Nave, rifiuti in celle contro odori. No dei residenti
di Roberto Salotti
Ora che Sistema Ambiente è pronta con un progetto realizzabile in tempi brevi – il via ai lavori è previsto già a ottobre -, in grado di tamponare almeno il problema dei cattivi odori all’impianto di stazionamento e smistamento dei rifiuti di Nave, i residenti che da anni si battono contro la struttura alzano il muro e dicono no. Non vogliono quasi sentir parlare dell’investimento da un milione ottenuto dalla società per realizzare una sorta di “tappo” a umido e rifiuti indifferenziati, creando attorno ad un’area di circa 600 metri quadrati una cintura in cemento armato e coperta con un bio filtro e un sistema di depressurizzazione dell’aria in grado di neutralizzare la maleodoranze. Una maxi cella per contenere la puzza, nella speranza di dissolvere polemiche, ma anche eventuali esposti.
Quello che vogliono i più – almeno la maggior parte di quanti stasera (17 settembre) hanno partecipato alla scuola primaria di Sant’Angelo in Campo all’assemblea convocata da Sistema Ambiente e Comune – è una sola cosa. Che l’impianto sia delocalizzato in altra sede.
L’assessore all’ambiente Francesco Raspini, presente al confronto con i cittadini, organizzato con la collaborazione del comitato paesano, ha spiegato che “nessuno abbandonerà l’impegno a trovare una sede alternativa e più idonea per la stazione, ma al momento e nel breve periodo non vi sono le condizioni per un trasferimento”.
Anche il direttore della società Roberto Favilla e il presidente Matteo Romani hanno chiarito ai cittadini che l’intervento in questione oltre che essere già stato interamente finanziato e ormai in dirittura d’arrivo è l’unico possibile, “sia in termini di costi necessari per un impianto nuovo per cui servirebbero almeno cinque milioni – ha detto Romani – sia per una questione di autorizzazioni e disponibilità, con la complicazione che le competenze sui rifiuti sono passate alla Regione”.
Giustificazioni che non sono bastate a diversi cittadini che hanno ricordato non soltanto il problema degli odori ma anche “quello dei camion e dei mezzi dell’azienda che alle 5 del mattino svegliano tutto il vicinato e che corrono come razzi in queste strade e da cui spesso cadono rifiuti che nessuno poi provvede a rimuovere”. Quello della viabilità, com’era facile prevedere, è stato l’altro tema caldo della serata. Per il nuovo accesso all’impianto però ci sarà da aspettare, che esso sia predisposto dalla via Pisana o dalla Sarzanese (le due ipotesi sul tavolo). E i tempi dell’attesa non sono stati quantificati.
“Questa è una competenza non di Sistema Ambiente ma del Comune – ha sottolineato ad ogni modo l’assessore Raspini -, che comunque si sta adoperando predisponendo gli strumenti urbanistici. Ma la realtà è che al momento non ci sono le risorse”.
Molto critico è stato Oriano Landucci, presidente della Fondazione Bml, presente alla riunione come semplice cittadino, in quanto abitante in paese e storico detrattore della struttura: “Quando quell’impianto fu aperto fu garantito ai cittadini che sarebbe stato provvisorio e temporaneo”, ha ricordando facendo un excursus delle alterne vicende della stazione e delle lotte dei residenti: “La verità – ha detto – è che non c’è mai stata attenzione in 50 anni a questa zona. Ci siamo rotti i…”, ha aggiunto utilizzando una metafora colorita per esprimere un malcontento piuttosto diffuso tra i residenti della zona.
Il progetto per l’impianto di Nave. La serata è partita dalla presentazione del progetto, introdotto dall’assessore Raspini che ha chiarito gli intenti dell’intera operazione: “Cercare – ha spiegato – di eliminare il problema dei cattivi odori, facendo il tutto nella massima trasparenza. Come amministratori siamo tenuti a fare qualcosa per risolvere i problemi, perché così quella struttura non può operare”.
