Finisce l’era del vescovo Castellani, arriva Giulietti
È Paolo Giulietti il 244esimo vescovo dell’arcidiocesi di Lucca. L’annuncio è arrivato oggi (19 gennaio) alle 12, in contemporanea da un commosso monsignor Italo Castellani a Lucca e dal cardinale Gualtiero Bassetti a Perugia, città in cui Giulietti è oggi vescovo ausiliare: fino a quel momento la nomina era posta sotto segreto pontificio. E in effetti le indiscrezioni non sono circolate fino a questa mattina, sebbene la decisione di Papa Francesco sia arrivata lo scorso lunedì (14 gennaio). Ma, si sa, la Chiesa ha duemila anni di storia alle spalle e non commette leggerezze con tanta facilità. Cinquantacinque candeline spente il primo gennaio, Giulietti ha conosciuto Lucca in due occasioni – sempre con i pantaloncini corti del pellegrino: nel 2002, quando ha partecipato alle festività della Santa Croce con i confratelli del cammino di Santiago di Compostela; e poi nel 2006, percorrendo la via Francigena verso Roma. Di formazione salesiana, da sempre attento al mondo dei giovani e alla pastorale giovanile, Paolo Giulietti – ordinato vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve il 10 agosto 2014 – si era presentato a un’udienza papale l’anno successivo indossando la divisa da scout, con tanto di croce francescana in legno sulla camicia azzurra e l’immancabile fazzolettone al collo. Il nuovo vescovo succederà ufficialmente a Castellani dopo Pasqua, quando si trasferirà a Lucca con suo padre Luciano. Prima di allora i fedeli della diocesi, durante la celebrazione eucaristica, continueranno a pregare “per il nostro vescovo Italo”. Martedì prossimo (22 gennaio) i vicari si riuniranno per definire insieme la preghiera condivisa per il nuovo vescovo.
Castellani, dopo Pasqua, farà quindi ritorno nella ‘sua’ Cortona, pur conservando il titolo di vescovo emerito della diocesi di Lucca – che lascia per aver superato lo scorso 1 luglio i limiti d’età (75 anni) stabiliti dalla Chiesa per il ruolo. Il nome del nuovo vescovo stamattina è stato formalmente affidato ai vicari moderatori zonali affinché lo comunichino alle diverse parrocchie della diocesi: don Marcello Franceschi, don Luigi Pellegrini, monsignor Angelo Pioli e don Idilio Ruggeri. Lungo e commosso l’applauso che ha abbracciato il vescovo uscente alla fine della mattinata mentre le campane suonavano a festa per l’annuncio del nuovo arrivato.
Il nome del nuovo presule – atteso da quando sono state presentate le dimissioni di monsignor Castellani da arcivescovo di Lucca, secondo le disposizioni canoniche che chiedono ai vescovi di riconsegnare il mandato del governo della diocesi al compimento del 75esimo anno – di Monsignor Paolo Giulietti è stato annunciato al clero e a una rappresentanza dei fedeli laici, riunito nel salone del Vescovato, insieme ai rappresentanti delle principali istituzioni cittadine: il prefetto, il Sindaco di Lucca e il presidente della Provincia di Lucca e i vertici delle forze dell’ordine.
Monsignor Italo Castellani da oggi fino all’ingresso del nuovo arcivescovo, secondo il decreto della congregazione dei vescovi di cui è stata data lettura, ha assunto le funzioni di amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Lucca.
Monsignor Paolo Giulietti è nato a Perugia l’1 gennaio 1964, ordinato presbitero in 29 settembre 1991 dopo aver frequentato il Pontificio seminario regionale umbro Pio XI dall’ottobre 1985 al giugno 1991. Il 25 luglio 2005 viene nominato da Papa Benedetto XVI Cappellano di sua santità con il titolo di monsignore come riconoscimento alla sua opera svolta da responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei dal 2001 al 2007, distinguendosi nell’organizzazione della partecipazione di migliaia di giovani italiani alle Giornate mondiali della gioventù di Toronto (2002) e di Colonia (2005). Ai giovani ha sempre rivolto la sua attenzione pastorale promuovendo da direttore diocesano e regionale della Pastorale giovanile un’opera di evangelizzazione che ha visto protagonisti gli stessi giovani. Non è un caso che i suoi studi teologici superiori l’abbiano portato a conseguire la Licenza in Teologica pastorale con specializzazione in pastorale giovanile al dipartimento di Pastorale giovanile e catechetica della Pontificia università salesiana. Per diversi anni è stato assistente diocesano del Settore Giovani dell’Azione Cattolica e dell’Acr e del gruppo Fuci di Perugia. È stato anche responsabile e formatore degli obiettori di coscienza della Caritas diocesana e assistente spirituale della comunità di accoglienza Caritas per detenuti San Giuseppe Cafasso. È stato parroco ed amministratore parrocchiale dal 2007 al 2012. È stato nominato vescovo titolare di Termini Imerese e ausiliare di Perugia-Città della Pieve il 30 maggio 2014. La sua ordinazione episcopale è avvenuta nella Cattedrale di San Lorenzo in Perugia il 10 agosto 2014.
