
La scuola media Chelini, che dal 2014 è entrata a far parte dell’istituto comprensivo di Lucca, è da sempre una scuola media pioniera a Lucca: nel 1996 è stata la prima ad avere l’indirizzo musicale, nel 2015 è stata la prima scuola media a coinvolgere direttamente gli studenti nelle mobilità Erasmus + e da settembre sarà la prima scuola media ad indirizzo sportivo con l’obiettivo di diffondere la conoscenza e la pratica continuativa di attività sportive, anche minori, quali opportunità di crescita personale, socializzazione e integrazione.
Cosa c’è di meglio della musica, dell’orchestra, del coro e dello sport per aiutare i ragazzi a sviluppare la autodisciplina, la costanza, l’ascolto, il rispetto delle regole, il senso del bello e la bellezza del fare ed essere gruppo? La scuola negli ultimi anni si è caratterizzata anche per una grande attenzione verso le lingue straniere sia per l’insegnamento dell’inglese che per la qualità dell’insegnamento della seconda lingua straniera. Si è appena concluso il progetto Erasmus Numeracy@english che ha ricevuto il prestigioso label di qualità nazionale ed europeo e da ottobre, studenti e insegnanti saranno coinvolti nel nuovo progetto Erasmus + Our heritage is our treasure con Croazia, Portogallo, Cipro, le Canarie, Rodi. Ma la Chelini non è solo musica, sport e lingue straniere. L’obiettivo primario e imprescindibile attorno a cui ruota tutta l’azione didattica rimane quello di dare ai ragazzi solide basi in italiano e matematica – i tradizionali e irrinunciabili saper leggere, scrivere e far di conto – per affrontare la scuola superiore e tutte quelle competenze trasversali sempre più necessarie per orientarsi nel mondo complesso e incerto che li aspetta fuori. E Fuori classe è infatti il nome della sperimentazione a classi aperte che i docenti portano avanti già da qualche anno per superare le divisioni tra discipline, favorire la socialità ed il senso di appartenenza alla comunità scolastica, scambiare buone pratiche e ricercare modalità di insegnamento che tengano conto dei diversi stili cognitivi e modalità di apprendimento di ogni studente. La Chelini è anche una scuola che viaggia e si muove molto in tanti sensi. Metaforicamente, attraverso il servizio prestito libri ed eventi come la settimana della lettura che coinvolge tutto l’istituto e i progetti che portano il mondo dentro la scuola (Amnesty International per i diritti, Libera contro la mafia, la Coop per il consumo consapevole, No trap contro il bullismo e il cyberbullismo). “E anche realmente, fisicamente – spiegano dalla scuola -. Oltre alle mostre e alle visite per scoprire l’architettura, la storia della città e le tante realtà locali come l’archivio storico, il consorzio di bonifica e il già citato Erasmus che ha fatto viaggiare studenti e docenti dalla Lettonia alle Canarie, l’anno scorso gli studenti della scuola Chelini hanno fatto kayak e trekking all’Elba, sciato sull’Abetone, fatto un corso intensivo di inglese di una settimana in Inghilterra, visitato i luoghi manzoniani, leopardiani e molto altro. Che si tratti di viaggiare, costruire motori e ingranaggi durante il laboratorio di tecnologia, osservare fenomeni naturali durante le ore di scienze, creare artefatti, fare la spesa e preparare la pizza, organizzare il ballo delle terze, fare le guide turistiche in spagnolo, la parte migliore consiste nel rapporto che si crea tra docenti e alunni viaggiando, costruendo e crescendo insieme. E questo forse è il tratto più distintivo di questa scuola. Il lavoro sulla disabilità, sulle difficoltà di apprendimento, sui bisogni educativi speciali, coordinato dal gruppo degli insegnanti di sostegno conferma la vocazione inclusiva di una scuola che, nonostante si trovi in un quartiere storicamente difficile, viene scelta da un numero sempre crescente di famiglie per la qualità della sua offerta e l’accoglienza che riserva a tutti. Le difficoltà sono tante e tanto resta ancora da fare, questo non è un momento storico facile e tutta la scuola è chiamata ad un ruolo di ammortizzatore delle difficoltà e delle tensioni sociali che a volte è difficilmente sostenibile. Ma a volte fermarsi e guardare la strada fatta con un po’ di sano orgoglio non guasta. Giusto un attimo prima che risuoni la campanella e cominci un nuovo anno scolastico pieno di sfide”.