
Perché ripensare il 68? A Lucca, come in altre realtà, il movimento beat e il movimento contro la guerra nel Vietnam costituirono le premesse culturali e politiche e crearono le condizioni locali favorevoli a quell’esplosione. In questo contesto il movimento studentesco lucchese svolse un ruolo di attore protagonista, pur nascendo e sviluppandosi in una città di provincia. Il triennio dal 1968 al 1970 vide la partecipazione di migliaia di studenti a scioperi, occupazioni, cortei, assemblee, a dibattiti ed iniziative di lotta che quasi ogni giorno si realizzavano negli istituti scolastici delle scuole medie superiori e nelle strade e nelle piazze di Lucca. Da qui sabato prossimo al centro culturale Agorà in piazza dei Servi, nasce il convegno E la vita cambiò. Anche a Lucca scoppiò il 68.
Il programma prevede dalle 10 alle 13 la presentazione del libro E la vita cambiò – Il ’68 a Lucca da parte di Virginio Giovanni Bertini. Interverranno poi Adriana Dadà (storica della Università di Firenze), Matteo Nacci (storico del diritto alla Pontificia Università Lateranense), l’assessore alla cultura Stefano Ragghianti e l’editrice Micol Carmignani. Seguirà il dibattito.
Alle 12,30 in anteprima nazionale sarà presentato il quadro Che fare? di Paolo Baratella, con l’intervento dell’autore, pittore la cui importanza supera i confini nazionale, che sulla base del famoso quadro Funerali di Togliatti di Guttuso ha rappresentato in modo tragico, avvolgente e dolente la crisi in cui versa il movimento operario e la sinistra oggi riproponendo l’inevitabile interrogativo di memoria leninista del che fare.
Il convegno riprende alle 15 con Alfonso Maurizio Iacono, filosofo, antropologo e giornalista, ex preside della facoltà di lettere e filosofia dell’università di Pisa che interverrà sul tema Il 68 oggi. Seguirà il dibattito.
“Il convegno – spiegano gli organizzatori – non intende riproporre né un revival né un reducismo nostalgico. Vuole invece fornire un contributo per ricostruire il senso dei fatti, fuori dalle manipolazioni cui le pressioni esterne sempre sottopongono la storia. La pubblicistica italiana sul sessantotto ha proposto soprattutto miti e demonizzazioni, entrambi effetti di un’inaccettabile strumentalizzazione del passato. Ciò che il comitato promotore si è proposto con la pubblicazione del libro E la vita cambiò è di realizzare una ricostruzione critica, fondata da un lato sulle testimonianze provenienti dalle memorie personali, dall’altro su basi storico-scientifiche, di un periodo di fatti, emozioni, culture, valori, esperienze, da offrire alla riflessione della comunità, delle istituzioni, degli esperti, delle nuove generazioni”:
Nel chiostro dell’Agorà si potrà visitare la mostra Era l’autunno del 1968 che questa storia racconta con le testimonianze, le foto, i volantini, il fumetto. Mostra che durerà fino a martedì (16 ottobre).