A scendere nel dettaglio del progetto per il quale la gara si trova nelle ultime fasi dell’assegnazione è stato Roberto Paolini, direttore di Sistema Ambiente. Semplificando, l’intenzione è quella di costruire una sorta di contenitore attorno all’area est dello stabilimento, delimitando con muri in cemento armato ed adeguata copertura la sezione dove staziona l’umido e il rifiuto indifferenziato, le due tipologie che creano i massimi problemi sul fronte dei cattivi odori. La struttura sarà chiusa e saranno installati degli aspiratori, con accessi riservati ai mezzi per lo smistamento. Ci saranno due ’celle’ distinte per le due tipologie di rifiuti e una maxi cella che le conterrà entrambe per separarle dal resto del capannone coperto dove vengono stoccate, ad esempio, le gomme e il multilaterale. Vi sarà poi un impianto antincendio con getti automatici di schiuma in caso di allarme, con un sistema di filtraggio degli odori, in modo che non si riversino nell’ambiente circostante. “Contestualmente – ha aggiunto Roberto Paolini – saranno svolte altre migliorie al capannone, come ad esempio il rifacimento di alcuni intonaci nell’area nord che negli ultimi anni erano andati incontro ad un certo ammaloramento”. “Con questo impianto – ha chiarito poi anche il presidente Romani – il problema dei cattivi odori sarà completamente risolto”.
La rabbia degli abitanti. Ma quando i cittadini in assemblea hanno sentito che i lavori sono pronti a partire già ad ottobre è scattata la miccia. Alcuni hanno accusato di essere stati convocati “a cose fatte”, altri hanno messo nel mirino l’assenza di un tecnico o di un progettista, sollevando dubbi “sull’efficacia” dei sistemi di filtraggio degli odori che saranno adottati, alcuni prefigurando, addirittura, uno scenario da bricchettaggio stile Gallicano.
L’assessore Francesco Raspini, non senza difficoltà, ha cercato di tranquillizzare spiegando che “il progetto è stato curato nei minimi dettagli da tecnici che sanno il fatto loro” e che tra l’altro, ha aggiunto Paolini, ha già avuto il via libera da Arpat. Allo scopo di scendere nel dettaglio Raspini ha già concordato un incontro con una delegazione del comitato paesano, da svolgersi in Comune o alla sede di Sistema Ambiente, e, ovviamente, prima che partano i lavori, alla presenza dei tecnici per approfondire i vari aspetti dell’intervento proposto.
Dagli odori al traffico caos. La serata tuttavia si è trasformata in un’occasione per i residenti per dare sfogo al loro malcontento. “State mettendo la cravatta al maiale”, ha alzato la voce una donna in mezzo alla gremita sala della scuola primaria. “Il vero problema – ha aggiunto invece un residente che vive a due passi dall’impianto – non sono i cattivi odori, ma i camion che svegliano gli abitanti ogni giorno alle 5 del mattino”. “E che corrono troppo veloci in strade troppo strette”, ha aggiunto un altro. Altri, poi, compreso Oriano Landucci, hanno raccontato che spesso dai cassoni dei camion si perdono rifiuti, “che poi vengono lasciati in strada. Mai nessuno si ferma a raccoglierli”. Dubbi, per non dire accuse, sono stati poi espressi da altri sui tempi dello stazionamento dell’umido nell’impianto, soprattutto a causa del conferimento del sabato. In qualche momento la discussione si è trasformata in battibecco, tanto che la consigliera comunale del Pd Silvia Del Greco, presente all’assemblea, ha richiamato alla compostezza e al rispetto: “Il Comune – ha detto – si trova con questa patata bollente nelle mani. Si sta cercando in questo modo almeno di risolvere il problema”. “Allo stato attuale è l’unica soluzione praticamente – ha chiarito di nuovo Raspini – ma questo investimento non deve essere interpretato come un consolidamento dell’impianto, perché riteniamo che si debba ancora proseguire nella ricerca di una sede alternativa”.