Promotore del pellegrinaggio a piedi e grande conoscitore degli itinerari percorsi da milioni di pellegrini ogni anno nel raggiungere le principali mete di spiritualità del continente europeo, come Santiago de Compostela, i santuari mariani di Lourdes, Fatima, Czestochowa, Loreto e i luoghi sacri di Terra Santa, è autore di alcune guide per pellegrini, tra le quali La Via di Francesco, rivelatasi una sorta di best seller in questo settore dell’editoria. Si tratta della guida ufficiale per i pellegrini sulla strada di san Francesco d’Assisi, “per entrare in contatto con la sua straordinaria esperienza di vita, che non smette di affascinare e di interrogare gli uomini di ogni tempo”, realizzata in collaborazione con il Consorzio Umbria and Francesco’s Ways sostenuto ed incoraggiato da monsignor Giulietti.
Italo Castellani era stato nominato vescovo coauditore il 31 maggio 2003 da papa Giovanni Paolo II, ha poi preso il posto di Bruno Tommasi il 22 gennaio 2005 dopo il raggiungimento dei limiti di età del predecessore. A norma di diritto canonico Castellani aveva presentato le sue dimissioni lo scorso 20 giugno in attesa delle decisioni di papa Francesco.
Il messaggio di monsignor Italo Castellani
Carissimi, abbiamo appena ascoltato la lettura della comunicazione della Santa Sede riguardo alla nomina del nuovo arcivescovo di Lucca: desidero innanzitutto, in questo momento, rendere grazie a Dio, e a Papa Francesco, per il dono del nuovo arcivescovo, nella persona di Monsignor Paolo Giulietti, attuale vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, nella successione apostolica 244esimo vescovo di Lucca.
Abbiamo ricevuto un vescovo giovane, dinamico, pastore zelante, con lo spirito e lo stile del ‘pellegrino’: ben due volte negli anni scorsi, proprio come viandante della Francigena, l’ho accolto e incontrato nella nostra cattedrale davanti al Volto Santo da cui iniziava, insieme a un gruppo di giovani, un tratto di questo percorso che ha la nostra città di Lucca come passaggio fondamentale. E la nostra chiesa locale con il suo territorio diventa adesso veramente una tappa della vita e del ministero episcopale di monsignor Paolo Giulietti.
Davvero rendo grazie a Dio, personalmente e a nome di tutta la chiesa di Lucca, per il dono che riceviamo con il vescovo Paolo. Con emozione e profonda consapevolezza di questo momento storico desidero anche ringraziare dal profondo del cuore il cardinal Gualtiero Bassetti e con lui tutta la chiesa di Perugia-Città della Pieve per averci donato questo loro amatissimo figlio.
Mi lega all’arcivescovo Paolo – oltre a un rapporto fraterno e amichevole maturato negli anni del suo servizio di responsabile della Pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana – un particolare vincolo sacramentale: infatti partecipai alla sua ordinazione episcopale nella cattedrale di Perugia, imponendogli, come gli altri vescovi presenti, le mani sul capo, trasmettendogli così la forza e la grazia del Sacramento dell’ordine nel grado dell’episcopato.
Da parte mia – interpretando anche i sentimenti di tutte le componenti della nostra chiesa locale fedeli laici, presbiteri, diaconi e consacrati, nonché dei rappresentanti delle istituzioni del nostro territorio lucchese – rivolgo a “don Paolo” un fraterno e accogliente saluto di benvenuto tra noi, come neoeletto arcivescovo e l’augurio di un fecondo ministero pastorale a Lucca.
Con l’annuncio del nuovo Pastore desidero esprimere alla nostra chiesa diocesana – in essa ad ogni persona, comunità, rappresentanti delle istituzioni– un grazie senza misura e un profondo abbraccio: nei quindici anni trascorsi tra voi lucchesi – dalla Versilia, alla città e Piana di Lucca, sino alla Garfagnana – mi sono sentito accolto e amato.
