
Lavori urgenti di adeguamento sismico all’hospice San Cataldo da parte dell’Asl che investirà un milione: i comitati sanità dicono no e criticano la scelta sostenendo che le priorità sarebbero altre.
“Fermo restando che l’adeguamento sismico è sacrosanto ove necessario – scrivono i comitati -, ci chiediamo sulla base di quale urgenza di pianificazione si sia deciso di partire dal San Cataldo: una quindicina di posti letto tra cure palliative e moduli per gli stati vegetativi. Costo dell’operazione un milione di euro. Già incaricato un tecnico per la redazione della gara d’appalto”.
“Operazione di notevole peso economico deliberata dall’area vasta – prosegue la nota – nel pieno di una seria emergenza sanità: mancanza di posti letto, liste di attesa di mesi per qualsiasi prestazione, personale sottodimensionato. No. Proprio non ci sembra questa la scelta più efficace per ottimizzare l’impegno delle già limitate risorse destinate alla salute pubblica. Non vorremmo essere costretti a pensare che per la sanità toscana quello della emergenza sismica altro non sia che un argomento in più per giustificare la politica di restrizioni che denunciamo da tempo e che oggi, forse, si vorrebbe in qualche modo far ricadere anche sulla mutata situazione politica nazionale. Ricordiamo invece che a Campo di Marte esistono padiglioni se non già a norma, adeguabili con costi più contenuti, dove sarebbe possibile trasferire l’hospice e gli altri moduli presenti al S.Cataldo. Noi comitati chiediamo da tempo che questi letti vengano sistemati nell’ambito della struttura del Campo di Marte, sia per motivi di continuità di cura, sia per motivi di umanità. Il malato terminale ha diritto sentirsi fino all’ultimo parte di un progetto di cura. Mentre il San Cataldo, della cui efficienza e dell’alta professionalità del personale non vogliamo certo dubitare, è per l’immaginario di tutti noi il luogo dove si va a morire. Certo bello, collocato nel verde delle Colline, ma luogo di esilio, scomodo da raggiungere per i familiari, immagine del viaggio senza ritorno. Se trasferito al Campo di Marte, si raggiungerebbe tra cure intermedie e questi nuovi letti un numero di pazienti sufficiente a consentire una presenza medica continuativa. Si eviterebbero così tante corse delle ambulanze al pronto soccorso del S. Luca per le necessità mediche di questi ricoverati.
Vogliamo credere che sia ancora possibile, sulla base di una visione più generale e articolata, operare una scelta più proficua. Un milione di euro frutterebbe molto di più se destinato a ristrutturare aree del Campo di Marte. Con l’occasione, il nostro ricordo va a Raffaello Papeschi, che è stato l’anima della nostra azione e che, tre anni fa, proprio in questi giorni, ci ha lasciato”.