Gruppo di cittadini: ex Officine Lazzi da abbattere

25 settembre 2018 | 11:24
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Gruppo di cittadini: ex Officine Lazzi da abbattere

“A noi non interessa tanto conoscere i dettagli delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto i diversi soggetti che hanno o hanno avuto interessi sull’area (altri ed in altre sedi hanno il compito e gli strumenti per approfondire queste vicende): a noi interessa che a questa indecorosa situazione si ponga finalmente rimedio”. Lo scrive un gruppo di cittadini, con una lettera aperta rivolta agli enti competenti sullo stato delle ex Officine Lazzi, negli ultimi giorni tornate al centro delle polemiche e di scambi di accuse diretti al Comune.

“La nostra città – scrivono Franco Giampaoli, Marsilio Pianigiani, Federica Brugiati e Pierfrancesco Petroni – ha storicamente coltivato il gusto del bello ed il senso della misura assieme al piacere di curare strade, piazze, immobili ed edifici, forse con l’idea di fondo che il bel contesto rendesse migliori le persone, e comunque con un’attenzione che contribuisce a renderla una delle più belle città del mondo.ì In tempi relativamente recenti la nostra città ha anche saputo mettere a frutto le proprie doti per trarne vantaggi economici, attraendo crescenti flussi di turisti italiani e stranieri. Eppure cittadini e turisti devono confrontarsi, passando da una parte della città che è difficile evitare, in particolare per chi viene da Ovest, con una bruttura che ormai da troppi anni fa orrida mostra di sé. Uno sconcio di cui per fortuna è difficile trovare l’eguale nel resto della città ed anche altrove: l’ecomostro dell’area ex Lazzi, con tutto il suo portato di inquinamenti su cui la stampa e gli organi preposti parrebbero già sensibilizzati ed attivi. Non così sull’aspetto legato ad estetica e sicurezza. A noi non interessa tanto conoscere i retroscena politici che hanno condotto alla approvazione della variante che ha permesso che si muovesse il primo passo verso questo scempio, anche se sappiamo che qualcuno ne porta di sicuro la responsabilità”.
“Il rimedio è semplice – suggerisce il gruppo di cittadini -: da una parte ultimare le operazioni di bonifica e dall’altra, da subito, abbattere quelle mura orribili, se non anche pericolose, e nell’attesa che chi di dovere (privato od ente pubblico) prenda le proprie decisioni sul da farsi, sgomberare l’area dalle macerie di una operazione immobiliare su cui, come detto, altri ed in altre sedi potranno dire la loro. In attesa che tali decisioni vengano prese, anche un’ area a verde chiusa ed accessibile solo a chi ne ha titolo sarà senz’altro meglio dello spettacolo indecoroso di quelle quattro mura diroccate e fatiscenti. Non c’è nessun ragionevole senso nel tenere in piedi le mura perimetrali di un edificio ormai completamente sventrato, mura e sedime in condizioni da ‘dopo il bombardamento’ e non da città d’arte tra le più belle e visitate d’Italia e quindi di conseguenza d’Europa e del Mondo. Siamo cittadini e ci rivolgiamo in primo luogo all’amministrazione comunale. Facciamo però fin da ora appello anche a tutte le associazioni di tutela del territorio e più in generale a tutti gli organi dotati di competenza in materia affinché ciascuno faccia la sua parte per arrivare alla soluzione. Crediamo che nessuno negherà che ormai è tempo di intervenire non solo per portare a termine la bonifica ambientale ma anche per ripristinare decoro e sicurezza e quindi, nella logica della democrazia e della buona amministrazione, crediamo che si possa trovare la strada per eliminare l’ecomostro, abbattendo quelle orribili quattro mura a difesa delle quali crediamo davvero impossibile che si possa levare qualche voce. Se poi dovessimo rilevare che i nostri auspici sono vani e che alla semplice logica umana si sovrappone chissà quale altra logica, insisteremo, approfondiremo, e metteremo in campo tutte le iniziative che si dovessero rendere necessarie”.