Con voi e per voi mi sono sentito sempre e ora più che mai, in famiglia, anzi a casa mia! Da parte mia ho cercato di corrispondere, sicuramente con tanti limiti ma sempre cuore a cuore, alla Vostra benevolenza.
Con l’apostolo Paolo mi sento di dire: “Fratelli, io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2, 1-5).
Non è questo il momento dei bilanci e delle sintesi, entrambi li farò con il Signore e la storia.
Desidero però rivedere, in quattro icone bibliche, gli orizzonti che mi hanno guidato in questa bella avventura di chiesa, in un crescendo di passione per l’annuncio del Vangelo, amore per la Chiesa, di conoscenza reciproca, di fraterna collaborazione e di totale immersione nell’umanità della nostra gente: la lavanda dei piedi (Gv 13, 15) espressione del servizio gratuito; il buon Pastore (Gv 10, 14) immagine della guida amorevole; il seminatore (Mc 4-3) figura di una semina senza sosta; la preghiera (Mt 6, 9) che ci pone in relazione con Dio nella consegna e nell’intercessione e che ha il suo culmine la celebrazione eucaristica.
Congedandomi da voi, l’icona biblica della preghiera – pur sempre coltivata quotidianamente – diventa ora il mio esclusivo e specifico ministero per voi: “Gesù si ritirò sul monte a pregare” (Mt 14, 13). Sull’esempio del Maestro d’ora in poi sarò per ognuno di voi – in particolare per l’arcivescovo Paolo – un “vescovo orante”, un “vescovo intercessore” per il suo popolo, per tutti e per ciascuno di Voi: bimbi e giovani, adulti e anziani, sani e ammalati, poveri e ricchi, santi e peccatori, famiglie, uomini e donne di buona volontà, cercatori di Dio tutti.
Nel consegnare a monsignor Paolo Giulietti il cammino della chiesa di Lucca, formidabile e straordinario, rappresentato in questo salone dal volto dei nostri predecessori, da san Paolino fino all’arcivescovo Bruno, ma anche da una infinita schiera di volti noti o anonimi che hanno reso presente la Buona Novella del Signore Gesù nelle vicende quotidiane di questa terra di Lucchesia, in profonda e sincera unità di preghiera con ciascuno di Voi, Vi chiedo sin d’ora di pregare intensamente per il nuovo Pastore, di seguirlo senza se e senza ma, proiettati in avanti e senza nostalgie per il passato, in profonda comunione quotidiana con Lui sui passi che verrà segnando e indicandovi.
Vi metto tutti sotto la protezione di Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, vi benedico e vii abbraccio nel Volto Santo, uomini e donne di buona volontà, Popolo di Dio che vive nella porzione di chiesa amata dal Signore nella terra di Lucchesia. Pregate per me, vostro padre e fratello in Cristo.
Il messaggio del nuovo vescovo, monsignor Paolo Giulietti
Carissimi fratelli e sorelle dell’arcidiocesi di Lucca, oggi vi è stato annunciato che Papa Francesco mi ha nominato vostro nuovo vescovo; tra qualche tempo ci troveremo a camminare insieme, io e voi, dietro al Signore e nella compagnia degli uomini.
Sono arrivato a Lucca in pellegrinaggio per ben due volte: nel 2002, per partecipare con i confratelli compostellani alle festività del Volto Santo, e nel 2006, percorrendo con i giovani la via Francigena verso Roma. Ora verrò per restare, ma sempre come “ospite e pellegrino”: servitore – non padrone! – di una chiesa antica e sempre vivace e di un territorio ricco di storia e di umanità; umile testimone di un “oltre” che tutti interpella, di fronte al quale nessuno può dirsi arrivato, ma verso il quale tutti siamo diretti, con qualche fardello ad appesantire l’entusiasmo e ad annebbiare il desiderio. Non ci siamo scelti, cari amici, ma ci ritroviamo reciprocamente donati per essere compagni nel comune tragitto; solo l’obbedienza convinta a tale destino ci metterà in condizione di scoprire e gioire dei doni che il Signore ha fatto a ciascuno e di accogliere con misericordia i limiti da cui nessuno è esente. Io sono grato alla volontà che mi invia a voi, riconoscendo in essa la grazia di Dio; siatene anche voi contenti, per il medesimo motivo.
