Soprintendenza che arriva a fine marzo ma sul quale chiede integrazioni la Regione. Finalmente, dopo un altro incontro, arriva il parere integrato delle Belle Arti. E siamo allo scorso 16 luglio. Il 30 luglio la proposta di Lucca viene approvata dalla giunta regionale con la quale il 6 agosto viene approvato il protocollo d’intesa.
Ma il percorso partì ancora prima, come spiega l’assessore Mercanti: “Il 21 novembre scorso, accompagnata da Benedetto Stefani, ho avuto modo di confrontarmi con la Confcommercio nazionale, a Roma, dove si sono gettate le basi di un percorso che è stato lungo perché molto complesso. Abbiamo voluto infatti non lasciare nulla al caso, richiedendo un parere specifico alla Soprintendenza e formalizzando un protocollo con la Regione Toscana, in modo da rendere quanto meno possibile esposta a ricorsi la pratica. Francamente, quindi, non capisco il motivo delle polemiche e degli attacchi su presunti ritardi di una procedura che, faccio notare ai detrattori, è unica e non ha alcun precedente. Se i ritardi non sono imputabili a me, lo sono ancor meno ai dipendenti e ai funzionari e dirigenti comunali che hanno lavorato veramente sodo per arrivare a questo risultato e che francamente non posso altro che ringraziare. E’ stata preziosa la collaborazione della Regione Toscana, ma anche della Soprintendenza che ha subito condiviso l’obiettivo di questo provvedimento”.