Un abbraccio affettuoso e riconoscente lo devo prima di tutto a te, caro don Italo, che conosco e stimo da tempo. Ti succedo con la speranza di proseguire la strada da te intrapresa con intelligenza e coraggio nel rinnovamento in senso missionario della Diocesi. Ti ringrazio perché so che non ci dimenticherai mai nelle tue preghiere; desidero che tu continui a considerare la Chiesa di Lucca come la tua famiglia.
Un saluto speciale a voi, carissimi preti, diaconi, religiosi, religiose e consacrati che vivete in diocesi: il Signore ci ha chiamati a donarci ai fratelli non ciascuno per proprio conto, ma insieme. Spero mi accetterete con benevolenza come servitore della comunione, anche quando emergeranno – inevitabilmente – limiti e fatiche nella mia e nelle vostre persone. Vogliamoci bene e aiutiamoci! Sarà per la nostra gente un messaggio evangelico più eloquente di tante prediche.
Un pensiero pieno di speranza lo rivolgo a voi, carissimi giovani. Sono diventato prete perché in parrocchia mi piaceva dedicarmi ai ragazzi e nella mia storia il Signore mi ha concesso di vivere bellissime esperienze con tanti giovani, vicini e lontani. Vi assicuro che anche a Lucca intendo spendere le migliori energie per camminare insieme con voi e incoraggiarvi a maturare e realizzare i desideri di felicità e di bene che avete nel cuore per le vostre vite e per il mondo intero.
Voglio ricordare anche le tante persone e famiglie che vivono qualche problema di lavoro, di salute, di solitudine, di emarginazione, di lontananza da casa… Anche se non è facile, vorrei che i poveri, i malati, gli anziani e gli emigrati mi sentissero amico, espressione di una Chiesa attenta agli ultimi non solo per donare qualcosa, ma anche per ricevere la lezione evangelica dell’umiltà, della sobrietà, della tenacia e della fiducia nella provvidenza, insieme all’inquietudine dinanzi alle in-equità che continuano ad affliggere la nostra società e il mondo intero.
A tutti voi, sposi, genitori e nonni, un abbraccio affettuoso: le vostre famiglie sono un dono prezioso per la nostra chiesa e per la società, un carisma che vorrei custodire e coltivare con impegno. Anch’io avrò una piccola famiglia: mio papà Luciano, che vivrà con me e imparerete a conoscere, mentre i miei fratelli e nipoti, sparsi un po’ per il mondo, saranno a Lucca di rado (purtroppo). Mi piacerebbe che la mia casa – come tante dimore di preti e di famiglie – sia aperta e ospitale: sentitevi sempre i benvenuti.
Un saluto, infine, a tutti voi, abitanti del territorio della Diocesi; in special modo alle persone che sono al servizio delle nostre comunità, nella pubblica amministrazione, nelle forze dell’ordine, nei presidi sanitari, educativi e sociali, nelle tante associazioni di volontariato e culturali, negli strumenti di comunicazione, nei partiti politici. Intendo assicurare a tutti la mia leale e pronta collaborazione a vantaggio del bene comune, senza confusione, ma soprattutto senza rivalità o pregiudizi di sapore ideologico.
Un ultimo pensiero – carico di gratitudine e di commozione – alla carissima Chiesa di Perugia-Città della Pieve, che mi ha generato alla fede e alla vocazione e che ho servito per tanto tempo e in diversi modi, e al suo vescovo, il cardinal Gualtiero Bassetti, che mi ha accompagnato con affetto e pazienza in questi ultimi anni.
Cari fratelli e sorelle di Lucca, pregate sin d’ora, per me, come io farò per voi. E il Volto Santo del Salvatore ci accolga e guidi sempre con il suo sguardo misericordioso. Vi benedico di cuore. Beneditemi anche voi.
Dell’arrivo a Lucca di monsignor Paolo Giulietti ha parlato anche il cardinal Bassetti, attuale arcivescovo di Perugia: “Un figlio che parte. Un fratello e un amico – ha commentato – Yo appreso inizialmente con turbamento la notizia ma poi le cose si vedono con gli occhi della fede e con il senso della chiesa. Con la nomina di monsignor Giulietti, il Papa ha voluto esprimere affetto e stima a un giovane vescovo”. Il porporato ha quindi parlato di “riconoscimento anche per l’arcidiocesi di Perugia perché quella di Lucca della quale sarà vescovo Paolo è una delle più importanti della Toscana”.
Tre momenti della presentazione